Ippica, settore attende notizie su tagli e classificazione degli ippodromi
Il Masaf assicura che per conoscere le vere risorse per l'ippica in Manovra si dovrà aspettare fine anno. Verranno verificate le dichiarazioni degli ippodromi per la classificazione.
Scritto da Fm
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Nelle tabelle presentate dal ministero dell'Economia e delle finanze in vista del varo della legge di Bilancio per il 2025 hanno trovato posto anche alcune cifre riguardanti l'ippica. Prefigurando 7,5 milioni di tagli per le società di corse e 5 milioni in meno per il montepremi.
Cifre che sono immediatamente state diffuse fra gli ippici, evidenziando le conseguenze che questi tagli comporterebbero per il settore. Ma non è detta l'ultima parola.
Dai vertici del ministero infatti sottolineano che l'iter della legge di Bilancio è ancora in corso, e che per vedere quante risorse saranno effettivamente a disposizione bisognerà aspettare la fine dell'anno, puntualizzando che oltre alle somme in questione “ciò che conta è come verranno spese”.
In parallelo, nel comparto c'è attesa anche in merito alla classificazione degli ippodromi presentata nel corso di un convegno sul rilancio dell'ippica organizzato dal ministero dell'Agricoltura nell'ambito di Fieracavalli.
Come ribadito anche dal Masaf, si tratta di una classificazione ufficiosa elaborata dall'Università Parthenope di Napoli - sulla base dei dati comunicati dalle società di corse, con autocertificazione -, definendo un benchmark di riferimento verso l'alto, uno standard che fissa i requisiti verso l'alto, non i requisiti minimi (che invece devono essere garantiti da tutti gli impianti, indipendentemente dalla classificazione).
Bisognerà quindi aspettare il decreto del sottosegretario Patrizio La Pietra che ufficializza i criteri per la classificazione e, soprattutto, il decreto del direttore generale della Direzione ippica, Remo Chiodi, che definirà i numeri veri e propri della classificazione.
Intanto però oggi il ministero fa sapere che "verranno verificate le dichiarazioni degli ippodromi ritenute incongruenti".