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Estensione green pass: Governo e imprese verso la quadra, Ooss 'Costi non ricadano sui lavoratori'

07 settembre 2021 - 09:49

Giovedì il Governo dovrebbe varare il decreto per estendere l'obbligo del green pass ai dipendenti delle attività dove è già richiesto ai clienti, il gioco fra i papabili.

Scritto da Fm
Estensione green pass: Governo e imprese verso la quadra, Ooss 'Costi non ricadano sui lavoratori'

“Ritengo ragionevole e di buon senso estendere l’obbligo del green pass anche a dipendenti e lavoratori dei luoghi dove è già previsto l’utilizzo del certificato verde per utenti e clienti, penso a bar, ristoranti, mezzi di trasporto”.

 

Ne è convinto il sottosegretario di Stato alla Salute, Andrea Costa, che con un tweet riapre il dibattito su un tema caro anche alle attività di gioco, già esaminato su queste pagine, con le decise prese di posizione – a favore di tale obbligo – da parte di diversi operatori del settore. 

 

Il tutto mentre il decreto che dal 6 agosto ha introdotto l'obbligo di green pass per l'accesso a molte attività – gioco compreso - è sotto la lente della Camera e potrebbe essere approvato senza la necessità di  porre la questione di fiducia ventilata dal Governo dopo lo “strappo” della Lega, che in commissione Affari sociali ha sostenuto alcuni emendamenti a firma dei deputati di Fratelli d’Italia per abolire l'obbligo della certificazione verde (sancito dall'articolo 3), bocciati ed ora ripresentati.

 

Una reiterazione che sembra non turbare il Governo e neppure il premier Mario Draghi, deciso ad andare avanti sulla strada già tracciata: l'estensione dell'obbligo di green pass ai dipendenti statali, alle categorie impegnate in quei settori dove il certificato è già obbligatorio (ristorazione, palestre e piscine, trasporti a lunga percorrenza, in primis, secondo le ultime indiscrezioni) e - forse - anche ai lavoratori delle imprese, a partire dal mese di ottobre.
 
Un obiettivo caldeggiato anche da un leghista "fuori dal coro", il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, convinto, in disaccordo con Matteo Salvini, che con la ripresa delle attività economiche si debbano “garantire condizioni di sicurezza" le quali "esigono che chi frequenta luoghi affollati deve dare garanzie di non contagiare nessuno. Il green pass è una misura che va esattamente in questa direzione”.
 
Il “punto” poi è all'ordine del giorno della cabina di regia del Governo prevista per questo giovedì – propedeutica ad un confronto con le Regioni e poi alla seduta del Consiglio dei ministri che dovrebbe varare il decreto - e che, ora dopo ora, incassa il sostegno, più o meno condizionato, di diverse associazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori, dopo l'incontro tenutosi ieri, 6 settembre, fra Confindustria e i leader di Cigl, Cisl e Uil.
“Noi da sempre siamo stati per l’obbligo vaccinale ma non possiamo non renderci conto che al momento la politica non sembra trovare una sintesi e quindi abbiamo necessità di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Siamo per l’adozione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro e su questo si è aperta una discussione”, commenta il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
Una richiesta che può essere accolta, secondo il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, purché le aziende si facciano carico dei costi dei tamponi, impegnandosi a “non licenziare nessuno, anche chi non fa il tampone”.
 
Istanza fatta propria anche dal numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, - e ribadita al premier Draghi dal segretario Cgil, Maurizio Landini, così come l'introduzione dell'obbligo vaccinale, del resto già adottato nel passato per fermare la diffusione del vaiolo, nel 1888 (e fino al 1981), la difterite (1939), la poliomielite (1966), il tetano (1968) e l’epatite B (1991).
 
Favorevole anche la Fipe -Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, che in una nota ribadisce: “La nostra federazione è da sempre dalla parte di chi ritiene che dalla pandemia si esce con la vaccinazione e, dunque, a favore del green pass anche per i lavoratori delle proprie imprese. A patto, però, che questa non sia una scorciatoia per non affrontare il tema dell’uso estensivo del green pass a tutto il mondo del lavoro e che si chiariscano alcuni punti fondamentali.  In primis bisogna riflettere sui tempi di introduzione di tale misura per dare un preavviso congruo e consentire a chi sceglie di vaccinarsi di poterlo fare in coerenza ai protocolli sanitari e alla pianificazione della campagna vaccinale. Un provvedimento senza programmazione metterebbe in grande difficoltà sia i lavoratori che le imprese. Altro punto fondamentale riguarda il rapporto con quei dipendenti che decideranno liberamente di non dotarsi del green pass. Quali saranno le responsabilità e gli obblighi del datore di lavoro? Su questo è necessario un quadro normativo chiaro. La priorità è mettere gli imprenditori nelle condizioni di gestire eventuali criticità senza alcun onere oltre quello, già di per sé assai pesante, di non poter utilizzare una parte del personale”.
 
Una necessità che non può essere più elusa, se davvero si vuole tornare ad una qualche forma di normalità – anche se diversa da quella che tutti abbiamo sempre conosciuto – ed evitare nuove, insostenibili chiusure.
 

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