La legge della Regione Lazio per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico va congelata, almeno fino all'arrivo della nuova normativa nazionale.
Questo il pensiero unanime dei rappresentanti politici laziali intervenuti alla presentazione del Manifesto per la cultura del gioco legale nel Lazio da parte del coordinamento “Alleati per la legalità” - promosso da Acadi - Confcommercio, Acmi e Astro (aderenti a Confindustria), Assotabaccai, Donne in Gioco, Egp – Fipe, Fit - Federazione Italiana Tabaccai, Sapar e Sts – Sindacato totoricevitori sportivi - tenutasi oggi, 25 marzo.
La legge del 5 agosto 2013, che per effetto di una proroga del 2021 dovrebbe entrare in vigore a fine agosto 2022, avrebbe effetto retroattivo e causerebbe, di fatto, l'espulsione dal territorio laziale di gran parte delle attività esistenti, con gravi conseguenze per l'indotto, per aziende e lavoratori, per l'erario, ma anche per i giocatori, soprattutto quelli patologici. Questi i punti essenziali degli interventi che si sono susseguiti, a partire da quello di Andrea Alemanni, presidente della commissione Commercio di Roma Capitale, che ritiene siano necessari degli aggiustamenti, "almeno due o tre", prima dell'entrata in vigore della norma regionale.
"Le possibilità di questo mondo in un’economia generale sono molto importanti", il pensiero di Alemanni, "in particolare in questa fase specifica che stiamo attraversando, nel quale questo è uno dei settori dove è possibile effettuare interventi di enti locali. Ai Comuni spetta sempre la parte più antipatica, comunicare, spiegare (e subire) l’applicazione della norma. Come sa bene chi amministra la norma non contempla sempre l’attuazione vera e concreta, rispetto al discorso sul percorso pedonale più breve, ad esempio, credo proprio che sia possibile ora, nel 2022, con la tecnologia a disposizione, riuscire a stabilirlo effettivamente. Faccio un esempio di un tema con il quale mi sono confrontato. Nella realtà dei percorsi pedonali adesso abbiamo strumenti che li determinano in modo oggettivo".
“Roma, come sempre quando si parla di norme del Lazio, da storia a sé, anche rispetto al resto d’Italia. Chi conosce la città sa che ci sono zone dove la concentrazione di attività di gioco è eccessiva e crea distorsioni al tessuto produttivo, senza rendere giustizia a uno sviluppo economico sano, mentre ci sono anche tantissime realtà dove sarebbe possibile creare un percorso virtuoso ma non con la normativa vigente, che crea solo zone a massima concentrazione. Il che è controproducente rispetto alla norma, ma anche per chi va impresa e dal punto di vista sociale. Il tema è la retroattività della norma, ma anche in presenza della retroattività della norma ritengo che siamo nella condizione di declinarla sui territori in modo razionale e utile. La capacità di essere intelligenti quando produciamo normative e delibere ci mette nella condizione di poter dare un colpo anche a ciò che non esiste, ossia al sommerso, al non censito, a ciò che è fuori dalle regole, che si giova molto spesso della miopia del legislatore che va a colpire solo chi esiste. Dobbiamo pensare a quelle due o tre modifiche della norma stessa che consentano comunque di generare intrattenimento, entrate legali, e lavoro per tutto l’indotto".
"Siamo l’ultimo anello della catena", dice Mauro Caliste, presidente del Municipio Roma V. "Ci sono sale che danno lavoro a tante persone, ma bisogna ridurre i luoghi sensibili e lasciare quelli veri, che possono davvero creare problemi. Il distanziometro va rivisto considerando la situazione geografica reale e poi vanno tutelati i lavoratori, questo il mio invito a coloro che metteranno mano alla legge”.
Tommaso Amodeo, presidente della commissione Urbanistica del Comune di Roma, esordisce sottolineando come sia necessario "affrontare il tema dei gioco mettendo al primo punto la morale è un grosso errore, il gioco c’è, è sempre esistito, i ludopatici sono malati e vanno curati. Occorre a mio avviso essere pragmatici e rendersi conto di fatti reali. Il primo di questi: espellere il gioco dal territorio vuol dire togliere il tappo all’apertura di punti illegali, con danni enormi per salute, erario, per l’occupazione e per l’economia".
Ammette di non essere stata inizialmente contraria al distanziometro Marietta Tidei, presidente della commissione Sviluppo economico della Regione Lazio. "Non ero contraria purché fosse una misura per il futuro, non certo retroattiva. Lo scorso anno, anche a causa delle chiusure per la pandemia, siamo arrivati alla proroga, anche aspettando una norma nazionale, uniforme su tutto il territorio. Per quel che riguarda il Lazio penso che dovremmo pensare a una proroga ulteriore visto che la norma regionale dovrebbe entrare in vigore il 28 agosto 2022. Dovremmo darci un supplemento di riflessione su questi temi. Il gioco patologico va attenzionato con la massima cura, racconta una situazione che dovrebbe preoccuparci tutti. Sono la prima a pensare che chiudendo gli esercizi o spedirli in periferia sia una cura, ma dobbiamo lavorare con quello che abbiamo. Nel Manifesto ci sono elementi di novità, ma soprattutto di efficacia. Penso al registro di autoesclusione, ma anche all’innalzamento qualitativo di centri di gioco. Non posso assumere impegni, perché ci sono tanti punti di vista anche all’interno della maggioranza che governa la Regione Lazio, ma quello che posso assicurare è che prenderemo un supplemento di riflessione per vedere se possiamo arrivare a una proroga in attesa di questa legge di carattere nazionale. Il problema ludopatia esiste, ma non si capisce perché, per una sua soluzione, lo Stato dovrebbe rinunciare ad entrate importanti, soprattutto a favore delle mafie, e senza considerare che esiste un settore produttivo che non è tutto marcio".
Secondo Massimiliano Maselli, vice-presidente della commissione Sviluppo economico della Regione Lazio, il "primo punto essenziale da sciogliere politicamente è che la Regione, prudentemente, dovrebbe attendere questa opportuna riorganizzazione della normativa nazionale. Tutti confidiamo che stavolta il Parlamento possa approvare una legge quadro ma con dei principi ben chiari e ben definiti, nei quali poi le regioni devono state. La confusione di oggi è dovuta anche al fatto che la stessa normativa nazionale attuale non garantisce un percorso ben delineato. Credo sia opportuno che i presidenti delle assemblee nazionali si incontrino (e oggi sappiamo come è facile farlo) e portare avanti normative più omogenee, questa frammentazione che c’è non consente a imprenditori che vogliono investire in più regioni. La Regione Lazio potrà diventare un modello se si legifererà lontano da pregiudizi, senza far prevalere ideologie, ma con realismo e competenza, si raggiungono sempre buoni obiettivi. Prima cosa da fare, a mio parere, sarà arrivare a una proroga, almeno fino a fine anno. Abbiamo adesso una opportunità con il provvedimento omnibus in dirittura d’arrivo, il collegato è l’occasione per far slittare i termini aspettando la legge di riordino. Sappiamo che i tempi potrebbero non essere velocissimi, ma è necessario aspettare e poi aprire un confronto serio per trattare questa categoria come tutte le altre categorie produttive. "La norma del 2013 è una misura della quale sicuramente la Regione non può andar fiera".
"Dobbiamo essere consapevoli", continua Maselli, "che non si deve scaricare mai delle mancanze su una determinata categoria. Le Asl hanno appositi servizi per il trattamento del gioco patologico, e nel caso mi soffermerei a implementare questi servizi. Se io voglio individuare una carenza, questa sta lì, nelle Asl, non nel fatto che ci sono le sale da gioco. Chiudo dicendo che ritengo fondamentale la proroga, dopo la quale occorre pensare a una normativa seria, che non può essere il distanziometro. Il distanziometro è basato su un pregiudizio pieno, e tutti i dati della città di Roma, ma direi dell’interno Lazio, dicono che porterebbe a ghettizzare gli operatori e poi gli stessi giocatori, compresi quelli patologici. Faremo la nostra parte, come opposizione costruttiva, per far sì che quello della Regione Lazio sia un modello".
Il consigliere Orlando Tripodi, membro della commissione Bilancio della Regione Lazio, ricorda di aver presentato lo scorso anno un emendamento chiedendo di prorogare l’entrata in vigore della legge, "dopo che erano scadute le limitazioni imposte dalla pandemia. Oggi abbiamo una grande novità", sottolinea, "il Consiglio dei ministri a breve esaminerà il testo della legge delega di riordino nazionale. Mi impegno a presentare un emendamento al Collegato di bilancio per prorogare l'entrata in vigore della legge regionale del 2013 a dopo l’arrivo della nuova legge nazionale. Questo per tutelare l’indotto e tanti posti di lavoro. Il giocatore patologico esiste, ma un rapporto tra chi vive la patologia, e chi lavora nel settore, il numero è molto basso. In merito al gioco patologico l’azione dobbiamo farla a 360 gradi. Mi impegno per dare dignità a tutto il vostro settore, e non far entrare quell’emendamento in attesa di rivedere tutta la normativa regionale".
Anche Sara Battisti, presidente della commissione Sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia della Regione Lazio, sottolinea la necessità di ragionare per la proroga dell'entrata in vigore della legge regionale del 5 agosto 2013. "Quello di oggi è un momento di confronto che dà alle istituzioni uno strumento, il Manifesto, con un approccio diverso rispetto al passato. Credo che non si debba mai arrivare alla fine di questo percorso, la prevenzione, e la sensibilizzazione, in tutti gli ambiti della salute sono il primo tema da mettere in campo. C’è poi tutto il tema della categoria. Quindi dobbiamo spingere per avere una normativa nazionale omogenea, ma anche capire come costruire un momento di condivisione tra tutte le forze politiche che siedono in consiglio regionale, peraddivenire a una proroga che sia però consapevole. Non ho un approccio ideologico a questa materia, ma sono tra quelli che si sono astenuti alla discussione sulla proroga. Non perché non la ritenessi importante, ma perché penso che le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, debbano essere in grado di tener conto sia di problematiche come la ludopatia che di tutela della categoria. Bisogna aprire una battaglia comune, senza strumentalizzazioni, perché a noi spetta un compito importante, quindi inviterei tutti a non arrivare al collegato in ordine sparso. Il manifesto parla di formazione, di presenza sul territorio, di presidio della legalità, offrendo molti spunti a quello di cui dovremo parlare in consiglio regionale".
ALLEATI PER LA LEGALITÀ: "AVVIATO PERCORSO PER ARRIVARE A MODIFICA CONDIVISA" - Alla fine del dibattito, il coordinamento Alleati per la legalità esprime la propria soddisfazione: "Quello che si è svolto questo pomeriggio con i rappresentanti delle Istituzioni è stato un appuntamento utile di confronto, di analisi e di impegni. Da oggi sappiamo che nel Lazio c’è una nuova consapevolezza condivisa: stare vicini alle persone afflitte da disturbi da gioco ma allo stesso tempo non punire un settore che è presidio di legalità e occupazione. Una consapevolezza che può diventare, come crediamo, un nuovo modello nazionale.
Sono stati molto significativi e utili tutti gli interventi: la volontà espressa da parte di tutti di non voler chiudere il settore dal prossimo agosto ma, anzi, di impegnarsi per arrivare ad una proroga rispetto all’entrata in vigore della legge regionale del Lazio n.5/2013, è il segnale che tutti i 16.000 lavoratori si aspettavano.
L’impegno assunto dalla presidente della commissione Sicurezza Sara Battisti nel voler definire un calendario di commissioni regionali per arrivare ad una modifica condivisa è un passo in avanti verso quello che chiediamo da mesi e che ha significato la nascita di questo Coordinamento: con responsabilità, ascolto e confronto possiamo, nella Regione Lazio, fare un passo in avanti per la tutela del lavoro, della salute, dello sviluppo.
Oggi è stata una buona giornata per lavoratori, cittadini, imprese ed istituzioni. Andiamo avanti così".