Lazio, lavoratori gioco: 'Bene disponibilità Regione, ma iniziative continuano'
Dopo la manifestazione davanti alla sede della giunta regionale il coordinamento Alleati per la legalità annuncia che continuerà la mobilitazione.
La mobilitazione dei lavoratori del gioco continua "per scongiurare il più grande licenziamento di massa che la regione Lazio abbia mai visto". Lo dichiara in una nota il coordinamento Alleati per la legalità, che raccoglie le più importanti associazioni del settore: Acadi - Confcommercio, Acmi e Astro (aderenti a Confindustria), Agisco, Assotabaccai, Criga, Donne in Gioco, Egp – Fipe, Fit - Federazione Italiana Tabaccai, Sapar, Sts – Sindacato totoricevitori sportivi, Utis.
"Siamo soddisfatti", è l'incipit del comunicato, "della partecipazione alla manifestazione 'Legalità lavoro Lazio. I lavoratori del gioco pubblico in piazza per 3 buoni motivi’che si è tenuta oggi, 29 aprile, sotto la sede della Giunta della Regione Lazio. Centinaia di lavoratori, in piazza, per chiedere alla Giunta Zingaretti e al Consiglio della Regione Lazio di rivedere la legge 5/2013 che significherebbe tra soli 120 giorni la perdita di 16000 posti di lavoro nella regione".
Ricordando "le importanti dichiarazioni dal palcodei Consiglieri regionali Marietta Tidei, Orlando Tripodi, Massimiliano Maselli, del consigliere di Roma Capitale Tommaso Amodeo, del Presidente del Municipio V Mauro Caliste", e "l’incontro avuto dalla nostra delegazione con il Capo di Gabinetto della Regione Lazio Andrea Napoletano", Alleati per la legalità sottolinea che "tutti hanno finalmente capito che cancellare migliaia di attività legali e chiudere i punti gioco pubblico del Lazio significa nei fatti due cose: regalare alla criminalità organizzata milioni di euro con le giocate clandestine e mandare a casa 16000 lavoratori di cui più della metà donne”.
"Ora chiederemo a tutto il Consiglio regionale", continua la nota, "l’assunzione di una responsabilità ben precisa: nel prossimo collegato al bilancio, che sarà approvato entro il 30 giugno, deve essere urgentemente inserita una norma che tuteli lavoratori e imprese del settore e riveda una legge che, sebbene corretta nelle intenzioni, nella sua applicazione diventa un disastro sociale. Nei fatti la Regione Lazio rischierebbe di essere la responsabile, tra soli quattro mesi, del più grande licenziamento di massa mai visto nella regione stessa. Noi, da parte nostra, continueremo la mobilitazione per scongiurare tutto questo".