Innamoràti di te a Salerno, Romano: 'Codere in prima linea in cura e cultura sulle donne'
Innamoràti di te fa tappa a Salerno, Imma Romano spiega le ragioni e le finalità dell'impegno di Codere Italia in materia sociale.
Il progetto informativo itinerante di Codere Italia "Innamoràti di te", che dal 2015 affronta in tutti i suoi aspetti il tema della violenza sulle donne, fa tappa a Salerno.
E si focalizza, in questa tappa di oggi 17 maggio, sulla violenza secondaria o psicologica e su come riconoscerla, oltre che sui rimedi giuridici esperibili e i doveri di informazione dell'avvocato nei rapporti con i clienti vittine di violenza, secondo quanto previsto dal Codice Rosso e dalla Riforma Cartabia.
A spiegare il perché dell'impegno su questo tema (oltre che su molti altri di carattere sociale) da parte di una multinazionale che si occupa di intrattenimento è, nel corso del convegno, Imma Romano, direttrice Relazioni istituzionali di Codere Italia: "Prenderci cura, cercare di fare cultura, avere attenzione verso questo tipo di tematiche che non sono solo quelle della violenza, ma anche della voglia di fare delle donne, ci sembrava un atto dovuto". L'obiettivo è dunque di avviare "un percorso di consapevolezza e di conoscenza perché vorremmo che le donne di oggi fossero libere di decidere cosa fare nella loro vita personale e professionale, e di realizzarsi in ogni contesto. Codere Italia da molti anni si impegna a tenere alta l’attenzione sul contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione. Il format di questo progetto itinerante nasce dalla volontà di una multinazionale di coinvolgere dipendenti e territori in cui opera in un dibattitto costante, cercando di dare un contributo, per quanto possibile, alla soluzione del problema”.
La quattordicesima edizione è ospitata nel Salone dei Marmi di Palazzo Città, con il patrocinio del Comune e della ASL di Salerno, dell’Ordine degli Psicologi della Campania, dell’Ordine degli Avvocati di Salerno e in collaborazione con Agas - Associazione Giovane Avvocatura Salernitana.
Nel periodo 1 gennaio – 14 maggio 2023, in Italia sono stati registrati 121 omicidi, con 43 vittime donne; di queste, 37 hanno trovato la morte in ambito familiare/affettivo, in particolare, 22 per mano del partner/ex partner. Rispetto allo stesso periodo del 2022, il trend generale fa registrare quasi lo stesso numero di episodi (da 118 a 121 +3%), mentre il numero delle vittime di genere femminile decresce passando da 47 a 43 con una percentule negativa di -9%.
Da circa dieci anni, per il reato di violenza domestica, è stato introdotto lo strumento del cosiddetto Ammonimento del Questore. Si tratta di una comunicazione formale, da parte del Questore stesso, che mette in guardia il soggetto nei confronti del quale sussistono fondati motivi che possa commettere un reato. Una sorta di ammonizione, appunto, che ha l’obiettivo di fungere da deterrente.
IL PUNTO DI VISTA DELLA QUESTURA - “La violenza contro le donne è un fenomeno socio-culturale e non solo di polizia o giudiziario, è trasversale a tutte le fasce socioeconomiche della popolazione e a tutti i livelli culturali, illustra Giuseppina Sessa, dirigente della Divisione Anticrimine Questura di Salerno. L'importanza della prevenzione è riconoscere i primi segnali delle donne vittime di violenza. L’ammonimento del Questore permette un intervento tempestivo ed alcune volte risolutivo”.
Poi, "’Asl di Salerno, ad esempio, per cercare di arginare il problema ha istituito, oltre al percorso rosa nei presidi ospedalieri, un centro per la cura dei comportamenti dell’uomo violento denominato Time Out. Il centro vuole affermare che per affrontare il tema della violenza sulle donne bisogna lavorare sul trattamento del comportamento violento. Ignorare l’uomo violento vuole dire che altre donne possono essere ulteriormente vittime di violenze”.
IL FOCUS DELLA FIPE - “Si stanno sviluppando una grande consapevolezza e un’attenzione crescente con le donne che stanno combattendo per il loro diritto alla sicurezza, dice Marcella Mantovani, consigliere Fipe Confcommercio Campania e presidentessa Donne Imprenditrici Fipe Campania. Le nostre imprese, quali veri e propri presìdi di legalità sul territorio, sono direttamente coinvolte in questa battaglia di civiltà e di diffusione della consapevolezza ad ogni livello. Da questa consapevolezza, in seno al Gruppo Donne Fipe, nasce e si diffonde con successo la campagna di prevenzione e "difesa attiva" contro la violenza di genere #SicurezzaVera, lanciata da Fipe e dalla Polizia di Stato quasi due anni fa. Avere un alleato in più quale le gaming hall, grazie a Egp che accoglie il nostro progetto e lo fa suo, ci dà un ulteriore stimolo. Siamo pertanto grate a Codere Italia per l'invito alla tappa salernitana: il percorso è sicuramente quello giusto, dobbiamo lavorare insieme e uniti affinché i luoghi dell’intrattenimento e della socialità diventino sinonimo di sicurezza per tutti, sia per le donne che li frequentano sia per le donne che ci lavorano”.
L'INTERVENTO DELL'AGAS - “L’Associazione mira a mantenere un rapporto costante e ad instaurare un dialogo continuo tra la classe forense e la comunità civile, al fine di consentire all’'Avvocato', in quanto portatore sano di valori, di comprendere le esigenze della società, interpretarne i cambiamenti ed essere in grado di poter difendere al meglio i suoi diritti”, sottolinea Annapaola La Vergata, presidente Agas, Associazione Giovane Avvocatura Salernitana.
LA PROCURA SUL CODICE ROSSO - L’intervento di Rocco Alfano, Procuratore aggiunto, Coordinatore III Sezione dei reati contro la Persona e cd. “Codice Rosso” Procura della Repubblica presso Tribunale di Salerno evidenzia la statistica delle sopravvenienze delittuose riconducibili al c.d. Codice Rosso, gli aspetti pratici della querela e i rapporti con le corrispondenti norme civilistiche per una tutela efficace e sinergica.
“Oggi il tema del processo in materia di famiglia è di assoluta centralità, anche alla luce dell’introduzione dei nuovi istituti previsti dalla cosiddetta Riforma Cartabia in ordine agli episodi di violenza domestica e familiare emersi prima o nel corso dei procedimenti civili, evidenzia Valentina Chiosi, Giudice I Sezione Famiglia presso il Tribunale di Salerno. Proprio per questo motivo occorre valutare in maniera sempre più oculata il contesto familiare in cui si radicano questi fenomeni allo scopo di intervenire in modo tempestivo e adeguato alla tutela dei minori che sono l’anello debole dell’intero “sistema famiglia. La riforma Cartabia, in tema di ascolto del minore, ha previsto, accanto alle norme generali di cui agli artt. 473 bis 4 e 5, una norma specifica contenuta nella disposizione di cui all’art. 473 bis 45 che detta le regole alle quali il giudice delle controversie familiari dovrà attenersi per evitare il fenomeno di vittimizzazione secondaria del minore, aggiunge Ersilia Trotta, Componente della commissione famiglia del Consiglio Nazionale Forense”.
In caso di una separazione giudiziale, inoltre, il giudice procedeva in prima battuta con un tentativo di conciliazione e mediazione. Da quest’anno (dal 28 febbraio 2023), con l’entrata in vigore della Riforma invece, qualora due coniugi si separino e nel procedimento si alleghino fatti di violenza (psicologica, fisica, economica, sessuale), commessa con la più svariate modalità (stalking, stupro, omicidio) rivolte contro la persona in base alla sua identità sessuale, il giudice dovrà astenersi da qualsiasi tentativo di conciliazione e dall’invito a rivolgersi ad un mediatore familiare. La scelta del legislatore è da ricondurre alla necessità di tutelare la sfera personale, la personalità e la sicurezza della vittima e di scongiurare il rischio di vittimizzazione secondaria che si realizza quando una parte vittima di violenza o di abuso sia indotta a sedersi ad un tavolo di mediazione con l’autore della violenza, con il rischio che la dinamica di sopraffazione si riproduca.
Il compito della società civile è quello di non abituarsi alla violenza e di attivarsi sempre per trovare soluzioni e ulteriori spunti di riflessione.
COME RICONOSCERE LA VIOLENZA PSICOLOGICA - “Effettuare incontri che consentano alle donne di riconoscere tutto quello che è violenza è uno dei modi per contrastarla, spiega Antonietta Grandinetti, consigliere su incarico elettivo presso il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania e presidente Commissione Sanità dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania. La violenza fisica si riconosce facilmente; è sulla violenza psicologica che dobbiamo aiutare le donne e la collettività tutta a riconoscerla senza giustificazioni”.
IL RUOLO DEGLI OPERATORI FORENSI - “La violenza di genere resta ancora tra i fenomeni maggiormente allarmanti nel panorama giuridico e sociale italiano, malgrado la proliferazione di normative e tecniche di contrasto rafforzate dai recenti interventi legislativi dettati in materia di reati contro la persona, chiarisce Annamaria Caprio, consigliere Agas. Scopo degli operatori forensi e degli addetti ai lavori è quello di sensibilizzare la collettività al rispetto della Legge mediante la previsione di strumenti preventivi ed ablativi in grado di intervenire da una parte a sostenere la vittima degli abusi e, dall’altra, ad arginare ogni possibile condotta abusante sin dalla fase primordiale”. Dei rapporti tra la tutela penale ed il risarcimento da danno endofamiliare con riguardo alla violenza psicologica secondaria in ambito familiare parla infine Carmen Maria Piscitelli, consigliere Agas.
Dopo Salerno, il progetto itinerante “Innamorati di Te” farà tappa a Parma nel prossimo autunno.
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