Il mese di giugno sarà decisivo per definire le sorti politiche, e il prossimo futuro, di tante città italiane.
Come ormai ampiamente noto l'8 e 9, in concomitanza con le Europee 2024, le urne saranno aperte anche per scegliere i consigli comunali e i sindaci di oltre 3700 Comuni, e, in caso di esito incerto, anche il 23 e il 24 per i ballottaggi.
Alcuni dei candidati sono i protagonisti della seconda parte delle speciale elezioni di GiocoNews (consultabile integralmente online a questo link).
Se nella prima, pubblicata sul numero della rivista di maggio abbiamo ospitato un approfondimento su Livorno, con le interviste a Luca Salvetti e ad Alessandro Guarducci e Modena, con Luca Negrini e Massimo Mezzetti, ora ci concentriamo su Firenze, Reggio Emilia e Cesena.
Partendo da Firenze, una delle sfide più attese.
Per il capoluogo toscano alla fine i candidati a sindaco sono 10 e, al momento in cui scriviamo, i sondaggisti vedono primeggiare Sara Funaro, assessora comunale uscente con deleghe all'Educazione, al welfare e all'immigrazione (sostenuta da una coalizione di centrosinistra con Pd, Lista Sara Funaro sindaca, Sinistra italiana, Verdi, +Europa, Azione, Volt, Partito repubblicano, Laburisti, movimento Centro e lista Anima Firenze 2030) ed Eike Schmidt, "civico" che si definisce "di centro", già direttore del museo degli Uffizi e del museo di Capodimonte – ora in aspettativa – e in lizza come esponente del centrodestra (con Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, lista Eike Schmidt sindaco).
A insidiarli sono Stefania Saccardi (Italia viva, Partito socialista italiano, Libdem), Cecilia Del Re (Firenze democratica), Dmitrij Palagi (Sinistra progetto comune con Rifondazione comunista, Potere al popolo, Possibile), Lorenzo Masi (Movimento cinque stelle), Francesca Marrazza (RiBellaFirenze), Andrea Asciuti (Firenze vera), Alessandro De Giuli (Firenze rinasce), Francesco Zini (Firenze cambia).
A rispondere alle nostre domande è in primis Sara Funaro.
Lei è assessora all'Educazione, al Welfare e all'immigrazione del Comune di Firenze. Quali sono i risultati di mandato dei quali è più fiera?
"Tra i tanti risultati raggiunti dalla nostra giunta, sono particolarmente fiera di due atti che segnano una svolta storica per la nostra comunità, sui temi del sociale e dell’abitare e dei servizi scolastici.
Il primo è il recupero del Casone di via dell’Osteria. Con oltre 4mila metri quadrati nel quartiere delle Piagge, uno dei più popolari di Firenze, il complesso è stato strappato al degrado e a un’occupazione abusiva e riconsegnato alla città con finalità sociali e abitative. Questo intervento è stato possibile grazie a un’azione congiunta del Comune di Firenze e della Fondazione CR Firenze, con l’intervento finanziario del Fondo Investimenti per l’Abitare (indirettamente investito in maggioranza da Cassa depositi e prestiti) anchor investor del Fondo Housing Toscano gestito da InvestiRE Sgr, con la gestione sociale affidata ad Abitare Toscana. L’immobile 'Osteria Social Club' conta ben 83 appartamenti di social housing ad affitto calmierato con servizi all’abitare che rispondono in maniera innovativa alle esigenze di coloro che fanno parte della cosiddetta 'fascia grigia', ovvero a coloro che rimangono a metà tra l’edilizia residenziale pubblica e il mercato privato, e dei cittadini e delle famiglie fragili. La convenzione con il Comune di Firenze ha portato infatti all’assegnazione di alcuni alloggi a soggetti del Terzo settore che gestiscono alcuni servizi di carattere socio-abitativo, come ad esempio, il progetto abitativo per le persone in carico ai servizi di salute mentale e il progetto rivolto a singoli o nuclei familiari (con minori) che escono dai sistemi di accoglienza temporanea. La gestione del verde invece è affidata a una cooperativa sociale che collabora con gli abitanti del complesso.
Il secondo riguarda l’avvio del processo per la gestione in house del servizio di refezione scolastica. Un risultato molto importante al quale abbiamo lavorato a lungo confrontandoci con le famiglie e gli operatori scolastici. Questo intervento comporterà il passaggio da una gestione in appalto delle mense ad una gestione completamente “in house" e permetterà di erogare un servizio sempre più di qualità, sia per i bambini che per gli insegnanti. Un provvedimento che punta, inoltre, a promuovere lo sviluppo della filiera agroalimentare all’interno dell’area metropolitana per dare risposte alle aziende del territorio e sulla qualità dei prodotti impiegati nelle mense.
Ma sono davvero tanti i risultati ottenuti in questi dieci anni di governo della città nel ruolo di assessore e di cui sono molto orgogliosa. Sempre spinta dalla ferma volontà di lavorare per combattere l’esclusione sociale e sostenere le fasce più fragili della nostra comunità, per dare così dignità a tutti i nostri cittadini, nessuno escluso.
Si va da provvedimenti mirati a togliere dalla marginalità i più fragili - come i servizi educativi e di assistenza anche a domicilio, e il percorso di accoglienza sociale con l’Albergo popolare portato a 224 posti - fino a importanti interventi che riguardano l’edilizia scolastica (dal 2019 fino al 2023 sono stati investiti ben 92 milioni di euro grazie anche al Pnrr per avere strutture rinnovate, più sicure e più efficienti) e i servizi educativi per i quali abbiamo provveduto ad allargare l’offerta del sistema integrato pubblico-privato e a garantire sempre più posti disponibili, anche grazie alla realizzazione di quattro nuove strutture: il nido Cascine, il Bianconiglio, il Gigante Gentile e il Brucaliffo. Firenze è la città con la più ampia offerta di servizi di prima infanzia (49,40 posti ogni 100 bambini). Siamo orgogliosi di questo risultato e siamo al lavoro, pancia a terra, per garantire nel 2025/2026 un aumento dei posti nido di circa 230 unità rispetto all’inizio del mandato, nel 2019. La riorganizzazione delle capienze finalizzata a una risposta più efficace porterà 300 nuovi posti fruibili per i piccoli da 0 a 12 mesi."
Come aspirante sindaco invece quali progetti ha in serbo per rinnovare Firenze?
"La mia idea è quella che per costruire il percorso verso la Firenze del futuro sia necessario vedere la città con gli occhi di chi la vive, ci lavora e ci studia: solo così, coinvolgendo i cittadini e rendendoli partecipi, possiamo creare una visione generale che rappresenti anche quelle che sono le idee del nostro partito e della coalizione.
Sono sempre stata una donna e un’amministratrice pragmatica e in questo momento le priorità sulle quali lavorare sono l’abitare, i servizi al cittadino (come ad esempio i servizi sociosanitari, le case di comunità, i parcheggi, i negozi di vicinato e storici, i mercati) e la sicurezza. Quest’ultima è un problema reale, serio. Dai report della Questura non risulta un aumento dei reati bensì assistiamo a un cambio della loro tipologia (sono legati in modo molto preoccupante all’abuso e allo spaccio di sostanze stupefacenti pesanti, come crack ed eroina), e influiscono fortemente sulla percezione di insicurezza diffusa. Si tratta di un tema che non si può affrontare solamente da un punto di vista ideologico e populista, bensì guardando alle varie sfaccettature e soluzioni da mettere in campo. Se da un lato lo Stato, che ne ha la responsabilità, deve intervenire urgentemente con un aumento significativo di forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, fondamentali per garantire il controllo del territorio e dare al cittadino una maggiore sensazione di sicurezza, dall’altro l’Amministrazione comunale deve prodigarsi nella definizione di sempre più numerosi progetti che mirino al presidio del territorio. Perché gli spazi dove si innescano dinamiche di socialità, inclusione, produzione culturale e anche semplice divertimento diventano luoghi vissuti in maniera positiva e quindi sicura.
Per quanto riguarda l’abitare, servono risposte concrete che devono necessariamente passare da interventi di edilizia popolare e social housing sul territorio comunale, attuati anche in partnership con soggetti privati e del Terzo settore. Questo tema si intreccia con altre due importanti direttrici del nostro programma per costruire la Firenze del futuro: lavorare per una mobilità sempre più sostenibile con il completamento del progetto tramvia e impegnarsi per una gestione del turismo condivisa a livello metropolitano, oggi sempre più necessaria."
Da assessora lei si è occupata anche di prevenzione del gioco patologico. Quali sono le iniziative messe in campo dall'Amministrazione in questi anni su questo tema?
"Il gioco d’azzardo patologico rappresenta un motivo di crescente preoccupazione per la salute pubblica: colpisce tutte le fasce della popolazione e può avere conseguenze serie sulla vita, sulla salute e sulla situazione economica delle persone. Per comprendere a fondo questo fenomeno, come Comune di Firenze lo scorso autunno abbiamo invitato tutti i cittadini, giocatori e non giocatori, che avevano ricevuto il questionario Gaps Toscana a partecipare allo studio: una rilevazione sul gioco d’azzardo patologico a livello regionale che si proponeva di raccogliere informazioni epidemiologiche e sociali sulla diffusione di questo fenomeno.
Come Comune, in collaborazione con la Ausl e le varie realtà dell’associazionismo e del Terzo settore, lavoriamo su prevenzione, sensibilizzazione e formazione. E facciamo un grande lavoro anche nelle scuole, perché i più giovani sono i soggetti più a rischio.
Nel 2023, secondo i dati delle tre Ufc Serd di Firenze Centro, sono state oltre 130 le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo prese in carico; di queste persone più dell’80 percento sono uomini con un’età media che va dai 40 ai 49 anni. Le donne che si rivolgono al Serd sono in numero inferiore, ma hanno un’età maggiore, che va oltre i 60 anni. Il 18,5 percento delle persone risulta disoccupato e il 10 percento è pensionato; oltre il 67 percento ha un’occupazione. Le tipologie di gioco d’azzardo più riscontrate sono le slot machine, le scommesse sportive anche online e i gratta e vinci.
Un fenomeno preoccupante dei nostri tempi, che riguarda non solo il singolo giocatore, ma anche la sua famiglia e la comunità alla quale appartiene. Il gioco d’azzardo può diventare una dipendenza. È importante rivolgersi ai Serd alla comparsa dei primi segnali: essere presi in carico il prima possibile è un passo fondamentale per avere cura, assistenza e riabilitazione.
Mi preme anche ricordare l’ordinanza anti-slot del Comune del 2018, che stabilisce che le sale chiudano alle ore 18 tutti i giorni, mentre le slot machine devono essere completamente spente dalle 13 alle 19 negli altri esercizi autorizzati: bar, ristoranti, alberghi, rivendite di tabacchi, esercizi commerciali, agenzie di scommesse, sale bingo. In caso di violazione sono previste sanzioni, e sospensione dell'attività in caso di recidiva. Un’ordinanza confermata l’anno successivo anche dalla sentenza del Tar della Toscana che respinse i cinque ricorsi presentati da altrettanti gestori di apparecchiature slot.
Infine, sul territorio sono presenti sportelli di ascolto e consulenza che vedono la presenza di psicoterapeuti opportunamente formati per offrire un primo momento di ascolto e consulenza su problemi quali addiction da gaming, sexting, vamping e in generale comportamenti compulsivi da smartphone. Attraverso una App, poi, c’è la possibilità di dialogare on line direttamente con degli psicologi e prendere appuntamenti con loro."
Secondo lei, visto che il riordino nazionale del gioco pubblico stavolta sembra destinato a diventare realtà, quali sono i poteri o le prerogative che dovrebbero restare in campo ai Comuni?
"Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri agli inizi di marzo costituisce il quadro regolatorio nazionale della disciplina dei giochi pubblici ammessi in Italia, però concentrandosi in particolare su quelli a distanza, cioè quelli che prevedono l’effettuazione del gioco in modalità interattiva attraverso una piattaforma su Internet, in tv o al telefono, con esclusione di quelli a rete fisica e delle case da gioco, per i quali resta ferma la disciplina vigente.
A tutela dei giocatori, il provvedimento ha istituito la Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia, il cui fine principale è individuato nel monitoraggio dell'andamento delle attività di gioco, incluse quelle illecite e non autorizzate, e i relativi effetti sulla salute. Ecco, in attesa che il Governo si occupi di regolare ulteriormente anche il gioco nelle sale fisiche, credo che, come Amministrazione cittadina, accanto all’Osservatorio regionale esistente dovremmo costituire un Osservatorio comunale che lavori in sinergia con i servizi sanitari e le forze dell’ordine e che consenta di avere una fotografia costantemente aggiornata del fenomeno, di rafforzare il sistema dei controlli e quindi di perfezionare ulteriormente le azioni per arginare abusi e patologie.
Infine, proporrei di investire i proventi derivanti dalle ammende comminate ai gestori per eventuali intemperanze in attività di sensibilizzazione, nella promozione di progetti educativi, nell’implementazione delle azioni a difesa della salute dei cittadini e dei disagi sociali che spesso accompagnano i soggetti affetti da ludopatia e infine nel supporto economico alle associazioni impegnate a combattere il fenomeno e a quei gestori che decidono di dismettere le slot nei loro spazi per affrontare le dispendiose clausole di recesso."
Purtroppo il candidato Eike Schmidt non ha risposto alle domande di GiocoNews.it, ma lo ha fatto Dmitrij Palagi, candidato sindaco per Sinistra progetto comune.
In un post sulla sua pagina Facebook lei ha scritto "Noi vogliamo governare, esercitare il potere e cambiare la realtà. Dicendo però per cosa, per chi, sulla base di quali interessi, senza camuffarli". Quali sono i suoi, i vostri progetti per cambiare Firenze?
"Abbiamo intenzione di cambiare significativamente il funzionamento della macchina amministrativa e degli organi decisionali, anzitutto dando più potere ai Quartieri e creando luoghi di confronto. C’è troppo abbandono dei territori, in cui operano in modo quasi eroico associazioni, movimenti e comitati. In definitiva, sono le persone a svolgere i compiti che spetterebbero ai servizi pubblici. Il primo giorno di governo utile immaginiamo di convocare tutto il personale dipendente dell’Ente, compreso quello che opera in appalto, per dare protagonismo alle lavoratrici e ai lavoratori sull’organizzazione del Comune. Il secondo, iniziare un processo che dia strumenti e risorse alle circoscrizioni. Nei primi mesi vogliamo che si insedi un primo Comitato di Sicurezza e Socialità, che si affianchi alle riunioni in Prefettura dove i problemi della Città vengono affrontati esclusivamente in termini di ordine pubblico. Vogliamo portare lì la Polizia municipale, le operatrici e gli operatori di strada, le rappresentanze sindacali, le associazioni di categoria e ogni realtà cittadina che vive il territorio. Da qui può essere ripensato il progetto dei vigili e delle vigilesse di Quartiere."
Si è mai occupato di gioco patologico? Qual è la sua posizione in merito, secondo lei per combatterlo efficacemente cosa serve davvero? (limiti orari più stringenti al funzionamento degli apparecchi, divieti di aprire questo tipo di attività in città, oppure una legge nazionale, oppure, ancora, più investimenti su informazione dei cittadini e prevenzione?)
"Le dipendenze in generale sono una nostra priorità. Portano le persone in condizione di marginalità, quando non alla rovina, personale, familiare, economica, sviluppano meccanismi di insicurezza e richiedono efficaci politiche di prevenzione. Durante le consiliature precedenti, la nostra area politica ha promosso azioni restrittive in materia di pubblicità e presenza di luoghi di gioco d’azzardo. Vogliamo evitare ipocrisie. Sappiamo quanto economicamente questo comparto abbia un peso, ma i danni di questa liberalizzazione sono stati enormi, così come i guadagni dei concessionari.
È quindi giusto e doveroso riflettere sulle distanze tra luoghi di istruzione e attività pericolose per minori, sui limiti orari e anche su come sostenere chi sceglie di promuovere attività di gioco meno legate a logiche di 'profitto per il profitto' (pensiamo alla campagna dentro i circoli ricreativo-culturali, dove tante Case del Popolo finiscono per essere segnate nei bilanci da mancati guadagni). La cultura del gioco fa parte della società italiana da tantissimi secoli, limitarsi a parole di presunta condanna, mentre si chiudono gli occhi alla nascita di patologie nella legalità, dimostra un’assenza di capacità di incidere della politica. In generale crediamo che ogni norma e regolamento debba associarsi a un’azione effettiva, in cui coinvolgere i diversi attori. In questo troviamo un forte legame tra la prima domanda e questa."
Scorrendo la storia dei suoi interventi in consiglio comunale, ne salta fuori uno l'ex Ippodromo Le Mulina al Parco delle Cascine. Lo scorso novembre il Consiglio di Stato ha condannato l'amministrazione a pagare un risarcimento di oltre 200mila euro all'ex gestore. Per il futuro, secondo lei, come si potrebbe valorizzare quest'area?
"Riconoscendo al privato ciò che la legge prevede e trovando il modo di risolvere gli impegni, riappropriandoci dell’impianto. È in un’area importante, da tutelare come bene comune, già minacciata dalla mancata prelazione dell’ex Ogr di Firenze Porta al Prato. La nostra area politica da tantissimi anni contestava l’utilità di un progetto dove – pur se legittimamente - si perseguono finalità diverse dalle priorità del pubblico e della cittadinanza (ambiente, fruibilità degli spazi, superamento delle logiche del consumo come unica occasione di socialità). Nelle trasformazioni della società il rapporto tra passato, presente e futuro dovrebbe essere accompagnato da una riflessione politica. La storia degli ippodromi e la sempre maggiore consapevolezza sui diritti degli animali potrebbero indicare prospettive interessanti. Il debito fuori bilancio per saldare quanto stabilito dalla sentenza è già stato votato dal Consiglio comunale. Si incontri urgentemente il soggetto privato e si trovi modo di liquidarlo, per poi intervenire direttamente come Comune, con una prospettiva che complessivamente garantisca un’idea di futuro pubblico alle Cascine (senza ipotesi di fondazioni dedicate e piuttosto mettendole a disposizione di tutta la cittadinanza, in modo partecipato)."