Anact: 'A giugno il nuovo presidente', ma per 7 consiglieri il direttivo è illegittimo
15 aprile 2022 - 08:19
Dopo la scomparsa di Ubaldo La Porta, il consiglio direttivo dell'Anact fissa l'elezione del nuovo presidente, l'11 giugno. Ma sette consiglieri si dimettono.
Scritto da Redazione
La prematura scomparsa del presidente Ubaldo La Porta ha generato un effetto domino all'interno dell'Anact - Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, e in particolare del suo consiglio direttivo.
Nella giornata di ieri, 14 aprile, i consiglieri Jacopo Brischetto, Sergio Carfagna, Ciro Cesarano, Dario De Angelis, Francesco Fraccari, Roberto Toniatti e Marco Zafferoni hanno formulato le dimissioni dalla carica rivestita in esso.
“Le dimissioni che seguono la vacanza del posto lasciato dal compianto presidente La Porta comportano ufficialmente il venir meno della maggioranza del consiglio direttivo con impossibilità di funzionamento dell’organo collegiale, circostanza questa che, a norma dell’articolo 20 dello Statuto per il quale '…Qualora venga meno per qualsiasi motivo la maggioranza del Cd. o nell’ipotesi di decadenza del presidente, si procederà a nuove elezioni', impone nuove elezioni del presidente, dei vice presidenti e dei delegati regionali”, si legge in una nota congiunta firmata dai consiglieri dimissionari.
Ciò nonostante “risulta che i vice presidenti Isabella Ceriani e Domenico Galdi, insieme ai consiglieri Aimone Bisacchi, Domenico Bruno, Antonio Costa, Mauro Gaddoni e Natale Lo Cicero hanno convocato una riunione del Consiglio direttivo e adottato provvedimenti che intendono porre in esecuzione, pur non avendone ormai alcun titolo.
Conseguentemente qualunque determinazione dovesse essere adottata o si volesse adottare non potrebbe trovare esecuzione dovendo il Consiglio ritenersi decaduto, come peraltro già comunicato al Collegio dei sindaci gravato dall’avvio delle procedure elettive.
Qualunque provvedimento, atto o azione posto in essere dal Consiglio ormai decaduto dovrà ritenersi illegittimo e/o illecito e sarà opposto in ogni sede consentita da ogni avente titolo a tutela dell’Associazione”, conclude la nota.
“Resta la grande amarezza per l’atteggiamento tenuto dai vicepresidenti e dai consiglieri innanzi citati, che tentano di barattare la democraticità dell’Associazione con la 'poltrona' che hanno occupato finora, anziché rispettare le norme statutarie e condurre l’Associazione verso nuove elezioni, come previsto dall’articolo 20”.
Ciò nonostante “risulta che i vice presidenti Isabella Ceriani e Domenico Galdi, insieme ai consiglieri Aimone Bisacchi, Domenico Bruno, Antonio Costa, Mauro Gaddoni e Natale Lo Cicero hanno convocato una riunione del Consiglio direttivo e adottato provvedimenti che intendono porre in esecuzione, pur non avendone ormai alcun titolo.
Conseguentemente qualunque determinazione dovesse essere adottata o si volesse adottare non potrebbe trovare esecuzione dovendo il Consiglio ritenersi decaduto, come peraltro già comunicato al Collegio dei sindaci gravato dall’avvio delle procedure elettive.
Qualunque provvedimento, atto o azione posto in essere dal Consiglio ormai decaduto dovrà ritenersi illegittimo e/o illecito e sarà opposto in ogni sede consentita da ogni avente titolo a tutela dell’Associazione”, conclude la nota.
“Resta la grande amarezza per l’atteggiamento tenuto dai vicepresidenti e dai consiglieri innanzi citati, che tentano di barattare la democraticità dell’Associazione con la 'poltrona' che hanno occupato finora, anziché rispettare le norme statutarie e condurre l’Associazione verso nuove elezioni, come previsto dall’articolo 20”.
LA REPLICA DI CERIANI - Sulla questione interviene proprio la vice presidente dell'Anact Isabella Ceriani, “chiamata in causa” dai consiglieri dimissionari.
“La dolorosa ed improvvisa scomparsa del professor Ubaldo La Porta, presidente dell’Associazione dal mese di agosto 2020, oltre al sentimento di sgomento e lutto che ha colpito tutto il mondo ippico, ha interrotto un lavoro capillare che il consiglio direttivo stava svolgendo in relazione ai principali temi in discussione con il ministero (delle Politiche agricole, Ndr) ed ha lasciato un grande vuoto anche nella conduzione dell’Anact, ente di riferimento per l’intero movimento del trotto nazionale.
Dopo una prima fase di studio del disposto statutario (che necessita di una interpretazione non avendo lo stesso allora prevista tale fattispecie) e che sembrava condurre ad una ipotesi di decadenza del Consiglio e supplenza da parte del collegio sindacale per portare a nuove elezioni generali, un successivo approfondimento per iniziativa di un gruppo di consiglieri avvalendosi di esperti indipendenti ha invece evidenziato come l’interpretazione più corretta al fine della tutela degli interessi degli allevatori soci e della stessa Anact fosse quella di dare continuità all’azione intrapresa dal Consiglio, gestendo la fase di vacatio ad opera del vice presidente anziano e del Consiglio tutto provvedendo tempestivamente a dare corso agli adempimenti statutari irrinunciabili e convocando le assemblee elettive per l’elezione del nuovo presidente dell’associazione”, sottolinea Ceriani.
“Su convocazione del vice presidente anziano e presidente pro-tempore Domenico Galdi si è quindi riunito (ieri, 14 aprile, Ndr), e legalmente costituito con la presenza di otto consiglieri, il consiglio direttivo dell’Associazione nazionale allevatori cavalli trottatori, in presenza e in video conferenza, assente il collegio sindacale (assenti ingiustificati i consiglieri Brischetto, Cesarano, De Angelis, Fraccari, Toniatti e Zafferoni), che ha provveduto a dare continuità alla vita associativa con la convocazione delle assemblee per eleggere il nuovo presidente in data 11 giugno, proprio per dare modo ai futuri candidati di presentare i propri intendimenti ed i propri programmi agli allevatori soci e consentire un ampio dibattito in proposito. A tale scopo si rammenta che lo statuto associativo prevede l’elezione separata del presidente, dei vice presidenti e dei singoli delegati regionali e non - a differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa - l’elezione di una 'squadra del presidente' proprio per tutelare il diritto di rappresentanza delle singole realtà regionali.
Nel corso del consiglio come richiesto dallo Statuto, si è anche stabilita la data e la sede delle aste Anact per i puledri nati nel 2021 che, come auspicato dal presidente La Porta a cui le stesse saranno intitolate, si svolgeranno a Milano, presso l’ippodromo della Maura, nella data del 19 settembre 2022.
Quando il Consiglio si è sciolto per la sopravvenuta mancanza del numero legale è stata consegnata dal personale dell’associazione una mail pec in cui i consiglieri assenti ingiustificati rassegnavano le proprie dimissioni con argomentazioni quanto meno pretestuose. I presenti si sono limitati a prenderne nota, non essendo più riunito il Consiglio.
Abbiamo ritenuto di dover fare chiarezza su quanto accaduto e sulle reali motivazioni che hanno spinto i sottoscritti consiglieri ad intervenire per evitare un errore grave che avrebbe comportato danni all’Associazione ed agli allevatori, e non certo per tutelare interessi personali o le 'poltrone' che, ahimè, costituiscono più un peso che un motivo di vanto. Abbiamo richiesto al personale addetto al sito dell’Associazione di pubblicare i comunicati relativi all’elezione del presidente e alle aste, che tuttavia non sono stati ancora pubblicati adducendo scuse e motivazioni inconsistenti e per questo inoltriamo il presente comunicato alla stampa per l’informazione e la tutela dei nostri associati.
Il nostro comportamento è stato e non può che essere ispirato da autentico spirito di servizio nei confronti di tutti coloro che ci hanno votati nel luglio del 2020 per un mandato di 4 anni, a differenza di altri che hanno ritenuto con il loro comportamento che Anact fosse un autobus su cui salire o scendere in base alle convenienze del momento. Il nostro slogan era ed è 'Anact casa di tutti gli allevatori'”.
Tale nota reca la firma di Aimone Bisacchi, Domenico Bruno, Isabella Ceriani, Antonio Costa, Mauro Gaddoni, Domenico Galdi, Natale Lo Cicero.
I CONSIGLIERI DIMISSIONARI RICORRONO AGLI AVVOCATI - I consiglieri dimissionari hanno quindi presentato un atto giudiziale di significazione nei confronti del consiglio direttivo, ritenendo “del tutto illegittimi” gli atti di amministrazione adottati dopo le loro dimissioni e chiedendo di “rinnovare con urgenza la carica di presidente dell’Associazione mediante l’avvio della procedura elettiva su iniziativa del Collegio dei sindaci”.
I consiglieri quindi invitano e diffidano il consiglio direttivo rimasto in carica “a cessare ogni attività ostativa alla legittima prosecuzione dell’attività associativa ed a non disporre di beni e di risorse costituenti il patrimonio dell’Associazione” e “i componenti del Collegio dei sindaci, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità ad avviare con estrema sollecitudine e comunque non oltre cinque giorni dalla notificazione della presente diffida la procedura prescritta dallo Statuto per il rinnovo delle cariche vacanti”.
I consiglieri dimissionari infine “avvertono che, in difetto, senza ulteriore avviso procederanno a comunicare la presente al Ministero vigilante e ad inoltrare formale ricorso giurisdizionale in via d’urgenza a tutela dei diritti e degli interessi della collettività degli associati”.