Non c'è pace per gli ippodromi: Le Mulina di Firenze, Comune e gestore ai ferri corti
Il Comune di Firenze incalza il gestore dell'ippodromo Le Mulina e lo invita a depositare in Soprintendenza il progetto di riqualificazione entro il 13 dicembre, altrimenti adirà le vie legali.
Il futuro di molti ippodromi italiani - come documentiamo spesso sulle pagine di questa testata - appare sempre più a rischio, come rappresenta bene la vicenda dell'impianto romano delle Capannelle, ancora senza un gestore per il 2025 ormai alle porte.
Ma questa situazione incerta vale per diversi altri luoghi che per tanti anni hanno avuto un ruolo di tempio delle corse, e potrebbero tornare ad averlo.
Fra di essi vale la pena ricordare il caso dell'ex ippodromo del trotto di Firenze - Le Mulina - chiuso nel 2012 e a lungo al centro di un contenzioso fra la società che si era aggiudicata la gara ad evidenza pubblica per la concessione di valorizzazione e utilizzazione dell'area a fini economici, Pegaso Srl, e il Comune, poi condannato dal Consiglio di Stato a pagare un risarcimento di oltre 200mila euro.
Agli inizi di novembre per l'impianto è stato prospettato un nuovo inizio, grazie al progetto per il suo recupero presentato proprio della Pegaso srl, al quale la giunta comunale ha dato il nullaosta, per “il recupero di spazio verde attrezzato, la riorganizzazione funzionale del complesso, una riqualificazione sia della parte immobiliare che degli spazi aperti” per rendere la struttura atta ad ospitare molteplici attività: “Attività equestri, sia permanenti come un maneggio, che periodiche come concorsi, campus e corsi”, poi un "museo del cavallo, un’area di bike sharing ma anche spazi per il commercio, ristorazione e attività associazionistica, e una foresteria”.
Tre settimane dopo, ecco che il percorso di rinascita dell'ippodromo sembra di nuovo farsi frastagliato. Secondo quanto rende noto il Comune di Firenze, gli assessori al Patrimonio, Dario Danti, e al Decoro urbano, Caterina Biti, insieme ai tecnici del Comune, hanno effettuato un sopralluogo all'impianto rilevando diverse criticità, che hanno portato l'amministrazione inviare una diffida al concessionario e a chiedergli di inviare subito un cronoprogramma dettagliato degli interventi per ripulire e mettere in sicurezza l’area.
L'assessore Danti sottolinea: "Una situazione indecente e inaccettabile che motiva la diffida inviata venerdì scorso. D'intesa con i nostri tecnici, che ringraziamo per il loro lavoro, chiederemo che il concessionario ci mandi il cronoprogramma degli interventi e depositi, entro il 13 dicembre, il progetto di riqualificazione, che ha già avuto il nostro via libera, alla Soprintendenza. In caso contrario agiremo per le vie legali".
Gli fa eco l'assessora Biti: "La situazione è allucinante, in questi anni è peggiorata e non è stato fatto niente per tutelare una struttura, anche se in concessione, rimane bene pubblico completamente vincolato. L'impianto ha strutture d'epoca, particolarmente belle, che cadono a pezzi. Il concessionario non può rimandarne all'infinito la loro messa in sicurezza".
"Già nell'incontro del 14 ottobre scorso con il concessionario avevamo fatto precise richieste, poi ribadite con la diffida - ricorda l'assessore Danti - ad oggi non solo non è stato fatto niente ma si è pure verificato un incendio. La misura è colma."
I due assessori quindi rimarcano: "Un serio problema per la città che va risolto immediatamente".
Dopo le dichiarazioni dei rappresentanti della Giunta di Firenze, sulla questione interviene anche Dmitrij Palagi, consigliere comunale di Sinistra progetto comune: "Forse la maggioranza dovrebbe imparare a non liquidare chi non era nella coalizione di Sara Funaro.
Dagli accessi agli atti effettuati era evidente che il Comune ha più volte sollecitato la Pegaso Srl a garantire l'integrità dell'area gestita.
Certo, Palazzo Vecchio ha perso nei tribunali, rispetto alla gestione della concessione, ma questo avrebbe dovuto garantire massima attenzione politica da parte della Giunta.
Ci preoccupa questo repentino cambio di atteggiamento. La politica è una cosa seria, come lo dovrebbe essere governare.
Nel tempo abbiamo già più volte chiesto che si provvedesse alla sicurezza dell'area, dalla gestione delle alberature all'occupazione degli spazi, passando per le sanzioni fatte dalla molizia municipale.
Non ci accontentiamo quindi della nota stampa. Chiediamo che ci sia un aggiornamento costante del consiglio comunale e che si inizi a prevedere un futuro pubblico per lo spazio.
Perché solo adesso si prende atto che c'è una possibile inadempienza? Occorre sempre un fatto eclatante per agire, invece di tentare di prevenire?".