C'è il sì della Conferenza unificata allo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza, di cui all’articolo 15 della legge 9 agosto 2023, n. 111.
Nella seduta ordinaria di oggi, 25 gennaio, presieduta dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, è stata infatti “sancita l'intesa” sul testo.
La Conferenza, esprimendo le proprie osservazioni, chiede di "istituire un tavolo di lavoro volto a condividere i contenuti dello schema di decreto legislativo relativo ai giochi pubblici ammessi attraverso la rete fisica di prossima emanazione".
Il decreto legislativo, che ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato pochi giorni fa, è stato assegnato alle commissioni Finanze e Bilancio e Tesoro della Camera dei deputati e del Senato per i pareri, che dovranno pervenire entro un mese.
LA POSIZIONE DELLA CONFERENZA UNIFICATA E LA COMPARTECIPAZIONE DELLE REGIONI ALL'IMPOSTA SUGLI APPARECCHI - Scorrendo il parere pubblicato sul sito della Conferenza unificata
balza agli occhi il punto in cui “si ritiene strategico un coinvolgimento delle Regioni e Province autonome nella definizione delle linee generali delle misure da porre in essere per contrastare il gioco patologico”.
Si propone che "i criteri e le indicazioni per gli strumenti e le misure da implementare ai fini della tutela e protezione del giocatore e del contrasto del gioco d'azzardo patologico siano definiti in maniera dettagliata con il coinvolgimento delle Istituzioni deputate alla tutela della salute (comprese nello specifico le Regioni) sia nella fase preventiva di indiizzo che in quella successiva di monitoraggio".
Si segnala la necessità di "risorse per il potenziamento delle misure di prevenzione, cura e riabilitazione indotto dall'ampliamento dell'offerta di giochi d'azzardo nel settore online. Le entrate garantite all'erario dovrebbero essere commisurate con i costi sanitari e sociali che ricadono sulla collettività. Pertanto, si chiede di valutare l'incremento del Fondo per il gioco d'azzardo patologico (Gap)."
Quanto all'istituzione di un albo per la registrazione "dei titolari di rivendite, ordinarie o speciali, di generi di monopolio autorizzati alla raccolta di giochi pubblici, nonché dei soggetti che esercitano attività di punti vendita ricariche” ai sensi del decreto, la Conferenza ritiene opportuno “che le Regioni e Province autonome possano accedere almeno alle indicazioni delle sedi di tali punti di vendita di ricariche in quanto 'luogo della rete fisica di gioco'. La conoscenza della dislocazione è informazione necessaria anche per la definizione dei criteri di distribuzione e concentrazione territoriale delle reti fisiche del gioco e per le misure per contrastare il gioco patologico ai fini di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della Salute”. Pertanto, andrebbe valutata una integrazione dell'articolo.
Inoltre, “lo schema di decreto legislativo che sarà emanato in relazione 'ai giochi pubblici ammessi in ltalia raccolti attraverso rete fisica' sarà verificato previa valutazione dei contenuti del documento concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico approvato con Intesa n. 103/CU del 7 settembre 2017. Stante il ruolo e le responsabilità delle Regioni e dalle Province autonome sul tema dei punti delle reti fisiche del gioco e in materia di tutela della salute, si anticipa, ai fini di una valutazione preventiva della questione, che sarà richiesta la possibilità che si consideri una compartecipazione regionale sia al canone di concessione dei punti delle reti fisiche del gioco che sul provento del gioco al netto delle vincite erogate e degli aggi”.
A tal proposito la Conferenza unificata anticipa un'ipotesi normativa relativa all'istituzione di una compartecipazione regionale all'imposta sugli apparecchi e congegni di gioco, con “lo scopo di stabilizzare e rendere più congrue le risorse impiegabili in materia di contrasto alla ludopatia, o in altri ambiti di natura sanitaria e sociale, senza tuttavia configurare un formale vincolo di destinazione, vietato dall'articolo 119 della Costituzione. Un importo complessivo della compartecipazione regionale assommerebbe, sulla base dei gettiti medi previsti dallo Stato per gli anni 2024-2026, a 294 milioni di euro”.
(In allegato il testo integrale del parere della Conferenza unificata).