Come noto, dal 1° aprile tutti i Paesi aderenti all'Uet - Unione europea del trotto – Italia compresa – hanno dovuto adeguare la propria regolamentazione sull'uso della frusta, nell’ottica del rispetto del benessere animale e dell’etica e trasparenza delle corse al trotto.
Sono già scattare le prime sanzioni per il mancato rispetto delle nuove norme, ma come riferisce il sito “Grande ippica italiana”, “grazie al grande lavoro preventivo e informativo fatto dai presidenti di Giuria l’impatto delle decisioni è stato, al momento, meno 'duro' di quanto non avvenne alcune stagioni addietro quando ci fu la prima stretta' sull’uso della frusta. Otto gli appiedati a Taranto martedì, sei a Palermo e tre a Roma nella giornata di ieri, 2 aprile”.
Il coordinatore delle Giurie del trotto, Stefano Sedia, dichiara in proposito: “È cambiato o sta comunque cambiando radicalmente e in maniera repentina il modo di guidare i cavalli, ma è un fenomeno che è stato posto in essere già dall’inizio dell’anno grazie anche alla lunga e capillare campagna informativa che stiamo portando avanti in tutti gli ippodromi. È chiaro che ci si deve abituare alle nuove norme e che un primo bilancio potremo farlo solo tra qualche settimana. Il vero problema risiede nel fatto che non è data alle giurie la facoltà di valutare l’intensità del colpo. Quindi l’unico parametro è quello della gestualità e del movimento per cui è su quello che bisogna lavorare, mi rendo conto che per alcuni all’inizio potrà essere difficile abituarsi. Noi continueremo ad informare in maniera preventiva sull’applicazione delle nuove norme.”
La nuova regolamentazione è stata contestata anche da parte dei guidatori, dopo i provvedimenti presi ieri all'ippodromo romano delle Capannelle: per protesta, riporta ancora “Grande ippica italiana”, diversi driver hanno ritardato di 15 minuti lo svolgimento della corsa successiva proprio per sensibilizzare le istituzioni preposte al controllo delle corse sulla, secondo loro, eccessiva severità nell’applicazione delle nuove regole”.
“Così non è più guidare – ha affermato Lucio Becchetti, rappresentante dei professionisti romani – siamo i primi a non voler colpire i cavalli per punirli e per provocare loro dolore, ma dobbiamo avere la possibilità di correggerli, di indirizzarli e questo le nuove regole non ce lo consentono. Se si punisce addirittura un movimento del busto o un allargamento del braccio teso a 'far vedere' la frusta e non a colpire, diventa impossibile, oltre che rischioso stare in corsa. Io, ad esempio, ho dovuto fare un movimento scomposto per evitare di urtare un avversario, cosa che avrebbe potuto provocare una caduta, con conseguenze ben più gravi per uomini e animali di quelle di un colpo di frusta, e sono stato punito. Inoltre abbiamo anche l’obbligo di tutelare proprietari e scommettitori cercando di incitare al meglio il cavallo. Ieri un mio collega ha perso una corsa e il relativo premio perché non ha potuto sostenere a fondo il proprio allievo in retta di arrivo mentre era in lotta con l’avversario, perché non tutti i cavalli sono uguali e non reagiscono allo stesso modo in corsa. Cosa penseranno il proprietario che ha perso il premio e lo scommettitore che non ha visto difese appieno le proprie chance di vittoria? In un mondo dove il sospetto è sempre latente, un’applicazione così restrittiva di norme, beninteso, in assoluto condivisibili, non ci tutela.”