Il Partito democratico chiede al mnistro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, se "non intenda rivedere le proprie posizioni rispetto alla bozza presentata, accogliendo le istanze delle associazioni, degli Enti locali e delle Regioni, e mettendo così al primo posto la salute e la sicurezza dei cittadini, in particolare dei più fragili."
Il riferimento dei deputati, che hanno presentato un'interrogazione ieri, 28 gennaio, alla Camera, è al testo relativo al riordino del gioco fisico presentato a fine ottobre 2024 dal Mef nell'ambito del tavolo tecnico con le Regioni, proposta alla quale ne è seguita un'altra alla fine di novembre, con l'intenzione di andare al più possibile incontro alle istanze degli enti territoriali, ma anche di tutelare il gettito erariale. Un testo che non ha incassato i favori sperati. Per risolvere l'impasse entro febbraio il ministero dell'Economia e delle Finanze e dei tecnici dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli quindi procederanno alla scrittura di una bozza di decreto legislativo sul riordino, recependo alcune delle istanze, limando i possibili spigoli ma nel rispetto del criterio dell'invarianza del gettito.
Secondo i firmatari dell'interrogazione, Marco Furfaro, Paolo Ciani, Stefano Vaccari, Virginio Merola, Andrea Casu, Ilenia Malavasi, Gianni Girelli, Nico Stumpo, "la riforma del Governo ridimensiona in particolare il distanziamento dai luoghi sensibili, attualmente previsto a livello regionale e comunale in un raggio di 300-500 metri per sale gioco ed esercizi commerciali con slot-machine, rispetto a scuole, chiese, oratori, centri sociali, impianti sportivi, centri anziani e altri luoghi considerati sensibili; la bozza del Governo introduce una distinzione tra esercizi certificati e non certificati: i primi sarebbero esentati da qualsiasi limite minimo di distanza dai luoghi sensibili, mentre i secondi potrebbero aprire a soli 200 metri da molti dei luoghi oggi tutelati; inoltre, la proposta del Governo riduce drasticamente il numero di suddetti luoghi considerati sensibili, limitandoli a 'scuole secondarie di primo e secondo grado' e a 'strutture sanitarie che ospitano centri per la cura delle dipendenze', escludendo tutti gli altri attualmente inclusi dalle leggi regionali e dalle ordinanze comunali."
Le differenze tra le proposte del Governo e le richieste di Regioni e Comuni, ricordano i deputati interroganti, "si estendono anche al numero di punti di offerta di gioco: la bozza del Governo prevede 40 mila esercizi generalisti (bar, tabacchi e altro) con slot, 5 mila sale con Vlt e 10 mila punti di raccolta scommesse, per un totale di 55 mila esercizi; regioni e comuni chiedono invece di ridurli a 34 mila, 2.250 e 8 mila rispettivamente, per un totale di 44.250. Anche il numero di macchinette mostra una distanza significativa: il Governo propone 200 mila slot e 45 mila Vlt, mentre gli enti locali chiedono di scendere a 180 mila e 41.250; numerose associazioni e realtà del terzo settore impegnate nella prevenzione delle dipendenze da gioco d’azzardo hanno espresso una forte contrarietà alle novità contenute nella bozza del Governo, sottolineando come queste misure pongano in secondo piano la tutela della salute dei cittadini a favore delle entrate fiscali generate dall’azzardo".
In un comunicato inoltre i deputati dem spiegano che "“oltre un milione di italiani soffre di dipendenza dal gioco d’azzardo, fenomeno che sottrae tempo alle famiglie e manda sul lastrico intere comunità. Invece di combattere questa emergenza, il Governo propone regole più permissive, riducendo o addirittura azzerando il distanziamento previsto dalle sale gioco per i luoghi sensibili tutelati e aumentando il numero di esercizi e macchinette".
Secondo il Pd questo è "un regalo alle lobby del settore, mentre Regioni, Comuni e associazioni da mesi contestano questo nuovo indirizzo e chiedono maggiore rigore. La salute dei cittadini e la tutela delle comunità non possono essere sacrificate in nome delle entrate fiscali e al centro vanno messe la protezione dei più fragili e delle famiglie, non gli interessi di pochi".