Questione territoriale, i fronti aperti e le leggi sul gioco in divenire da Trento al Lazio
In attesa del riordino nazionale, che forse passerà dalla riforma fiscale, sono tante le leggi regionali sul gioco che potrebbero cambiare, grazie al confronto con gli Esecutivi e all'interno dei Consigli.
Smaltito lo stand by tipico dell'inizio anno e superato l'appuntamento con le elezioni regionali in Lazio e Lombardia, è ora di tornare a concentrare lo sguardo sui territori e sull'evoluzione delle normative in materia di gioco, tutt'ora in divenire.
Sono tanti i fronti aperti e le modifiche alle leggi in essere che potrebbero arrivare o almeno essere avviate nei prossimi mesi.
A cominciare proprio dalle regioni protagoniste dell'ultima tornata elettorale.
Nel Lazio infatti il neo governatore Francesco Rocca e soprattutto la Giunta che formerà dovranno rispondere alle richieste di confronto del settore in merito alle norme sul gioco contenute nella legge di Stabilità regionale 2022 e in particolare alle criticità relative all'applicazione della circolare inviata dalla Regione ai primi di gennaio con una serie di prescrizioni volte “a interrompere l’eventuale l’immersione compulsiva nel gioco” attraverso orologi, sistemi di diffusione sonora e cartelli informativi da installare nelle sale. Con un aggravio delle incombenze e dei costi per gli operatori, che in alcuni casi hanno dato già mandato ai propri legali per l'invio di una diffida alla Regione. Auspicando però la prosecuzione del dialogo e magari un ripensamento da parte dell'Esecutivo.
Appare meno complicata la situazione per la nuova giunta regionale lombarda guidata ancora da Attilio Fontana, che forse potrebbe ritoccare la legge sul gioco del 2013 partendo dalla nuova legge Antimafia approvata dal consiglio regionale lo scorso dicembre, con un comma specifico sulle iniziative per il contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore oppure prendere spunto dalla proposta di legge per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico presentata nella scorsa legislatura e arenatesi nelle commissioni consiliari.
Altro territorio a cui guardare è quello della provincia di Trento, dove a dare una svolta saranno le pronunce dei tribunali amministrativi e conseguentemente quelle del Consiglio di Stato dopo la verificazione dell'effetto del distanziometro sulle attività di gioco.La prima data da segnare in agenda è il 23 marzo, quando è in programma l’udienza pubblica per la trattazione del merito dei ricorsi presentati dai titolari di due esercizi pubblici ubicati a Mezzolombardo e a Trento, difesi dall'avvocato Michele Busetti, contro la rimozione degli apparecchi di gioco disposta dai Comuni per l'eccessiva vicinanza ai “luoghi sensibili”, in attuazione della normativa vigente. I provvedimenti comunali sono stati infatti sospesi in attesa degli esiti della verificazione affidata ad alcuni consulenti tecnici del Politecnico di Milano, per appurare se la legge provinciale di Trento determini una “sostanziale preclusione alla localizzazione di sale gioco”.
Proprio in attesa di tali valutazioni a metà gennaio il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva dei provvedimenti di chiusura di alcune sale gioco di Trento – rappresentate dall'avvocato Geronimo Cardia - “nelle more delle valutazioni di merito che verranno affrontate al Tar Trento”.
Restando al Nord, la questione territoriale ci porta in Piemonte: qui si parla ancora una volta di modifica della normativa vigente, attraverso la legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale in discussione in Consiglio in queste settimane. Le sedute di questa settimana, il 14 e 15 febbraio, si sono concluse con una sospensione dei lavori per consentire ai consiglieri di valutare i 1247 emendamenti presentati (1100 dall’opposizione e gli oltre di 100 di maggioranza e Giunta). La conferenza dei Capigruppo per il momento non ha deciso il contingentamento per il Ddl. Di fatto, prima di stabilirlo si è cerca di un possibile accordo su alcuni argomenti tra maggioranza e opposizione. Mercoledì mattina, 23 febbraio, una nuova Capigruppo farà il punto sulla situazione, ma appare chiaro che il tema gioco sia fra i più controversi, con il gruppo Liberi uguali e verdi impegnato ad auspicare il ritorno della legge del 2016 (varata dall'allora Giunta Chiamparino) e l'Esecutivo regionale intenzionato a difendere la legge del 2021 pur ritenendo necessari alcuni correttivi, di natura tecnica, a seguito di numerose richieste di chiarimento pervenute dai Comuni, dagli operatori privati e dalle associazioni di categoria. Di sicuro andranno superati e sciolti i “nodi critici” rilevati dalle commissioni consiliari nell'analisi preventiva del Ddl e che avranno bisogno di una ristesura e di sicuro il “confronto” in Aula non mancherà neppure su questo.
Anche nelle Marche il tema dovrà tornare d'attualità nelle prossime settimane, visto che per il 31 luglio 2023 è prevista la scadenza della proroga dell'entrata in vigore della legge sul gioco approvata dal consiglio regionale a novembre 2021.
Il tutto senza dimenticare che il prossimo mese potrebbe portare con sé qualche passo in avanti in tema di riordino nazionale del settore, visto che entro la prima decade di marzo il vice ministro dell'Economia e delle finanze, Maurizio Leo dovrebbe presentare in Consiglio dei ministri la legge delega della riforma fiscale, comprensiva di una parte dedicata ai Testi unici nel quale potrebbe entrare anche la stesura di quel Codice dei giochi di cui si parla ormai da oltre dieci anni.
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