La presentazione della classificazione degli ippodromi nel corso di un convegno sul rilancio dell'ippica organizzato dal ministero dell'Agricoltura nell'ambito di Fieracavalli ha suscitato più di qualche malumore fra gli ippici più attivi sui social media.
A destarlo la diffusione di alcune immagini, recanti i punteggi attribuiti agli ippodromi, in cui si vedono ai vertici gli impianti di Milano, Roma e Siracusa per il galoppo, e di Roma, Napoli e Milano per il trotto.
Come è possibile che ci sia Capannelle, lamentano alcuni, considerando che non è neppure certo che nel 2025 ospiterà ancora le corse, visto il flop del bando per la sua gestione lanciato dal Comune? E perché, invece, alcuni ippodromi particolarmente noti per la propria qualità figurano più in basso?
Proviamo quindi a scendere nel dettaglio del metodo di classificazione illustrato nel corso del convegno del Masaf, per capire quali sono i criteri applicati.
Ma innanzitutto va rimarcato che è una classificazione ufficiosa elaborata dall'Università Parthenope di Napoli - sulla base dei dati comunicati dalle società di corse, con autocertificazione -, definendo un benchmark di riferimento verso l'alto, uno standard che fissa i requisiti verso l'alto, non i requisiti minimi (che invece devono essere garantiti da tutti gli impianti, indipendentemente dalla classificazione).
Bisognerà ora aspettare il decreto del sottosegretario Patrizio La Pietra che ufficializza i criteri per la classificazione e, soprattutto, il decreto del direttore generale della Direzione ippica, Remo Chiodi, che definirà i numeri veri e propri della classificazione.
Poi, come illustrato anche dal sottosegretario e dal direttore generale, va premesso che si tratta di una "classificazione dinamica", composta da macro-criteri che tengono conto della struttura dell’impianto e che a loro volta si dividono in sotto-criteri come l’analisi delle tribune e i criteri di vigilanza, fra i quali al momento non figura anche la qualità dei servizi offerti, valutata a partire da gennaio 2025 da un’apposita commissione in maniera continuativa.
Quanto emerso finora quindi ha il carattere della provvisorietà.
Un operatore non migliora la qualità del proprio ippodromo in automatico scenderà, perdendo delle giornate e dei finanziamenti, chi invece investe e migliora verrà premiato.
Allo stato attuale, come spiegato da Fabio De Felice, professore dell'Università Parthenope di Napoli, esperto di modelli matematici e ideatore del metodo applicato - Ahp - Analytic hierarchy process (Processo di gerarchia analitica, Ndr) - i criteri individuati sono diversi.
Innanzitutto "Impianti, strutture e servizi destinati alle corse", includendo fra i sottocriteri: caratteristiche delle piste da corsa; qualità delle immagini riprese tv (full Hd); impianto di illuminazione; aree dedicate alle corse (sale fantini e guidatori, area peso, box di transito, aree per commissari, medici, veterinari etc). E inclusa anche la "qualità delle strutture" ma precisando che la valutazione sarà effettiva "dal 2026".
Il secondo criterio fa riferimento a "Impianti, strutture e servizi destinati al pubblico ed ai proprietari". In questo caso i sottocriteri sono: area attrezzata dedicata al pubblico (tondino, parco giochi per bambini, infermeria etc); tribune (capienza, aree coperte e climatizzate); area attrezzata per i proprietari (sala proprietari, club house, sala vip); servizi di ospitalità (bar, ristoranti, servizi igienici, parcheggi); impianti tecnologici (maxi schermi, wi-fi, impianto audio).
Come nel criterio precedente, viene esplicitato che la qualità dei servizi per il pubblico/proprietari verrà valutata dal 2026.
Il terzo criterio è "Impianti, strutture e servizi destinati all'allenamento". Il sottocriteri concernono: le caratteristiche delle piste (lunghezza, larghezza, superficie), le piste di allenamento, i centri di allenamento esterni ed interni; i box dedicati; altre aree e servizi (piste per puledri, tondini per la doma, area giostre, area paddock, ambulatorio veterinario, docce per cavalli); vigilanza del centro di allenamento (servizio di vigilanza, servizi, alloggi per gli addetti all'allenamento).
Come nei criteri precedenti, per la qualità degli impianti destinati all'allenamento la valutazione sarà attiva dal 2026.
Il quarto criterio è "Capacità gestionale ed attrattività degli impianti, strutture e servizi". I sottocriteri individuati sono: ricavi da extra sovvenzioni limitate alle attività ippiche; spettatori paganti registrati e non paganti; biglietti emessi dai terminali sul campo; volume delle scommesse interne ed esterne. Si precisa che spettatori, rating per corse omogenee e sviluppo di impianti, strutture e servizi green verranno valutati dal 2026.
Per meglio chiarire il "peso" dei criteri e dei sottocriteri sopra enunciati nella classificazione degli ippodromi ci affidiamo alla slide presentata nel corso del convegno di Fieracavalli.
Alla fine della presentazione viene ribadita ulteriormente l'importanza della valutazione della qualità degli impianti, delle strutture e dei servizi dedicati alle corse negli ippodromi, attraverso la proposta di un approccio multi dimensionale e multi modale.
L'obiettivo? Un percorso di miglioramento continuo delle strutture e degli impianti.
Il gruppo di lavoro che ha determinato i criteri e i sottocriteri della classificazione degli ippodromi esprime così la sua vision in proposito: "Aspiriamo a creare un'esperienza immersiva per gli appassionati, ponendo al centro il benessere equino, elevando lo standard di servizi e strutture, puntando all'eccellenza perseguendo la sostenibilità, l'innovazione, il coinvolgimento della comunità locale e del tessuto dell’ippica, la diversità delle attrazioni e la valorizzazione della tradizione ippica, stimolando così crescita economica e culturale".
Che è quello che auspicano tutti gli amanti dell'ippica, e del quale speriamo di poter dare conto sulle pagine di questa testata.