Ben vengano i controlli che sul territorio nazionale vengono condotti per combattere il gioco illegale, ma vista la sua particolare natura sarebbe necessario allargare l'ambito in un contesto europeo, anche attraverso l'istituzione di un'apposita agenzia europea.
Questa la proposta lanciata dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, nel rispondere ai tanti quesiti che gli sono stati posti al termine della sua relazione da parte dei componenti della commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfuzioni del gioco pubblico, della quale oggi 17 febbraio è stato audito.
I commissari, infatti, soffermano la loro attenzione proprio sul tema dei controlli: il vice presidente Andrea Cangini (Forza Italia) chiede appunto al procuratore "cosa dovremmo fare per renderli più efficaci", il segretario Andrea de Bertoldi (Fratelli d'Italia) se "vi sia un nesso tra la riduzione del gioco fisico e l'aumento del gioco illegale" ma anche se "l'obbligo di utilizzare la tessera sanitaria per giocare non finisce per discriminare alcuni cittadini, tipo nelle zone turistiche, e se questo aspetto non possa essere un incentivo al gioco clandestino".
Ancora, l'altro vicepresidente della commissione, Giovanni Edrizzi (Movimento 5 Stelle) chiede perché "non siano stati ascoltati i motivi sul mach fixing" e se "non sia opportuno porre un limite alla capillarità dell'offerta, soprattutto a quella concentrata nei territori a più basso reddito". Concetti sviluppati in altri quesiti posti dal collega sempre pentastellato Matteo Mantero, che chiede a Cafiero De Raho se "c'è una distizione chiara tra gioco legale e illegale" e se "può essere interessante lo strumento che era stato ipotizzato in passato per tracciare le giocate e anche porre limiti al gioco, vale a dire il tesserino unico del giocatore".
"Il gioco legale - risponde il procuratore nazionale - è evidente che evita la proliferazione di quello illegale. Laddove non vi siano aperture per accogliere scommesse, si aprono le porte dell'illegalità. Mentre sul gioco legale abbiamo la possibilità di controllo e vigilanza, su quello illegale la difficoltà è maggiore, ecco perchè il lockdown ha determinato una ultrattività da parte delle organizzazioni mafiose".
Un ulteriore elemento problematico è rappresentato dal fatto che l'illegalità riesce a muoversi non solo sul territorio nazionale, ma anche in Europa, "dove c'è uno spazio di libertà economica che determina difficoltà nei confrolli. Per esempio, è possibile costiture società all'estero e farle operare in Italia. Dunque, è necessario intervenire selezionando con attenzione i concessionari, ma anche attraverso una politica europea che consenta di arginare il fenomeno delle pluralità di attività economiche nel gioco. Probabilmente occorrerebbe intervenire in ambito europeo per armonizzare e agevolare i controlli, individuando i siti online e verificando non solo se soo autorizzati nel nostro Paese, ma se osservano le regole di tutti".
In questo contesto, attenzione anche all'identificazione e alla privacy: "Se si consentisse il gioco comunque identificato avremmo un quadro molto più chiaro che impedisce aggiramenti, riciclaggio e che consente di verificare l'andamento delle scommesse. Una vigilanza e effettiva e un monitoraggio ampio e capillare dovrebbero essere sviluppati non solo rispetto ai punti di raccolta scommesse online, ma anche fisici".
Inoltre, sottolinea ancora Cafiero De Raho, "dove si interviene in materia di sicurezza necessariamente la privacy deve cedere il passo. Il tema della tutela dei dati personali va affontato in maniera obiettiva e serena, non ci può essere protezione sempre e comunque, altrimenti non si potrebbero fare neanche le indagini. E' indispensabile che i soggetti che organizzano il controllo del gioco siano nelle condizioni di sviluppare approfondimenti e monitotaggi, che sfociano in elementi che finiscono una banca dati finalizzata a scopi come la prevenzione della ludopatia e la lotta al riciclaggio, e che possano essere letti, consultati, analizzati".
Raccogliendo le sollecitazioni del commissari, il procuratore punta l'attenzione anche sul fenomeno del match fixing: "Dove le scommesse sono consentite si rischia di consentire anche la frode nello sport e di conseguenza nella scommesse". E spiega: "Per accrescere il consenso sociale sul territorio, le mafie tendono ad acquisire società sportive, a investire in esse e a fare sì che possano vincere, il che dà loro grande prestigio a loro e al soggetto che gestisce l'attività sportiva e che ha come unico obiettivo quello di arricchirsi. Per questo motivo, tali società sportive sono anche pronte ad accordarsi per raggiungere un risultato diverso da quello che si avrebbe se non ci fossero elementi estranei. Si rende dunque necessario escludere le competizioni sportive di categorie più basse in relazione alle scommesse, un'esigenza effettiva non solo per il calcio ma per qualunque attività sportiva".
I senatori De Bertoldi e Stefano Candiani (Lega) chiedono dunque a Cafiero De Raho indicazioni al legislatore per meglio controllare il gioco online illegale e sulle strutture di indagine e organizzative su quello legale esistenti in Europa e che possano essere attenzionate in maniera positiva, mentre Endrizzi sollecita dati concreti sull'effetto delle chiusure, dei lockdown e delle norme locali sulla riduzione del gioco legale e soprattutto sulla contestuale "facilitazione" di quello illegale.
Innanzitutto, la risposta ai quesiti posti da Endrizzi: "I numeri sull'aumento del gioco illegale si basano sulla pura presunzione degli indicatori rilevati attraverso indagini e altre forme di controllo come quelle sviluppate da Adm. Quando si dice che il gioco illegale è aumentato del 30 percento a causa della chiusura di quello legale, si tratta di studi su indicatori forniti dall'Agenzia delle dogane e dalle forze di polizia".
Poi, uno sguardo all'ambito internazionale dei controlli: "Occorrerebbe l'istituzione di un'agenzia dedicata a questo scopo, che non può essere affidato a una commissione. Ora che è stata istituita la procura europea per garantire gli interessi finanziari dell'Europa si deve anche pensare a controllare il gioco: questo è nell'interesse finanziario dell'Europa".
E il compito è lungo e sfaccettato: "Dove le organizzazioni mafiose sviluppano attività criminali, lo fanno con un sistema complesso che non può essere rilevato solo con l'individuazione di siti illegali, essi danno solo dimostrazione che è stato creato un punto virtuale per la raccolta delle scommesse ma non ci dicono che cosa c'è dietro. Per saperlo, occorrono indagini della magistratura che aprono procedimenti giudiziari complessi che richiedono anni di intercettazioni telefoniche e ambientali. Sono attività che richiedono forme di collaborazione".
Il ciclo di audizioni prosegue la prossima settimana con Stefano Saracchi, dirigente dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli.