Distanziometro: dopo il decreto del CdS il Comune di Trento sospende i controlli
Secondo l'avvocato Cardia, difensore dell'azienda che ha presentato l'istanza, così l'intero comparto guadagna almeno un mese di lavoro, ma ci sono vantaggi anche per Erario e utenti.
Scritto da Daniele Duso
"Un mese in più di lavoro per le imprese del gioco, ma anche gettito erariale, maggior controllo dei territori e più tutela degli utenti dall’offerta illegale". Questo, sottolinea l'avvocato Geronimo Cardia, significa la nota del Comune di Trento, inviata alle aziende del settore del gioco (ma anche alla provincia di Trento, all'avvocatura civica e alla polizia locale) annunciando la sospensione dei controlli per la rimozione degli apparecchi da gioco sul territorio comunale.
"L'amministrazione comunale", si legge nella nota firmata dall'assessore ai Lavori pubblici, attività economiche e agricoltura, Roberto Stanchina, e dalla dirigente del Servizio edilizia privata e Suap, Elisabetta Morelli, "preso atto dei decreti cautelari adottati dal presidente del Consiglio di Stato in merito alla sospensione dell'efficacia dei provvedimenti di rimozione degli apparecchi da gioco sul territorio comunale, collocati ad una distanza minore di 300 metri dai luoghi sensibili (indicati dalla legge provinciale n. 13 del 2015, Ndr), in attesa dell'udienza fissata il prossimo 12 gennaio 2023 che deciderà in merito alle misure cautelari, ritiene di sospendere le funzioni di controllo e vigilanza fino a diversa comunicazione".
Una nota rivolta a tutto il comparto del gioco, che dunque potrà continuare a lavorare senza problemi quantomeno sino al 12 gennaio, data fissata dal Consiglio di Stato in seguito al ricorso firmato dall'avvocato Cardia, difensore di un'azienda del settore colpita dal provvedimento.
Quello pubblicato a inizio dicembre dal Consiglio di Stato è il primo decreto cautelare per il distanziometro espulsivo della provincia di Trento con cui viene sospesa, anche se temporaneamente, la chiusura di una una sala, ma la sua importanza esula i confini della provincia trentina, visto che, come ha notato lo stesso Cardia, il Decreto monocratico ha richiamato il fatto che "la problematica dell’effetto espulsivo riguardi più regioni", accennando anche alla situazione dell’Emilia Romagna".