Bando gioco online: nuovo testo in arrivo, ma in forse il decreto legislativo
Continuano i lavori in corso dietro le quinte della politica sulle norme che dovranno portare alla prossima gara per l'online: anche se il decreto delegato potrebbe slittare.
Mentre l'industria del gioco pubblico attende di conoscere le sorti della futura gara per il rinnovo delle concessioni sul gioco online, tra Palazzo Chigi e Via Venti settembre proseguono i lavori di stesura delle nuove norme che dovranno portare al bando.
Con gli ultimi ritocchi che i tecnici del Mef stanno cercando di mettere a punto al testo di decreto legislativo attuativo, in parte, della legge di delega fiscale, dopo che le prime bozze circolate nelle scorse settimane avevano alzato un polverone notevole dentro e fuori all'industria, scatenando anche qualche polemica, che faceva già intravedere lo spettro di un contenzioso già all'indomani dell'emanazione del futuro testo di legge.
Al punto che il provvedimento non è mai arrivato al Consiglio dei ministri dove, era atteso da tempo e dove si attende ancora oggi.
Ma nel Governo non è ancora stata archiviata l'ipotesi di bandire la gara. Anzi, al netto di qualche ritocco, il testo definitivo potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, mentre si stanno scrivendo gli ultimi dettagli. In particolare, le ultime indiscrezioni trapelate dai palazzi parlano dell'inserimento di una clausola “salva-aziende” che consentirebbe di restituire allo Sato una concessione infruttuosa prima della scadenza.
Una misura, forse, dettata proprio dal timore di veder bandita una gara difficile da gestire per molte aziende, come è stato più volte segnalato dagli addetti ai lavori, all'indomani della pubblicazione delle prime stesure del provvedimento. Ma c'è chi ci vede qualcosa in più, parlando di una “manina” che avrebbe inserito nel provvedimento un articolo, preso in prestito dal Codice degli appalti, che consentirebbe alle future società concessionarie di ricontrattare o - addirittura - restituire allo Stato le eventuali concessioni che si rivelino infruttuose o poco redditizie.
Al di là degli effetti che tale disposizione potrebbe avere sulle future concessioni online, tuttavia, tale misura andrebbe più che altro a costituire un precedente legislativo che potrebbe quindi essere ripreso più o meno automaticamente anche sulle future e ulteriori gare nello stesso settore. E qui i possibili impatti potrebbero essere differenti.
Sta di fatto, tuttavia, che ad oggi non si conosce ancora la data di approdo del nuovo decreto in Consiglio dei ministri. E, anzi, inizia a circolare l'ipotesi che il decreto legislativo possa addirittura slittare a data da destinarsi, ma non la gara: la quale potrebbe comunque trovare spazio in uno dei provvedimenti in arrivo, a partire dall'ormai imminente legge di Bilancio. Magari con un qualche ritocco (al ribasso) della quota di partecipazione alla gara, che nella precedente bozza era stata fissata alla cifra di 7 milioni di euro e che potrebbe essere diminuita tra i 5 e i 6,5 milioni di euro: ovvero all'interno di quella stessa fascia che era stata indicata dalla Commissione dei saggi che avevano lavorato alla stesura dei testi preparativi alla legge delega lo scorso settembre. Oltre al tema delle cosiddette “skin”, che da divieto assoluto si potrebbe tramutare in una limitazione (onerosa) a 3 o 5 unità per operatore.
Ancora però non sono conclusi i lavori dietro alla norma, mentre il clima continua ad essere rovente: per un settore, chissà perché, che fa sempre discutere, seppure sottovoce.
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