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Conferenza Regioni 'chiama' Mise: 'Covid, più sostegni per le imprese'

25 marzo 2021 - 15:01

Confronto fra Bonaccini (Conferenza Regioni) e Giorgetti (Mise): sul tavolo la richiesta di più sostegni per le imprese maggiormente colpite dai lockdown, come quelle di gioco.

Scritto da Redazione
Conferenza Regioni 'chiama' Mise: 'Covid, più sostegni per le imprese'

“Un confronto utile che ha permesso di definire alcuni punti principali di un’agenda di concertazione Stato-Regioni su alcuni temi fondamentali per lo sviluppo economico del Paese”, così il presidente della Conferenza della Regioni, Stefano Bonaccini, commenta il confronto di oggi, 25 marzo, fra la Conferenza delle Regioni e il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

“Ringrazio il ministro per la disponibilità. Oggi  le Regioni hanno potuto rappresentare al ministro esigenze ed opportunità dei singoli territori, prima fra tutte il sostegno alle imprese colpite dalle restrizioni imposte dalla pandemia”.

Il confronto con il ministro è stato coordinato dal vice presidente delle Marche, Mirco Carloni (coordinatore della commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni).

Durante l’incontro sono stati toccati temi centrali come la necessità di favorire la liquidità e l’accesso al credito per piccole e medie imprese, di una disciplina uniforme per l’esercizio delle attività dopo i provvedimenti restrittivi, di un piano strategico per la crescita dimensionale delle aziende, di coinvolgimento dei territori per l’attrazione degli investimenti.
Tutti temi che possono riguardare i vari attori della filiera del gioco lecito, fra i più penalizzati dalle misure governative per il contenimento della pandemia.
Le Regioni hanno poi sottolineato particolarmente i temi dell’innovazione tecnologica e della ricerca come motori dello sviluppo.
Ed il confronto con le Regioni deve essere portato avanti considerando l’utilizzo dei fondi del Pnnr ed il raccordo con la prossima programmazione dei fondi europei 2021-27. Sotto questo profilo basti considerare questioni come la produzione nazionale dei vaccini anti Covid-19, o Industria 4.0, lo sviluppo dei competence center nazionali, il nuovo piano sulla space economy, la bonifica dell’area padana, l’economia circolare, le bonifiche delle aree industriali, le concessioni per commercio sulle aree pubbliche, le camere di commercio e il settore fieristico.
Il ministro Giorgetti ha dato ampia disponibilità al coinvolgimento delle Regioni anche attraverso tavoli tecnici su specifiche questioni.
 
SOSTEGNI, LE RICHIESTE DELLE REGIONI - Nella nota tecnica per l’incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, la commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni mette fra le priorità su cui avviare il confronto con il Governo il sostegno a favore delle imprese per le restrizioni da Covid-19 e interventi per la liquidità. "È necessario che le chiusure/limitazioni delle attività siano accompagnate dall’erogazione di adeguati indennizzi che coprano non soltanto il mancato fatturato, ma anche i costi fissi che le imprese devono sostenere per evitare la chiusura definitiva", si legge nel testo. "Si apprezza con l’adozione del Dl Sostegni il superamento della logica dei codici Ateco che tante iniquità ha determinato sino ad oggi, atteso che tale criterio non tiene conto dei danni subiti da tutta la filiera. Il decreto Sostegni individua le attività che beneficiano dell’indennizzo facendo riferimento alla media mensile del fatturato e dei corrispettivi nell’anno 2020 in relazione all’anno 2019. È comunque auspicabile una revisione dei codici Ateco per un’esatta classificazione di tutte le tipologia di attività e anche in un’ottica di filiera soprattutto nel campo della ricerca e innovazione dove la spinta sia del mercato che delle istituzioni (Ue in primis) è sempre di più verso lo scavallamento di tecnologie generate in un determinato dominio/settore verso altri. Si apprezza la costituzione nel Dl Sostegni del fondo di 200 milioni di euro di cui all’art 26 per i contributi da destinare a ristori per le imprese colpite dalle restrizioni anti-Covid, sul modello previsto dall’articolo 32 quater del decreto legge 28 ottobre 2020, n. 137 convertito nella legge n. 176/2020, come da accordi intercorsi con le Regioni in occasione del decreto Ristori quater. Tuttavia, bisognerà verificarne l’adeguatezza anche in occasione dell’ulteriore annunciato scostamento di bilancio per integrarne lo stanziamento in coerenza con l’andamento della situazione epidemiologica. Si apprezza la previsione nel Dl Sostegni gli specifici interventi per le imprese maggiormente colpite dalle restrizioni anti-Covid e che, fino ad oggi, non avevano ricevuto risposte adeguate. Si fa riferimento ad esempio, alle imprese del comparto dello spettacolo, del comparto termale, del comparto fieristico, del comparto sport, del settore turistico, imprese del settore dei trasporti, del comparto eventi, del settore dell’artigianato artistico, del settore bar e ristorazione, dei liberi professionisti. Tuttavia, bisognerà verificarne l’adeguatezza anche in occasione dell’ulteriore annunciato scostamento di bilancio per integrarne lo stanziamento in coerenza con l’andamento della situazione epidemiologica. Si rileva la necessità di differenziare gli interventi del Dl Sostegni in relazione ai lavoratori autonomi e ai singoli professionisti, rafforzandoli per le fasce inferiori di reddito più in difficoltà (per esempio fino a 50 mila euro lordi), ovvero accrescendone l’entità dei contributi in valore assoluto ed evitando allo stesso tempo il loro ricorso nelle fasce di reddito superiori. Si rileva l’opportunità di differenziare maggiormente gli interventi per le diverse tipologie di operatori. In particolare per le imprese più piccole con ricavi fino a 5 milioni di euro – che risultano oggi maggiormente in sofferenza - si potrebbe prevedere un incremento sia del valore massimo concedibile del contributo in termini assoluti, portandolo a 300 mila euro, sia delle percentuali di copertura da utilizzare in relazione alle perdite registrate. Ciò al fine di contrastare gli effetti della crisi e allo stesso tempo incidere positivamente nelle prospettive a breve termine, anche di carattere occupazionale, necessarie per assicurare la continuità produttiva. Per le imprese più strutturare, con un livello di ricavi superiore ai 5 milioni di euro potrebbe risultare più utile intervenire per favorire la liquidità sia attraverso il sostegno al capitale circolante, che preveda ad esempio anche un contributo premiale a fondo perduto a favore di coloro che non riducono la base occupazionale, sia attraverso la messa a disposizione di flussi di credito di medio-lungo termine a costo zero attraverso il coinvolgimento di soggetti finanziari bancari e di operatori istituzionali e non".
Inoltre, le Regioni rinnovano "l'esigenza di un sostegno agli investimenti in tecnologie che consentono alle attività commerciali e produttive, aperte al pubblico, di lavorare in condizioni di sicurezza dovendo prevedere una possibile convivenza con l’eventuale perdurare della presenza del virus. È assolutamente necessario supportare il sistema fieristico che a causa della pandemia ha perso l’80 percento del fatturato, senza contare l’indotto ad esso collegato. Le fiere rappresentano una filiera internazionale di grande importanza per il Paese, grazie alla capacità di creare sviluppo e lavoro, agendo da moltiplicatore di valore attraverso le relazioni con il mondo e la promozione delle eccellenze delle filiere. Non di meno bisogna considerare l’importanza che le fiere hanno per il settore turistico, dall’accoglienza, agli eventi, al terziario, ai servizi. La ripartenza del settore fieristico nazionale e internazionale, per questi motivi, sarà un volano economico indispensabile per la ripartenza dell’intera economia dei territori che servono. Occorre superare l’impianto fin ora adottato nella gestione degli aiuti, sia dal punto di vista della complessità organizzativa che della frammentazione dei fondi, sia dal punto di vista della compatibilità con le norme europee in tema di aiuti di Stato. In primis, dunque, razionalizzare le risorse già stanziate in un'unica gestione, orientata a sbloccare quei fondi già stanziati ma non ancora erogati. In secondo luogo, ma non di minore importanza, adottare una strategia di qualificazione dei ristori, in tema di aiuti di Stato, secondo il modello tedesco (nostri principali competitor), i quali si sono attivati per erogare 642 milioni di euro a fondo perduto e richiesto ed ottenuto da Bruxelles il riconoscimento degli stessi quali ristori per calamità naturale, fino al 100 percento dei danni subiti dalle imprese, e dunque superando il limite di importo erogabile previsto dal Quadro temporaneo".
 
DETRAZIONI FISCALI E LIQUIDITÀ - "Per le imprese maggiormente colpite dalle chiusure (come quelle facenti parte della filiera dei matrimoni, eventi, spettacoli, ecc.) si dovrebbe intervenire per rilanciarne la ripresa anche tramite la concessione di agevolazioni sotto forma di detrazione fiscale a favore del privato persona fisica, eventualmente cedibile all’impresa/organizzatore sul modello del superbonus edilizio 110 percento", si legge ancora nella nota delle Regioni.
Per ciò che concerne gli interventi per favorire la liquidità e l’accesso al credito per le Mpmi, "sarebbe auspicabile una coprogettazione rafforzata con le Regioni a partire da un dialogo con l’Abi nazionale in modo da rendere gli strumenti poi effettivamente incisivi per i territori.
Il tema dell'allungamento dei piani di ammortamento dei prestiti è cruciale, in quanto alleggerirebbe le imprese che intendono investire dall'onere e preoccupazione di rivolgersi prima al saldo delle posizioni debitorie e poi agli investimenti produttivi e innovativi. L’ingegneria finanziaria, strumento di sostegno degli investimenti largamente utilizzato con le risorse europee, rischia di essere inavvicinabile dai possibili beneficiari a causa di esposizioni debitorie pregresse legate alle necessità di far fronte alle conseguenze della crisi pandemica".

UNA DISCIPLINA UNIFORME PER L'ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ PER LE RESTRIZIONI DA COVID - Ecco un altro punto centrale delle richieste delle Regioni.
"Nel caso dell’introduzione di restrizioni legate alla pandemia, è necessario che esse presentino carattere di uniformità e adeguatezza nel disciplinare attività con analoga modalità di svolgimento. Ciò al fine di garantire la parità di trattamento fra attività con analogo profilo di rischio sanitario (esempio le mostre mercato, che presentano problematiche sanitarie e modalità di svolgimento in concreto analoghe a quelle dei mercati al dettaglio e pur tuttavia sono disciplinate, ai fini delle restrizioni, in modo difforme).
A tal fine è anche auspicabile che vi sia un coordinamento unitario fra le varie Prefetture in modo che la stessa normativa statale possa trovare applicazione in modo uniforme su tutto il territorio regionale e anche nazionale".
 

CRESCITA DELLE IMPRESE - "Si propone di finanziare un piano strategico per la crescita dimensionale delle aziende.
Rafforzamento patrimoniale, acquisizione di aziende in crisi e di aziende sane: questi scopi possono essere raggiunti sia con incentivi alla capitalizzazione e sia con incentivi alle acquisizioni di imprese più piccole da parte di imprese più grandi", rimarcano le Regioni. "Tra le misure da attuare: previsione di agevolazioni per l’acquisizione di un’azienda in crisi, di un ramo d’azienda o di un impianto, di uno stabilimento produttivo o di un centro di ricerca già chiusi o che, se non fossero acquisiti, chiuderebbero per cessazione dell’attività, al fine di contrastare i processi di deindustrializzazione in atto, recuperare a fini produttivi i siti industriali dismessi o a rischio di dismissione, salvaguardare il patrimonio di conoscenze e competenze professionali del territorio, per favorire il mantenimento, il miglioramento o il recupero dei livelli occupazionali; previsione di agevolazioni per l’acquisizione o fusione tra aziende, finalizzata al rafforzamento competitivo delle stesse e conseguentemente alla salvaguardia del patrimonio di conoscenze e competenze professionali del territorio nonché al mantenimento o al miglioramento dei livelli occupazionali".
 
 
 

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