Carelli (Consulta ippica): 'Fare chiarezza su taglio fondi e classificazione ippodromi'
Anita Carelli commenta i possibili tagli sui montepremi per l'ippica e il metodo di classificazione degli ippodromi presentato a Fieracavalli.
Anita Carelli, proprietaria dell'ippodromo di Taranto e rappresentante dei proprietari per l'area trotto nella Consulta nazionale per l'ippica istituita al ministero dell'Agricoltura torna a chiedere risposte sul futuro del settore.
Lo fa innanzitutto attraverso una lettera, inviata al direttore generale della Direzione ippica, Remo Chiodi, e al sottosegretario Patrizio La Pietra, che parte dalla loro mancata risposta ad una precedente richiesta di chiarimenti – inviata a settembre – sul buco nei pagamenti, pari a circa 13,7 milioni di euro attualmente, un ammanco che potrebbe incidere pesantemente sul montepremi previsto per il periodo autunnale. Per Carelli si tratta di “una questione che, senza adeguata trasparenza e comunicazione, continua a destare serie perplessità tra i professionisti della categoria”.
Specie considerando che oggi “si apprende che non solo tale problematica resta irrisolta, ma che si prospetta anche un ulteriore taglio per il montepremi dell'anno 2025. Se, come già indicato, la vostra intenzione era di recuperare i fondi mancanti del 2024 nei prossimi anni, mi chiedo in che modo questo sarà possibile con una riduzione di risorse ancora più marcata”, scrive la proprietaria dell'ippodromo di Taranto all'indirizzo di Chiodi e La Pietra.
“È fondamentale che venga fatta chiarezza e si esponga con franchezza la situazione reale, permettendo così a chi opera nel settore di pianificare il proprio futuro in modo realistico e valutare la sostenibilità del proprio impegno. Chiedo quindi con fermezza una risposta tempestiva e dettagliata, in modo che si possano adottare decisioni consapevoli e rispondere con precisione alle esigenze dei colleghi che rappresento”, conclude, auspicando un riscontro “celere e diretto”.
L'IPPODROMO DI TARANTO, UNA STORIA DI IMPEGNO IGNORATO: FARE NON È PIÙ DI MODA – Carelli quindi dice la sua anche sul metodo di classificazione degli ippodromi presentato durante la recente Fieracavalli, e sulla graduatoria pubblicata in cui in base ai criteri applicati, proposti dall'Università Parthenope, l'ippodromo di Taranto figura al 14esimo posto. “L’ippodromo di Taranto è da sempre un simbolo di dedizione e impegno verso l’ippica e il territorio. Abbiamo lavorato instancabilmente, persino quando il percorso sembrava incerto e gli ostacoli insormontabili, investendo in innovazione e sostenibilità per rendere il nostro ippodromo un punto di riferimento. Tuttavia, la recente valutazione ministeriale ci ha relegati in una posizione ingiusta, mettendo in ombra anni di sforzi, sacrifici e risultati tangibili. Abbiamo combattuto anche quando il centro di allenamento non era più un requisito obbligatorio, tenendo viva una struttura che ha dato lavoro e speranza a tante persone. Abbiamo portato avanti la nostra missione promozionale, lanciando spot e iniziative per mantenere vivo il legame tra ippica e territorio, anche quando non c'era più alcun incentivo a farlo. Ma oggi, ci rendiamo conto con amarezza che 'fare' non è più di moda. La nostra dedizione non ha trovato il giusto riconoscimento, e questo è un danno che va oltre l’aspetto economico: è un colpo profondo alla realtà stessa dell'ippica nazionale. Abbiamo impiegato ingenti risorse per migliorare l’ippodromo: una nuova illuminazione di ultima generazione, il rifacimento delle scuderie, un moderno impianto fotovoltaico per supportare gli operatori e promuovere la sostenibilità. Chiunque conosca e abbia visitato l’ippodromo può confermare la qualità di queste strutture; eppure, anche questi sforzi sono stati ignorati. Nessuno può negare ciò che abbiamo realizzato, perché è lì, visibile agli occhi di tutti. Il benessere animale è sempre stato al centro delle nostre iniziative. Abbiamo promosso adozioni e sviluppato progetti per garantire ai nostri cavalli un futuro dignitoso. Ora, con questo ridimensionamento, ci vediamo costretti a interrompere molte di queste iniziative. Al Ministero, quindi, non abbiamo più nulla da dire: è evidente che abbiamo obiettivi differenti. Mentre noi investiamo per dare un contributo reale, questo impegno sembra non contare più. Siamo coscienti del valore delle nostre azioni e della correttezza del nostro operato. Abbiamo fatto tutto il possibile, con coscienza pulita e determinazione. Tuttavia, la nostra dignità non è in vendita. Siamo pronti a continuare il nostro lavoro, ma non accetteremo che anni di sacrifici vengano liquidati con indifferenza. Non rinunceremo alla nostra dignità, anche se ciò significa adeguarsi a un 'piattume' che sembra ormai prevalere”.
A criticare il metodo di classificazione degli ippodromi interviene anche Roberta Ravello di Horse Angels, associazione animalista dedita alla tutela del cavallo. “Riteniamo che, se la riclassificazione degli ippodromi è in atto, urge rivedere tutti gli impianti senza eccezioni con un occhio particolarmente critico sulla sicurezza a 360°. Non si possono valutare gli impianti sulla base delle autocertificazioni di chi li gestisce. Solo con una collaborazione concreta tra le istituzioni, gli operatori e le forze dell’ordine sarà possibile garantire la sicurezza negli anni a venire, soprattutto se sarà confermato il taglio delle sovvenzioni: meno 7,5 milioni alle società di corse e meno 5 milioni al montepremi. Occorre prevenire ulteriori episodi come quello che si è verificato a Montegiorgio in questi giorni di furto di finimenti a scuderie in transito. Ma anche prevenire i tagli di corrente elettrica (come ipotizzato a Varese per bollette della luce non pagate), e prevenire il decadimento delle strutture dei box di accoglienza (come da segnalazione ricevuta stamane per ippodromo del sud dove sarebbe in gioco la sicurezza dei cavalli) o delle piste. Come associazione che si sta impegnando in volontariato a mandare propri delegati per la valutazione degli ippodromi, sulla sicurezza di cavalli e persone non siamo disposti a fare sconti e auspichiamo che presto ci sia la possibilità di valutare tutti gli ippodromi, perché sino ad oggi abbiamo potuto visitarne solo una manciata”.