Riapertura al pubblico, ippodromi: 'Traguardo da cui ripartire'
Ippodromi soddisfatti per la riapertura degli impianti al pubblico dal 15 maggio, nelle 'zone gialle', e la ripresa dell'accettazione delle scommesse: 'Ora velocizzare pagamenti e riprendere confronto su riforma'.
C'è soddisfazione, nel mondo degli ippodromi, per l'annunciata riapertura delle porte al pubblico a partire dal 15 maggio, secondo la circolare diramata dal ministero delle Politiche agricole nel pomeriggio di ieri, 10 maggio, con la firma del direttore generale Oreste Gerini.
Una apertura al 25 percento della capienza, come per gli stadi, e fino a mille persone. Ovviamente nelle regioni in "zona gialla", e secondo delle linee guida ben precise, consultabili nella loro interezza a questo link.
La soddisfazione degli operatori va al di là del ritorno degli spettatori sulle tribune, e che accende una speranza anche per il rilancio del settore, a pochi giorni di distanza dall'attribuzione formale della delega al sottosegretario Francesco Battistoni.
La pubblicazione della circolare infatti diventa anche un'occasione per chiedergli di procedere con alcune importanti innovazioni, attese da troppo tempo, all'insegna del confronto con le categorie.
Ma vediamo, di seguito, quali sono i commenti e i desiderata di alcuni dei rappresentanti dei maggiori ippodromi italiani.
"Un importante e positivo passo avanti del quale ringraziamo molto il sottosegretario Battistoni ed il direttore Gerini per il lavoro svolto e per il risultato raggiunto.
Le società di corse associate assicurano il totale rispetto dei protocolli sanitari ricevuti, sperando di poter tornare presto alla normalità".
D'Angelo quindi ne approfitta per auspicare la risoluzione degli "aspetti legati alla lentezza delle procedure dei pagamenti agli operatori e dei contratti alle società di corse", per poi lanciare un appello al sottosegretario Battistoni, ringraziandolo "per la passione, l’impegno e l’ottimismo che ci ha trasmesso con la sua presenza negli ippodromi", rimarca. "Ci sono tre strade che si potrebbero percorrere per trovare fondi. Ad esempio da un'applicazione in senso ampio del Recovery fund alla filiera ippica, che viene definita tale nel Dpcm, e che deve esserlo quando si tratta di usufruire delle risorse a disposizione. Oppure si potrebbe ricorrere ai proventi derivanti dalla vendita delle riprese televisive delle corse all'estero. O, ancora, definire delle norme per velocizzare i pagamenti agli operatori, riaffidandoli, come è stato in passato per un trentennio, alle società di corse, che li espletavano in 30/40 giorni mediamente. Un modo per non gravare sulla ragioneria ministeriale, che attualmente ha tempi di pagamento di quattro mesi, e procedere nella semplificazione e sburocratizzazione indicata dal ministro Renato Brunetta".
Ringraziamo il sottosegretario con delega all’ippica Battistoni e lo staff del Mipaaf, a partire dal capo dipartimento Saverio Abate e dal direttore generale Oreste Gerini, fino alla dirigente Stefania Mastromarino".