Quella appena cominciata sarà una settimana di audizioni in Parlamento per il disegno di legge di bilancio 2024, ma con il coinvolgimento di interlocutori che non hanno niente a che vedere con il mondo del gioco pubblico. Almeno per ora.
Dal 7 novembre le commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera infatti si confronteranno con i rappresentanti di: Abi, Ance, Confedilizia, Alleanza delle cooperative italiane, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal, Confsal, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), di Confprofessioni, Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Confapi, Confimi, Conflavoro Pmi e Federdistribuzione, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani, Cna e Confassociazioni, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri, Ania, Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, di Anaao Assomed, Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche e dei Medici cure primarie, Confederazione dei dirigenti della Repubblica, Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte personalità, Confederazione dirigenti scuola, Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, Sbilanciamoci, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Legambiente, Wwf, Consiglio nazionale degli studenti universitari, Gruppo Controesodo, Fondazione per la ricerca sul cancro, Telethon, Alleanza per lo sviluppo sostenibile, Forum nazionale del Terzo settore, Forum disuguaglianze diversità, Federazione italiana per il superamento dell'handicap, Unione piccoli proprietari immobiliari, Federpesca, Camera nazionale della moda.
Insomma, un lungo e corposo elenco, ma niente che interessi direttamente il settore, che attende di sapere se nel testo della legge di Bilancio arriveranno altre misure, oltre a quelle già note, come l'adeguamento degli stanziamenti dei capitoli destinati al pagamento dei premi e delle vincite dei giochi pronostici, delle scommesse e delle lotterie o i tagli all'ippica che hanno portato ad avviare uno “stato di crisi” in alcuni ippodromi della penisola con la richiesta di confronto con i vertici del ministero dell'Agricoltura per scongiurare il blocco delle corse dal 2024.
Tutte le altre commissioni dovranno trasmettere i rapporti alla commissione Bilancio entro il 10 novembre. Il testo, stando ai programmi, è atteso in Aula da lunedì 27 novembre.
Tornando nell'ambito del gioco, invece è stato fissato per il 7 novembre, alle ore 10, il termine per la presentazione alla commissione Cultura della Camera di ulteriori proposte emendative riferite alla proposta di legge firmata da Mauro Berruto (Pd) sulla costituzione di un Fondo per la promozione dello sport, da finanziare attraverso il ricorso a una nuova imposizione sulle scommesse.
L'esame della Pdl a settembre era slittato più volte e spostato a data da destinarsi, probabilmente per il mancato esame degli emendamenti presentati prima della pausa estiva e non ancora visionati dai deputati all'epoca.
Ora quindi un nuovo termine, per dare nuovo slancio all'iter del testo.
La proposta di legge del deputato Berruto, lo ricordiamo, prevede l'istituzione di un Fondo per la promozione dello sport, "con una dotazione di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, destinati al finanziamento di progetti di promozione dello sport, alla promozione di investimenti nei settori sportivi giovanili e alla promozione delle attività del Comitato italiano paralimpico", un fondo la cui copertura finanziaria si troverebbe nelle risorse rinvenienti dall'incremento, disposto dalla medesima proposta di legge, delle aliquote dell'imposta unica connessa a giochi di abilità a distanza con vincita in denaro e al gioco del bingo a distanza, alle scommesse a quota fissa diverse da quelle ippiche (sia quelle per cui la raccolta avviene su rete fisica, sia quelle per cui la raccolta avviene a distanza) nonché alle scommesse a quota fissa su eventi simulati".
Ma c'è un altro fronte aperto: il decreto attuativo della delega fiscale relativo al riordino dei giochi pubblici, originariamente previsto all'esame del Consiglio dei ministri del 3 novembre, poi depennato, per dare ai tecnici più tempo per limare il testo, che dovrebbe contenere misure importanti per il gioco online.
Innanzitutto il varo del bando di gara per le concessioni con un costo di 6,5 o 7 milioni di euro l'una (un aumento esponenziale, visto che in precedenza il tetto era di 300mila euro), prevedendo che ogni concessionario possa chiedere fino a un massimo di cinque licenze, un freno alle skin (solo un sito per ogni gioco online).
Ma la riforma dell'online prevede anche diritti per il concessionario, in particolare che l’eventuale canone richiesto dallo Stato e il regime di tassazione delle attività di gioco, non potrà essere modificato per tutto il periodi di vigenza ed efficacia della concessione.
Nel testo, con l'obiettivo di aumentare e garantire la protezione del giocatore, che sarà trasversale anche rispetto alla riforma del gioco fisico (ancora da definire), dovrebbero finire anche misure che garantiscano l’autoeliminazione al gioco in termini di tempo, spesa e perdita di denaro, come pure limiti su tutti i conti di gioco attivi sul singolo giocatore che poggiano sul livello di deposito nel conto gioco e differenziate secondo l’età del giocatore. Previste anche procedure di monitoraggio dei livelli di rischi associati a singoli giochi.
Il decreto infine dovrebbe rafforzare la lotta al gioco illegale online, stabilendo nuove misure per escludere l’offerta su Internet da parte di soggetti privi di concessione e impedendo ai gestori di servizi di pagamento ogni transazione da o verso soggetti privi di concessione, l'istituzione di un albo dei soggetti che esercitano attività di punti vendita ricariche titolari di autorizzazione. La quota di iscrizione annuale è fissata a 50 euro.