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Pdl Ippicoltura, Gadda (Iv): 'Commissione Finanze esclude allevamento imprenditoriale da agevolazioni'

05 marzo 2024 - 17:24

Nel parere della commissione Finanze della Camera sulla proposta di legge sull'ippicoltura vengono 'escluse agevolazioni fiscali per l'agricoltura per l'allevamento svolto in forma imprenditoriale'. Il commento di Maria Chiara Gadda (Italia viva).

Scritto da Fm
Nella foto: la deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva) © Pagina Facebook ufficiale

Nella foto: la deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva) © Pagina Facebook ufficiale

Colpo di scena nell'iter della proposta di legge 'Disciplina dell'ippicoltura' di Maria Chiara Gadda (Italia viva) che sembrava ormai in dirittura d'arrivo  per l'approvazione da parte della Camera, con l'arrivo in Aula previsto per l'11 marzo.

Nella seduta di oggi, 5 marzo, è arrivato il parere della commissione Finanze, che è sì, “favorevole”, ma come osserva a GiocoNews.it la deputata Gadda, contiene delle osservazioni che di fatto affossano la sua proposta di legge, in quanto ne “stravolge il senso”.

Questo fatto, rimarca Gadda, dimostra quanto “il Governo sia disinteressato al settore. La mia proposta mirava a riconoscere e inquadrare la filiera dell'ippicoltura, un primo passo dei tanti che servirebbero per il suo effettivo rilancio, per inserire molte imprese in una cornice legislativa più chiara dal punto di vista fiscale.

Quanto successo oggi lascia sbigottiti, visto che nella scorsa legislatura la proposta di legge aveva ricevuto il voto favorevole della Camera, e non era stata approvata dal Senato solo per l’interruzione anticipata del Governo Draghi. Spero che ora il ministero dell'Agricoltura fornisca una relazione tecnica per chiarire al ministero dell'Economia e delle finanze quello che oltre un anno fa, ai tempi del Governo Draghi, era già chiaro, a partire dall’inquadramento nella filiera agricola delle attività che ne hanno i requisiti secondo l’articolo 2135 del codice civile. Altrimenti, ciascuno si prenderà le sue responsabilità. Senza considerare che in questa legislatura, grazie al lavoro di tutti, il testo è stato anche migliorato”.

Da mesi Italia viva ne aveva chiesto la calendarizzazione in aula,  e oggi in commissione Agricoltura si sarebbe dovuto dare il mandato al relatore.

La deputata quindi mette in evidenza quali sono le condizioni espresse dalla commissione Finanze che a suo dire sono surreali. “Se dobbiamo escludere dalle attività di ippicoltura 'l’allevamento svolto in forma imprenditoriale' di grazia a chi dovremmo fare allevare stalloni, fattrici e purosangue? Agli amatori in giardino? A chi dovremmo fare valorizzare le razze autoctone e non autoctone? Delle due, l’una. Sciatteria al governo tale per cui le proposte di legge dell’opposizione - votate all’unanimità la scorsa legislatura e condivise dal settore - non vengono neanche seguite con la dovuta attenzione, o c’è proprio la volontà di continuare a non dare risposte a queste imprese?”.

Chiediamo quindi all'esponente di Italia viva se in questo inaspettato inciampo possa c'entrare qualcosa anche il disegno di legge depositato al Senato da Bartolomeo Amidei (Fratelli d'Italia), il cui contenuto integrale  è stato reso noto pochi giorni fa, chiedendo in sostanza una semplificazione legislativa per favorire lo sviluppo della filiera agricola legata all'ippica e la creazione di un'Agenzia per la promozione del cavallo allevato in Italia. 

"Diciamo che quando si concorda su un testo, per altro condiviso dalle imprese di settore, basta votarlo a favore senza stare a creare inutili duplicati. 
Il Ddl recentemente presentato da Amidei riprende la mia vecchia proposta, presentata nella scorsa legislatura. Già allora, per consentire al settore di portare a casa un primo risultato grazie a un migliore e organico inquadramento fiscale, si fece all’unanimità la scelta di scorporare dalla Pdl la costituzione di un'agenzia per il settore e la legge delega al Governo per la riforma dell'ippica. 
Sono questioni chiave ed urgenti anche per me, ma tenerle dentro ad una Pdl ordinaria senza avere le dovute coperture è solo un modo per non vedere approvato il testo.
Invece penso che questa nostra eccellenza del made in Italy si meriti delle risposte concrete e urgenti, sull’inquadramento fiscale così come sul regime Iva da allineare a quello degli altri Paesi europei. Intanto, dopo questo scivolone della maggioranza, la Pdl non arriverà più in Aula lunedì prossimo. Spero che qualche giorno in più possa portare consiglio.”

 

Alla luce di quanto accaduto, l'esame del testo nell'Aula della Camera è stato rinviato a lunedì 18 marzo.

Prima di allora la proposta di legge dovrà passare sotto la lente della commissione Agricoltura, a cui è stata assegnata in sede referente, dopo il rinvio dell'esame deciso per non recepire i contenuti del parere espresso dalla commissione Finanze. Stessa cosa per la commissione Bilancio.

Quindi, come sottolinea ancora Gadda, “se nel frattempo il ministero dell'Agricoltura riuscirà a spiegare al ministero dell'Economia e delle finanze, potremmo evitare di avere parere analogo dalla Bilancio (le condizioni della Bilancio, ex articolo 81, a differenza delle altre commissioni devono essere recepite)”.

IL TESTO INTEGRALE DEL PARERE – Di seguito, ecco il testo integrale del parere espresso dalla commissione Agricoltura della Camera.

“La VI commissione, esaminato ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, il nuovo testo della proposta di Iegge C. 329 Gada, recante: 'Disciplina dell'ippicoltura', preso atto che l'articolo 1 del provvedimento prevede una generalizzata applicazione alle attività di ippicoltura, come ivi definite, dell'insieme delle disposizioni fiscali e previdenziali vigenti previste per il settore agricolo; osservato che la definizione di ippicoltura risultante dal testo approvato dalla Commissione di merito appare travalicare i confini delineati dal sistema fiscale con riferimento all'attività agricola, oggetto di regime fiscale agevolato; preso atto che le norme in esame rischiano di estendere il regime fiscale di favore, attualmente previsto per le imprese agricole, anche ad ad attività commerciali operanti in settori diversi, quali il turismo, lo sport e la ricerca scientifica; rilevata pertanto l'opportunità di circoscrivere la nozione di ippicoltura a fini fiscali ad attività che rientrino a pieno titolo tra le attività agricole, applicando in misura selettiva e mirata le agevolazioni previste; preso atto che il comma 6 dell'articolo 1 istituisce una nuova aliquota Iva agevolata al 5,5 percento, da applicare alla cessione e alla vendita degli equidi disciplinati dalla proposta medesima, nonché di quelli impiegati nell'attività sportiva professionale giunti a fine carriera; richiamata sul punto l'esigenza di rispettare i limiti previsti dalla normativa europea in ordine al numero di aliquote Iva agevolate e al novero dei beni e servizi assoggettabili alle medesime, esprime parere favorevole con le seguenti condizioni: 1) provveda la Commissione di merito ad escludere dal novero delle attività di ippicoltura cui si applicano le agevolazioni fiscali per l'agricoltura le seguenti attività: - l'allevamento svolto in forma imprenditoriale; - quelle aventi ad oggetto gli equidi che hanno raggiunto la maturità e, previa selezione, sono avviati all'esercizio agonistico e l'esercizio e la gestione di stazioni di fecondazione, l'assistenza alla produzione del seme e la relativa gestione; - la valorizzazione e la promozione delle razze autoctone e non autoctone, anche attraverso la partecipazione a manifestazioni ludiche e a raduni di turismo equestre: - la gestione di scuole di equitazione o l'utilizzo dell'equide per scopi sociali; - la gestione di equidi per conto terzi, anche non allevatori; - la promozione in ogni sede di attività di studio delle tecniche di ippicoltura, tirocini e attività formative, anche in collaborazione con istituti scolastici, con gli allevamenti presenti sul territorio e con le cliniche veterinarie universitarie 2) provveda la Commissione di merito a modificare il comma 5 dell'articolo 1, al fine di circoscrivere la determinazione agevolata del reddito imponibile prevista dall'articolo 56-bis, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 alle seguenti attività:  la doma, l'addestramento, la custodia e il ricovero dei cavalli; l'utilizzo dell'equide per ippoterapia;  la gestione e il mantenimento di equidi di qualunque età anche qualora non più impiegati in attività di qualunque genere; le attività di mascalcia; 3) provveda la Commissione di merito a circoscrivere l'applicazione dell'articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, alle attività di ippicoltura solo se dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso che utilizzano o possono utilizzare il fondo, nonché le disposizioni di cui all'articolo 34-bis del medesimo decreto n. 633 del 1972 alle attività connesse a quella di ippicoltura se dirette alla fornitura di beni e servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata; 4) provveda la Commissione di merito a modificare il comma 6 dell'articolo 1, assoggettando ad aliquota Iva ridotta al 10 per cento, di cui alla Tabella A, parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le sole cessioni di equidi non destinati alla produzione di alimenti; 5) provveda la Commissione di merito a specificare che, agli effetti della normativa in materia di previdenza e assistenza sociale, compresa quella relativa all'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, si considerano lavoratori agricoli dipendenti gli operai assunti a tempo indeterminato o determinato dalle imprese che esercitano una delle attività che comprendono, nell'ambito dell'allevamento, la gestione della riproduzione, della gestazione, della nascita e dello svezzamento degli equidi, nonché dell'allevamento ai sensi dell'articolo 2135, commi 1 e 2, del codice civile”.

 

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