“Il provvedimento gravato appare anche porsi in contrasto con il principio di proporzionalità, avendo previsto l’utilizzo degli apparecchi – comunque autorizzati - per una sola ora al giorno.”
È coinciso ed esaustivo il tribunale amministrativo regionale per l'Emilia Romagna nella sentenza con cui accoglie l’istanza cautelare proposta da alcuni operatori di gioco – rappresentati dagli avvocati Generoso Bloise (associazione Sapar) e Massimo Piozzi (associazione Astro), contro il Comune di San Lazzaro di Savena (Bo), che lo scorso marzo ha varato un'ordinanza per consentire l'accensione delle slot degli esercizi commerciali entro 500 metri dai luoghi sensibili - che hanno ancora contratti di noleggio in essere - solo dalle 11.30 alle 12.30.
Una scelta molto contestata dalle associazioni di rappresentanza del settore, che ai tempi infatti si erano dette “pronte ad adire le vie legali”.
Per i giudici amministrativi “appare suscettibile di favorevole considerazione la censura con cui si lamenta il difetto istruttorio in ordine alla effettiva e concreta situazione del territorio comunale rispetto alle problematiche conseguenti all’utilizzo degli apparecchi di gioco in questione, problematiche cui l’Amministrazione comunale avrebbe inteso fare fronte con l’adozione dell’atto gravato”.
Il Tar quindi sospende l'ordinanza impugnata e fissa per la trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica del 5 novembre 2024.
LA NOTA DI ASTRO – L'associazione Astro, in una nota, commenta così la decisione del Tar Emilia Romagna: “Quanto accaduto ci offre un ulteriore spunto per ribadire che il problema della dipendenza da gioco è talmente serio da non poter essere svilito con interventi spot, utili soltanto ad operazioni di propaganda politica a scapito delle piccole e medie imprese, e dei rispettivi lavoratori.
Se poi qualcuno crede che la ludopatia possa essere combattuta riportando il gioco nella clandestinità, dovrebbe assumersi la responsabilità di sollecitare le forze politiche di appartenenza, presenti in Parlamento, affinché si facciano portatrici di una proposta di legge per l’abolizione del gioco legale.
Si tratterebbe di una legittima e trasparente assunzione di responsabilità, più coerente rispetto alla strategia surrettizia che mira allo smantellamento del sistema del gioco pubblico legale attraverso il sabotaggio delle imprese che, per conto dello Stato, ne esercitano l’offerta”.
IL COMMENTO DI DISTANTE (SAPAR) - “Un provvedimento che avevamo previsto e che dà l’idea di come sia sbagliato ed ingiusto colpire gestori e piccole e medie imprese solo per la colpa di offrire intrattenimento sicuro e controllato” – sottolinea il Presidente di Sapar Domenico Distante – “Questa voglia dei sindaci di mettersi in mostra, di colpire il settore del gioco legale senza nemmeno conoscerlo non ha senso. Molte volte rifiutano il confronto e vanno avanti con battaglie che fanno solo danni. Chi si è confrontato con noi ha sempre avuto un quadro realistico della situazione. Un confronto che spesso ha permesso a sindaci e giunte comunali di evitare figuracce come quella di San Lazzaro.
Più volte siamo intervenuti presso gli Enti locali evidenziando come certe ordinanze non solo danneggino gli esercenti, che ricordo sono la prima linea di contrasto al gioco illegale e di tutela dei minori, ma anche che permettano alla criminalità organizzata di occupare spazi fisici e di tempo con tutte le conseguenze pericolose che ciò comporta. Il riconoscimento da parte del Tar dell’Emilia Romagna che il limite di una sola ora di accensione per gli apparecchi da gioco sia ingiusto è la conferma – conclude Distante – che quella portata avanti dalla Sapar è una linea di condotta equilibrata e che tiene conto delle esigenze di tutti gli attori in campo, dall’imprenditoria alla salute pubblica, dall’utente alla forza lavoro”.