Ige 2025: esports e normative, tra innovazione, regolamentazione e tutela
All’Italian Gaming Expo and Conference Roma 2025 si è parlato di esports sotto l’aspetto della normativa tra innovazione, regolamentazione e tutela.
Scritto da Ca
Roma - Con la moderazione di Katia Arrighi, Osservatorio Lavoro Sportivo - Dipartimento per lo Sport Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Italian Gaming Expo and Conference Roma 2025 si è parlato di esports sotto l’aspetto della normativa tra innovazione, regolamentazione e tutela. Autorevole la platea, come in tutti i panel, del resto, compreso l’intervento del senatore Roberto Marti che pubblichiamo a parte.
A partire da Emanuela Mirella De Leo, Formatore Olimpico, Coni/Aci Sport - Commissione Nazionale Esport, che ha aiutato il senatore Marti a scrivere una legge sul settore ancora in spending: “Regolamentare gli esports è complicatissimo e c’è un modello ideale che è quello francese. Il problema è anche il riconoscimento sportivo all’interno del Comitato Olimpico Internazionale. C’è stato un sì agli esport, ma solo quelli fedeli alle carte dei valori olimpici, particolare che farebbe fuori gli sparatutto o altri combattimenti. E tutto evolve in maniera velocissima tanto che è difficile adeguarsi ai cambiamenti molto rapidi del settore. Per il futuro sono curiosa di capire quali saranno le Olimpiadi del 2027 che si terranno a Riad in Arabia Saudita ed essendo un settore transazionale serve un approccio di questo tipo. Il Cio saprà cogliere questa sfida?”
Helent Thibault, Partner Tonucci&Partners, Vice Presidente French Tech Italy, ha esaminato la regolamentazione francese già citata dalla De Leo: “Una delle forze della nostra legge e dei pochi articoli emessi già da qualche anno è stata quella di andare proprio a regolamentare quello che si riteneva dovesse essere regolato per consentire la crescita dell’ecosistema, da un lato in maniera sana e dall’altra per far diventare sempre più competitivo il settore. Sono state regolate le competizioni, quando e come si può fare, chiarendo subito che non facevano parte del gioco d’azzardo. L’altro aspetto fondante è stata la disciplina del pro player con particolare attenzione alla protezione della figura del minore. Se non si disciplinerà, non si uscirà da questo grigiore. In Italia il modello su cui lavorano gli imprenditori esportivi è cambiato tantissimo. Un altro impatto sarà quello dell’AI che non va demonizzata. Vi sarà un impatto, ma la legge servirà a tenere sotto controllo eventuali distorsioni e produrre i dati”.
Importante l’aspetto legato alla tassazione e alla contribuzione degli atleti esportivi, tema trattato con efficacia da Giorgio Sandulli, Professore in Politiche dello Sport Università di Genova / Presidente Consulenti dello Sport Aps: “Una nuova legge serve quando il fenomeno ha assunto un rilievo sociale. Ma deve essere una norma molto semplice e leggera e deve dare autonomia alle parti in un settore molto dinamico e in grande evoluzione. In assenza di regole, a chi lavora nel settore quali leggi applichiamo? Stare o non stare nelle regole del lavoro sportivo è fondamentale. I costi sono molto bassi e tutti cercano di salirvi a bordo per gli enormi vantaggi che se ne possono trarre. L’Inps come si è rapportata a tutto questo? Tutto si è basato sulla circolare 44/2025 che disciplina i content creator che sviluppano contenuti e che ricevono pagamenti. Allo stesso modo, se gli esportivi hanno compensi sono qualificati come lavoratori. E lo sono se sono scritti ad Asd/Ssd iscritti al Rasd e, come detto, il vantaggio è che possono lavorare con spese molto basse.”