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Gioco e banche, la politica: 'Capire vere ragioni di chiusura conti'

17 maggio 2021 - 11:10

I rappresentanti di Unicredit, Bnl e Iccrea Banca Spa in audizione sul difficile rapporto tra istituti bancari e operatori del gioco. I senatori De Bertoldi e Buccarella chiedono chiarezza.

Scritto da Redazione
Gioco e banche, la politica: 'Capire vere ragioni di chiusura conti'

"Dalle audizioni che abbiamo svolto, dalle testimonianze che abbiamo raccolto dagli operatori del gioco e anche dai vertici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, il problema sembra generalizzato; secondo le banche invece i conti correnti chiusi sono alcune decine. Evidentemente i numeri non tornano” . Lo afferma il senatore di Fratelli d'Italia, Andrea De Bertoldi, prendendo la parola nelle audizioni che si tengono oggi 17 maggio a Palazzo San Macuto.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario è infatti ancora al lavoro in merito alle criticità nei rapporti fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale. E svolge le audizioni dei vertici di Unicredit, Bnl e Iccrea Banca, così da integrare le informazioni già raccolte dai rappresentanti dell'Associazione bancaria italiana.

E da Andrea Casini, di Unicredit, raccoglie, oltre che informazioni, anche rassicurazioni. Pur ricordando il Provvedimento della Banca d'Italia del 2019 e come, anche secondo l'analisi dei rischi (edizione 2018 del Comitato sicurezza finanziaria), "il comparto del gioco legale e illegale risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata" e presenta "vulnerabilità molto significative", i numeri uno dell'istituto assicurano che "di tale maggiore esposizione al rischio riciclaggio la banca tiene conto nell'ambito dell'adeguata verifica sia nell'istaurazione di un rapporto continuativo che occasionale che in sede di revizione periodica", ma che "non c'è alcuna preclusione all'apertura e mantenimento di rapporti con tale tipologia di clientela e con i suoi dipendenti".
Rispetto al fenomeno della valutazione dei rischi al fine di scegliere se non istaurare o interrompere i rapporti "non è in atto e vi è stato neanche in passato questa attività. Le casistiche vengono valutate di volta in volta nell'ambito dell'attività di adeguata verifica". Il Gruppo Unicredit adotta "un approccio prudenziale e le scelte del business bengono confermate da un organo decisionale, da una struttura di controllo".
Quanto ai numeri dell'esposizione bancaria del settore, ammonta nel 2020 a 987 milioni, di cui 32 milioni on balance e 955 milioni off balance. Il portafoglio performing ammonta a 948 milioni, di cui 919 milioni off balance, mentre il non performing è pari a 39 milioni, quasi completamente off balance. Casini sottolinea che "pur in presenza di fisiologica concentrazione sui principali concessionari del mercato domestico, circa il 40 percento dell’esposizione della Banca al settore è riferibile ad operatori di minori dimensioni" e che "nel 2020, pur nel contesto pandemico ancora in corso, l’esposizione complessiva di UniCredit è risultata sostanzialmente stabile, registrando un incremento di 6 milioni al netto della riduzione dell’esposizione di un singolo cliente per quasi 40 milioni. Con riferimento all’evoluzione dell’apertura e della chiusura dei rapporti, si osserva che non sono state fornite disposizioni volte alla chiusura generalizzata dei rapporti con gli operatori del settore".
 
E fornisce i numeri dei servizi forniti al settore: "Circa 4mila" sono i clienti "a fine 2020, di cui circa 500 imprese con affidamenti e la restante parte costituita prevalentemente da piccole imprese. Sulla base delle estrazioni operate per gli anni 2018, 2019 e 2020, alla data del 31 dicembre 2020 risultano chiusi n. 269 contratti di conto corrente, che comprendono anche chiusure di rapporti di conto corrente aperti prima del periodo di riferimento”. Inoltre, "dopo aver eseguito una ricerca nell’archivio dei reclami scritti a partire dal 2016, abbiamo rilevato 16 contestazioni, 11 delle quali riguardanti il recesso unilaterale dai rapporti operato dalla Banca in presenza di problematiche Aml. In tutti questi casi, le verifiche effettuate hanno sempre confermato la regolarità dell’operato e la sussistenza di un congruo termine dato ai clienti per permettere loro l’apertura di un rapporto di conto corrente presso un altro intermediario. Nei rimanenti 5 casi, i giochi sono citati incidentalmente o strumentalmente, in presenza di ludopatia, per chiedere il ristoro delle perdite su investimenti”.
 
Argomentazioni che suscitano i rilievi del senatore del Gruppo Misto Maurizio Buccarella, che ricorda come la commissione abbia ricevuto "numerose segnalazioni da parte del gioco, addirittura ci sono dei casi di dipendenti di aziende del gioco che si sono visti chiudere i conti correnti, e abbiamo già interpellato l’Abi in merito”. 
Osservazioni che trovano d'accordo De Bertoldi: anche a suo dire, infatti, “è necessario conoscere le vere ragioni che portano alla chiusura dei rapporti”, tanto più in una situazione nella quale è necessario intervenire al più presto, visto che "il settore del gioco è già fortemente penalizzato dalle chiusure decise per arginare la pandemia".
 

BANCA NAZIONALE DEL LAVORO: "DIBATTITO DI SISTEMA FRA ADM, MEF E OPERATORI BANCARI SU USO DEL CONTANTE" - In questo caso ad intervenire è Andrea Munari, in rappresentanza dei vertici della Banca Nazionale del Lavoro. "Il contesto normativo in materia di anti-riciclaggio pone in evidenzia rischi per attività di gioco e scommesse, fra quelli particolarmente esposti al rischio di riciclaggio, come confermato anche dalla Uif. Da sempre questo appartiene alla politica della banca, come operatore di sistema, per proteggerlo e garantire propria reputazione. A tal fine la banca si è sempre adoperata per prevenire rischi e formare il personale a riguardo, con rilevanti investimenti. Ha rafforzato il proprio piano di controllo, la revisione dei processi di entrata, il monitoraggio del continuo. Nei controlli viene applicato il principio del 'respect approach', inoltre, in ossequio alle previsioni normative, oltre ai controlli per l'antiriciclaggio, valuta i rischi ai quali ritiene prudente esporsi. Viene quindi consentito l'avvio di nuovi rapporti con operatori gia conosciuti o in relazione con altre realtà già conosciute. Non vi è alcuna limitazione ai rapporti con i dipendenti delle attività di gioco. In nessun caso c'è stata la chiusura di relazioni in essere.
È aumentata la complessità dei rapporti: ad oggi l'esposizione nei settori del gioco è contenuta: alla data dell'8 aprile 2021 i rapporti in essere con clienti del gioco legale sono 77: di questi, le ditte individuali sono 18 - il 23,4 percento -, 29 le persone fisiche, 18 le Srl, per fare qualche esempio.
I clienti che negli ultimi 3 anni hanno cessato i rapporti sono 39: la maggior parte, 18, sono ditte individuali, tre le persone fisiche, una limted all'estero, una in accomandita semplice, undici Srl.
L'esposizione della banca nel settore del gioco legale è pari a 76 milioni, 889mila e 660 euro.
Al 31 dicembre era pari a oltre 131 milioni. Una differenza ascrivibile soprattutto alle mutate esigenze di tre grandi clienti.
Sono assenti al momento reclami e contenziosi.
Per quanto riguarda i profli di criticità normativa, gioverebbe una procedura specifica che tenga conto della peculiarità del settore e consenta alle banche di facilitare le verifiche anche con un confronto fra operatori, Agenzia delle dogane e dei monopoli e ministero dell'Economia e delle finanze; servirebbe una norma di settore che concorra ad un'azione per consentire di operare senza l'utilizzo di contante per facilitare la tracciatura degli operatori e dei fondi".
Il presidente di commissione quindi ha chiesto lumi sulle ragioni per cui sono stati chiusi i conti, visto che è stato evidenziato che "non ci sono state chiusure per motivi di anti-riciclaggio".
Sul tema è intervenuto nuovamente il senatore Andrea De Bertoldi (Fratelli d'Italia). "Nella relazione si rinviene, in merito ai rischi connessi ai rapporti con gli operatori del gioco, che come banca non è una clientela per voi particolarmente appetibile, per rischio il riciclaggio, i controlli e le responsabilità. Noi siamo qui a rappresentare gli interessi dei cittadini e del Paese, e dobbiamo preccuparci quando una banca scrive queste cose, perché gli operatori del gioco lavorano per lo Stato. Sono d'accordo con lo spunto del confronto per tentare di ragionare insieme afffinché un problema rilevante come questo venga risolto".
Il senatore Elio Lannutti (Movimento 5 stelle) aggiunge: "Sappiamo che il settore del gioco è in crisi, e che gli incassi sono crollati di oltre 4 miliardi, anche a causa della pandemia. Sarebbe utile coinvolgere la Banca d'Italia, l'Adm, per una sorta di protocollo?", domanda, all'indirizzo di Munari. "Come ritiene che potrebbe essere implementato questo codice con loro e con l'Abi?".
Munari quindi risponde: "Per noi perdere un cliente è un disastro. Da parte nostra questa tematica è molto forte.
Quanto alle chiusure, le ragioni possono essere le più svariate: il cliente che non risponde dopo un certo numero di richieste, ma non c'è una ragione specifica legata al gioco in sè.
Siamo ben coscienti che il settore ha un ruolo importante nell'econonomia e per i livelli occupazionali, nessun dipendente del comparto è stato mai delegittimato. Riteniamo in generale che la normativa sia estramente stringente e oggi, per noi, lavorare con il contante è più che 'un mal di testa', è complicato e costoso, perché le richieste dell'autorità di vigilanza sono molto specifiche. L'evoluzione delle transazioni in senso 'cashless' risolverebbe molti dei problemi attuali. Per quanto riguarda un codice è certamente impotante ma ricordo che il nostro regolatore è la Banca d'Italia con l'Uif e probabilmente poi la regolazone spetterà all'autorità bancaria europea".
L'obiettivo quindi è il colloquio fra gli operatori, con le regole di Bankitalia, e il controllo dei flussi finanziari che possono derivare dal gioco, garantendo che siano legali.
In attesa della creazione del registro dei titolari effettivi, secondo la 4a e 5a direttiva Antiriciclaggio, un'entità certificatrice della titolarità effettiva per dare certezza sulla reale controparte, come già proposto a livello europeo. Un provvedimento il cui beneficio potrebbe estendersi al presidio del rischio riciclaggio.
Il senatore Felice Maurizio D'Ettore (Forza Italia), tornando sulla chiusura dei rapporti, rimarca che è necessario capire come mai vengono chiusi i conti, se non per motivi di antiriclaggio. "La vostra sofferenza è la sofferenza degli altri, che si vedono chiudere il conto. Poi, certo che è necessario occuparci della normativa. Il fatto che non ci siano reclami e contenziosi non significa niente. Vi segnaleremo i casi di cui siamo venuti a conoscenza, e vorremo comprendere cosa è avvenuto".
Lanutti aggiunge: "Tutti noi vorremmo meno contante, ma guardando ad altri Paesi, come la Germania, molti non ne demonizzano come noi. Ricordo che la Bce stampò le banconote da 200 e 500 euro. La demonizzazione del contante non coincide con lo Stato liberale".
A controbattere è ancora Munari della Banca del Lavoro: "Da liberale quale sono anche io dico sì al contante, ma oggi per operare in modo sicuro e coerente con le indicazioni dei regolatori è noto che le transazioni cashless agevolano le attività e lo stesso operatore. Il sistema bancario tedesco per me non è uno standard come sistema bancario nazionale, le banche lì sono piccole, migliaia e meno efficienti, ed è diversa anche l'economia sottesa".
Munari quindi conclude: "Non abbiamo alcun tipo di problema ad essere trasparenti su questo", con l'intenzione di verificare il perché dei conti chiusi uno per uno.
 
ICCREA BANCA SPA: “ABBIAMO DETTO NO A COSTRUTTORI DI ARMI, PORNOGRAFIA, COMPRO-ORO, MONEY-TRANFER E GIOCO” – L’ultima audizione di giornata è quella del gruppo bancario cooperativo Iccrea, rappresentato dal suo Chief lending officer, Eugenio Adamo, che inizia ricordando la nascita recente del gruppo bancario (marzo 2019), anche se le sue radici nel credito cooperativo. “Siamo il primo gruppo bancario a capitale interamente nazionale – spiega Adamo –, contiamo 800mila soci di credito cooperativo e come clienti abbiamo prevalentemente privati e piccole medie imprese. Il gruppo è molto vicino alle comunità, per statuto, mission e valori, con una forte attenzione territoriale ma anche una forte attenzione per le questioni sociali. In questo contesto si pone una forte attenzione ai valori etici e alle esigenze di liquidità per il sostegno delle attività commerciali. Tutto ciò premesso perché è importante inquadrare le linee guida che il gruppo si è dato”.
Poi entra nel merito. “Il gruppo bancario da un paio d’anni ha adottato politiche improntate su criteri di eticità. Escludiamo rapporti con società – specifica Adamo – che hanno a che fare con la costruzione di armi, apparecchiature da gioco, pornografia, compro-oro, money tranfer. A fronte di queste, che sono politiche che riguardano il credito, vi sono poi le norme adottare per l’antiriciclaggio e la corretta identificazione della clientela. Per le policy di antiriciclaggio le nostre società non possono attivare nuovi rapporti e dovrebbero interrompere i rapporti con eventuali soggetti che hanno a che fare con attività di gioco, scommesse e videolottery”. Il tutto comunque passa dalla conoscenza della controparte, assicura il Clo di Iccrea, “con possibilità di deroghe in base alla conoscenza diretta tra banca locale e società”.
Iccrea, come già gli altri gruppi nazionali, ha presentato alla commissione una relazione dalla quale si rileva che nel 2018 il totale complessivo di esposizione del gruppo nei confronti di soggetti operanti nel settore del gioco legale ammontava a 41 milioni di euro, distribuiti su 1500 rapporti. Una cifra scesa a 35 milioni nel 2019, con l’applicazione nel nuovo regolamento interno, che ha portato alla chiusura di alcuni rapporti, mentre l’esposizione risale nel 2020 a 39 milioni di euro. “Fino ad ora – spiega Adamo alla commissione – abbiamo contato solo 10 reclami. Nel caso di procedimenti giudiziari, le attività legali vengono seguite a livello locale con interessamento della capogruppo solo laddove se ne ravvisi l’esigenza”. E cita, a titolo di esempio, un caso nel quale nonostante il giudice abbia visto il comportamento della banca totalmente in linea con la legge, l’istituto “non ha provveduto a una chiusura immediata, ma ha cercato una transazione con il cliente, aiutandolo a trovare una soluzione”.
“È importante dire che il complesso di norme è in linea con i principi del gruppo. Abbiamo a che fare con un settore che è comunque piuttosto controverso – ha chiosato il Clf del gruppo Iccrera –, a causa del forte uso del contante che lo rende critico dal punto di vista dell’antiriciclaggio”. Un motivo che ha spinto il gruppo Iccrea a riportare all’attenzione della commissione anche il Ddl 1712 presentato al Senato nel febbraio 2020 (il quale, in sintesi, vorrebbe obbligare gli istituti di credito all’apertura di un conto ad ogni cliente evitando esclusioni, ndr), ribadendo “la criticità della possibile entrata in vigore di una norma che nel tutelare i principi di inclusione finanziaria, dovrebbe garantire anche la necessità di una sana e prudente gestione bancaria, la libertà di impresa della banca e la tutela delle norme antiriciclaggio”.
 
Un discorso che non convince il senatore Felice Maurizio D'Ettore (Forza Italia): “Abbiamo segnalazioni che le comunicazioni inviate via email ai clienti siano di altro tenore. Le banche comunicano che ‘non è un cliente gradito’. Altra questione – continua D’Ettore –, solo il 26 marzo 2021 avete votato la vostra policy, che fa riferimento a soggetti connessi al gioco. Compendo che ci può essere un principio diverso quando in una libera iniziativa economica si decide di orientarla in un certo modo etico per quanto riguarda i nuovi i rapporti, ma non comprendo la chiusura dei rapporti in essere. Mi permetto di dire che non è molto etico da parte delle vostre banche chiudere un rapporto senza preavviso, semplicemente dicendo che ‘da oggi siamo più etici di prima’. Chiediamo al gruppo Iccrea se non sia il caso di avere una tolleranza diversa, proprio per quella che è la vostra identità. La solidarietà economica non si sposta con chiusure ex abrupto (improvvise). Ok alla libera iniziativa economica, ma questa ce l’hanno anche le aziende che, vedendosi chiudere un contratto, vanno incontro a situazioni disastrose”.
Interviene in seguito anche l’onorevole Andrea De Bertoldi (Fratelli d'Italia), che sottolinea come “la relazione di Iccrea può essere di spunto per la nostra commissione, per ciò che possiamo fare dopo le audizioni”. E poi, rivolto al rappresentante dell’istituto di credito, sottolinea che “da politico, da uomo con forte senso dello Stato, faccio fatica ad accettare le conclusioni che voi state traendo in questo contesto. Un giorno, ad esempio, potreste dire che non volete lavorare con chi tratta alcolici. Oggi dire così significa andare contro la libera impresa, andare contro a un operatore che lavora per concessione dello Stato. Una banca può dirmi non lavoro con te perché sei un delinquente, ma nel momento in cui un’attività è legale non si può escludere. Come pensate di giustificare questa policy? Noi qui siamo interessati all’interesse nazionale e riteniamo che non sia possibile che un gruppo bancario in posizione dominante, come siete voi, vada a limitare la libertà d’impresa. La ritengo una cosa molto grave”.
 
Risponde quindi Eugenio Adamo dicendo che “siamo stati fra le banche più presenti su molti territori e in tutti i  settori, siamo il gruppo che ha dato più moratorie. Non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno alle aziende in nessun momento. Queste di cui abbiamo parlato sono le uniche, poche, restrizioni. Vorrei distinguere il tema delle politiche dal tema della gestione: è chiaro che le politiche vanno gestite in modo intelligente, in modo soft, tenendo conto anche delle aspettative delle controparti. Credo che noi abbiamo impiegato questa flessibilità, lo dimostra anche il fatto che abbiamo avuto pochissimi reclami, e il fatto che la nostra esposizione nei confronti di queste imprese è salita nell’ultimo esercizio”.
In quanto alla normativa introdotta il Clo di Iccrea sottolinea che “esisteva già prima, ora l’abbiamo semmai ammorbidita. Se prima occorreva rivolgersi alla capogruppo, ora le banche locali possono decidere in autonomia, e le banche locali lo fanno con la conoscenza del cliente. La possibilità da parte nostra di avere delle politiche restrittive fa parte della possibilità delle nostre scelte. Questo è uno dei pochi casi, dove peraltro l’uscita, o il non appoggio, viene valutato caso per caso con attenzione e mai ex abrupto”.
 
DE BERTOLDI: "URGE REVISIONE DELLA NORMATIVA" - "Nell'ambito delle audizioni previste dalla commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario relativamente alle problematiche degli operatori del gioco legale e gli istituti di credito, rilevo con preoccupazione le dichiarazioni della Bnl che evidenziano le difficoltà per la banca di operare con tali soggetti perché eccessivi sono i rischi e le responsabilità connesse alla normativa antiriciclaggio e ai controlli della Banca d'Italia. Urge quindi una revisione della normativa del sistema dei controlli per consentire agli operatori del settore e alle banche di operare senza eccessivi ostacoli". Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia Andrea de Bertoldi, capogruppo FdI in Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario. 
 
"Nella successiva audizione con il gruppo bancario cooperativo Iccrea - osserva de Bertoldi -  devo poi rilevare che in un sistema finanziario imperniato su pochissimi grandi gruppi non è accettabile che si adottino delle politiche aziendali ispirate a cosiddetti principi etici, in base alle quali si escludono interi settori economici quali ad esempio proprio gli operatori del gioco legale, che agiscono quali concessionari dello Stato in perfetta legalità. Il sistema bancario deve rappresentare, secondo Fratelli d'Italia, un fattore propositivo per l'economia nazionale e non una barriera all'entrata per le imprese".

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