Gli ippodromi italiani, per la loro estensione e la posizione spesso strategica, a volte finiscono nelle mire degli immobiliaristi, che al posto di piste e scuderie puntano a edificare villette bifamiliari o palazzi.
Ma c'è anche chi immagina per gli impianti ippici un futuro diverso. Verde.
L'assemblea che sta organizzando il Bologna climate pride, una parata che si terrà per le vie cittadine il 12 aprile e ha l'obiettivo di sensibilizzare sui temi della giustizia climatica e non solo, ha infatti proposto di trasformare l'ippodromo di Arcoveggio in una “foresta delle ecologie urbane”.
Tale proposta prende le mosse dal fatto che il 30 giugno di quest'anno scadrà la concessione per la sua gestione, affidata finora a Hippogroup Cesenate.
Senza dimenticare che per il futuro dei terreni dove ora sorge l'ippodromo Arcoveggio tempo fa è stata ipotizzata anche la costruzione di una cittadella della formazione tecnica dove fare confluire non solo alcune attività della Fondazione Aldini Valeriani, la scuola di Industrial management di Confindustria Emilia, ma anche tutto il sistema degli istituti tecnici superiori o Istituti tecnologici superiori di alta specializzazione tecnologica e i percorsi di laurea professionalizzanti dell'ateneo Alma mater. Un'idea che ha incassato i favori del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il quale a settembre 2024 affermava: "Stiamo elaborando con Confindustria e Nomisma un'ipotesi di conversione dello stabile che dovrà prevedere una transizione per l'attuale gestione. L'ippodromo rimarrà per un anno o due perché deve trovare una sede alternativa. Incontreremo Cesena Trotto e Hippogroup e ne parleremo".
L'assemblea del del Climate pride – Bologna però ha ben altri piani: “Per costruire pratiche ecologiche dal basso, è necessario riaprire una contesa sullo spazio pubblico. Che deve – anche – essere luogo in cui sperimentare, provare, costruire, socializzare, condividere, realizzare. Pensiamo che a Bologna debbano nascere tanti nuovi spazi delle ecologie urbane, dove desigillare, forestare, ibridare i saperi, reimmaginare le nostre relazioni con e nello spazio pubblico.
Per questo, il Climate Pride del 12 aprile lancia una sfida pubblica alla città: l’ormai ex ippodromo dell’Arcoveggio, dove la concessione dell’attuale gestore scade tra poche settimane, è una grande area che si libera, all’interno di un grande quartiere residenziale ricco di potenzialità e contraddizioni, con un tessuto collettivo che esprime progettualità e proposta sociale. Abbiamo un sogno collettivo possibile: fare dell’ex ippodromo una grande foresta urbana, un grande common aperto e collettivo dove praticare ecologie urbane.
Questo presente non è il nostro futuro: il galeone di persone che attraverserà gli spazi urbani di Bologna nel Climate pride del 12 aprile, costruito negli ultimi mesi durante una pluralità di incontri, riunioni, assemblee, iniziative, è pronto per questa avventura collettiva. Il 12 aprile vogliamo solcare l’oceano di asfalto con vele che si fanno striscioni e una rotta verso altrove possibili, per rilanciare pubblicamente questo immaginario con l’ambizione di iniziare a fargli toccare terra.
Sous les pavés, la plage: costruiamo ecologie urbane, riprendiamoci la città!”