Roma – Giornata di confronto in occasione del convegno “Semplificare o estinguersi”, organizzato dagli Stati generali dell'amusement a Roma, oggi, 15 giugno, per fare il punto sul futuro del gioco senza vincita in denaro.
Agli interventi della prima parte della mattinata è infatti seguita una tavola rotonda con i rappresentanti di alcune delle principali associazioni di settore.
BOSA (ANDIMEPA): “NIENTE PROROGHE, MA PROVVEDIMENTI DEFINTIVI” - Giorgio Bosa, presidente di Andimepa, evidenzia: “Prima di questo convegno ci siamo già confrontati in modo tale che questa tavola fosse più animata. Ho visto dell’attenzione da parte dei politici ed era la prima volta che venivano. Pertanto, penso che se dobbiamo avere un futuro nel vero senso della parola sicuramente certe cose vadano cambiate. In questo momento ci sono ancora parecchie incertezze, sono convinto però che se riusciamo a fare concertazione e se riusciamo a portare avanti certe istanze, i politici non possano esimersi dall’ascoltare e risolvere quello che abbiamo come problematica, ovvero l’incertezza. Credo che proroghe non le voglia nessuno perché non si affronta il problema così, ci vuole qualcosa di definitivo per lavorare con serenità”.
FERRO (NEW ASGI): “TROVARE UNA STRADA COMUNE” - Vanni Ferro, presidente di New Asgi, afferma: “Noi gestori abbiamo una problematica importante che non possiamo affrontare. Alla fine di ogni anno abbiamo dei giochi da buttare: le proroghe sono interessanti ma sono soltanto aspirine. Credo che questo lavoro di oggi sia importante ma credo che dobbiamo individuare la giusta strategia. Facciamo tante strade diverse ma in realtà dobbiamo usare una strada comune. C’è una strada che anche oggi non conosciamo e dobbiamo prenderla tutti assieme per decidere chi siamo. Ci troviamo dunque a rincorrere strade diverse, mentre dobbiamo studiare e capire chi vogliamo essere, altrimenti creiamo confusione e presentiamo emendamenti che vedono solo interessi particolari, dobbiamo unirci su un unico progetto che ci porti dei risultati”.
RAGANINI (ANBI): “TROPPE INCERTEZZE PER IL SETTORE” - Marco Raganini, presidente di Anbi, rimarca: “Noi siamo nati pochi anni fa, siamo un’associazione di bowling e intrattenimento italiana, abbiamo sentito la necessità di fare questa associazione durante la pandemia perché eravamo poco conosciuti sia a livello statale e provinciale. I bowling sono frequentati ma quando si tratta di collocarli come strutture di intrattenimento molto spesso si fa fatica a farlo. Nella nostra attività i giochi senza vincita sono una fetta importante e dopo la pandemia abbiamo iniziato a collaborare con gli Stati generali dell'amusement.
Dopo la pandemia ci siamo trovati ad affrontare il problema di una legge di venti anni prima con un gap temporale. Ci troviamo di fronte al problema di capire se siamo regolari o meno, fino a ieri compravi un videogioco e una volta comprato lo potevi far lavorare, pagavi la tassa che dovevi pagare; adesso non è così e siamo costretti a doverci presentare davanti ai clienti con il sorriso, ma con l’incertezza e l’impossibilità di controllo. Tutto questo non fa lavorare facilmente. Noi oggi lavoriamo con le famiglie e con le scuole e non penso che vengano in posti pericolosi. Questo fa capire che le sale giochi che fanno parte dei nostri locali non sono reputate pericolose dai genitori”.
CRISANTI (ANESV): “DELEGA FISCALE, OCCASIONE DA COGLIERE" - Maurizio Crisanti, segretario generale Anesv, esordisce: “Il tema è stato sviscerato in mattinata ma come associazione dello spettacolo viaggiante ci sentiamo estremamente coinvolti per quanto riguarda i giochi in esercizio: siamo a giugno, i primi turisti e villeggianti stanno provando e cominciando a giocare. Il momento è molto intenso e siamo tutti convinti che gli emendamenti presentati al disegno di legge delega per la riforma fiscale, alcuni sull’articolo 38 e altri sull’imposta degli intrattenimenti, siano validi. Credo che le due questioni siano abbastanza collegate, nel senso che una parte dell’attenzione che l’Agenzia dei monopoli hanno evidenziato quanto sia eccessiva rispetto al tema dei giochi della vincita. Questa attenzione riguarda anche l’incasso e l’imposta sui giochi di intrattenimento. Depotenziare questo aspetto delle competenze dell’Agenzia potrebbe portare alla semplificazione di quello di cui abbiamo parlato questa mattina e riguarda uno degli emendamenti dei giochi presentati nella legge delega fiscale. Dalla prossima settimana si continuerà a lavorare. Ci auguriamo tutti che il percorso non sia segnato dal classico maxi emendamento del Governo che straccia tutti gli emendamenti precedenti e riscrive il decreto. Speriamo che le pressioni che abbiamo esercitato portino al fatto che anche in caso di maxi-emendamento sia prevista almeno un’apertura su una semplificazione degli apparecchi che riguardano il comma 7. Speriamo di raccogliere i frutti che abbiamo seminato, sappiamo benissimo quali sono gli scenari peggiori e speriamo invece di poter dire tra poche settimane che gli scenari siano mutati e confidiamo in un’apertura del Governo e in una stabilità che dovrebbe garantire”.
TREDESE (FEE): “ADM VENGA A CONOSCERE DA VICINO I NOSTRI GIOCHI” - Tiziano Tredese del Consorzio Fee offre la sua visione del settore. “È importante che questi 'poliziotti' vengano da noi a capire e che gli facciamo scuola, ci hanno promesso di venire alle nostre sale e non li abbiamo mai visto una fiera ma non lo hanno fatto. Cosa possono capire di nuovo dei nostri giochi se non li conoscono? Ho mandato al signor Giuliani (Antonio Giuliani, direttore dell'Ufficio apparecchi da intrattenimento della Direzione giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Ndr) la descrizione video di come funzionano questi giochi sono di abilità, e non ci cono state risposte. Non conoscono le nostre storie: o si mettono con noi, imparano e cambiano tutte le regole, oppure abbiamo bisogno di copiare e migliorare. Copiamo dagli inglesi, che sono sporchi e cattivi e guerrafondai però in fatto di giochi dobbiamo levarci il cappello. Là infatti i giochi di intrattenimento sono da sempre sotto il ministero della Cultura e dello sport. Sarebbe un sacrilegio se dovessimo copiare dagli inglesi?”.