Eps al Coni: 'Illegittimo il protocollo firmato con Adm'
Il protocollo escluderebbe gli Enti di promozione sportiva dai soggetti giuridicamente riconosciuti per la pratica e lo sviluppo dello sport in Italia.
Illegittimo il protocollo sottoscritto da Coni e Adm lo scorso 10 maggio. A dirlo sono gli enti di promozione sportiva che, presa carta e penna, scrivono una lunga missiva indirizzata al Dipartimento per lo Sport della presidenza del consiglio dei ministri e al Comitato olimpico nazionale italiano.
Il documento fa riferimento, appunto, al protocollo di intesa del 10 maggio 2022tra l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e il Coni, che semplifica la gestione degli apparecchi elettromeccanici e meccanici senza vincita di denaro qualora questi siano utilizzati a fini sportivi da Federazioni sportive e Discipline sportive associate.
Analizzato il contenuto del protocollo, tuttavia, alcune associazioni hanno deciso di alzare la voce. Antonino Viti, dell'associazione di cultura sport e tempo libero, Bruno Molea, dell'associazione italiana cultura sport, Claudio Barbaro, delle associazioni sportive sociali italiane, Francesco Proietti, del centro sportivo educativo nazionale, Vittorio Bosio, del centro sportivo italiano, Gian Francesco Lupattelli, del movimento sportivo popolare Italia, Tiziano Pesce dell'unione italiana sport per tutti e Damiano Lembo dell'unione sportiva Acli, ritengono che il menzionato “Protocollo” evidenzi "un intento elusivo del disposto normativo ad unico vantaggio di alcuni operatori sportivi finendo per escludere gli Enti di promozione sportiva dai soggetti giuridicamente riconosciuti per la pratica e lo sviluppo dello sport in Italia. Detto documento palesa profili di illegittimità sotto diversi aspetti e un’inaccettabile natura arbitrariamente discriminatoria".
"Innanzitutto", scrivono i rappresentanti delle associazioni sportive, "suscita grande perplessità il fatto che un protocollo di intesa, la cui efficacia è notoriamente quella di accordo programmatico di natura privatistica tra due parti, possa disciplinare, modificare, integrare o addirittura derogare anche solo in parte la disciplina contenuta in un atto normativo di portata generale avente valore di legge, quale è il Tulps".
"Inoltre", continua la missiva, "quale ulteriore deroga o, comunque, autonoma integrazione al dettato legislativo, lo stesso Protocollo conferisce in modo arbitrario alle Federazioni sportive e Discipline sportive associate un autoreferenziale potere certificativo della 'finalità sportiva' dell’apparecchio di intrattenimento".
Denunciano pertanto i rappresentanti delle associazioni, "l’iniziativa assunta nell’occasione da parte del Coni ha provocato allarme negli Enti di promozione sportiva [...] per l’ennesimo atto discriminatorio inferto agli Enti di promozione sportiva a vantaggio delle Federazioni sportive e delle Discipline sportive associate anche in spregio della normativa sportiva di settore", ricordando, peraltro, che il Coni, "come ribadito anche nelle premesse del Protocollo, ai sensi dell’art. 2 dello Statuto Coni, presiede, cura e coordina l’organizzazione delle attività sportive sul territorio nazionale, che ricomprende anche quelle svolte dagli Enti di promozione sportiva".
Di fronte ad una esclusione che causa, secondo i rappresentanti degli enti esclusi, anche un danno patrimoniale, i rappresentanti chiedono quindi al dipartimento per lo Sport del consiglio dei ministri "un pronto intervento" per "porre fine alla realizzata azione discriminatoria svolta in danno degli Enti di promozione sportiva e a favore delle Federazioni sportive e Discipline sportive associate".
E in caso di mancato intervento avvisano già che, "ravvisando nell’atto adottato un’iniziativa illegittima oltre che volta a tradursi in una pratica anticoncorrenziale, ci vedremo costretti a valutare ogni opportuna azione presso le competenti autorità, a partire dall’Agcm, a tutela degli interessi degli Enti che presiediamo, dei loro tesserati e affiliati, nonché per conseguire il ristoro dei danni subiti".