Riordino gioco, le Regioni al Mef: 'Ulteriore riduzione dell'offerta legale'
Le Regioni presentano al ministero dell'Economia la loro controproposta di riordino, tra le misure una stretta ulteriore agli apparecchi e alle sale.
Dopo quella che sembrava un'improvvisa accelerazione dell'iter (sembrava, appunto, visto che non ne è scaturita una posizione ufficiale), si preannuncia uno scontro nella riunione del 14 novembre fra i rappresentanti del ministero dell'Economia e delle finanze e quelli delle commissioni Sanità e affari finanziari della Conferenza delle regioni e delle province autonome in merito a una possibile intesa sul riordino del gioco fisico previsto dalla legge Delega.
Le posizioni sembrano infatti molto distanti e la risposta della Regioni alla proposta del Mef segna un divario che non pare agevole colmare e che, come già sottolineato, potrebbe essere stato amplificato dalla decisione del Governo di sopprimere il fondo sul gioco patologico e l'Osservatorio del ministero della Salute in materia, per quanto sostituiti da un fondo e un altro osservatorio sulle dipendenze in generale.
LA RIDUZIONE DELL'OFFERTA DI GIOCO - Secondo quanto appreso da Gioconews.it da fonti interne agli enti locali, infatti, i rappresentanti delle Regioni intendono ridurre ulteriormente il gioco legale, riducendo gli esercizi generalisti dai proposti 40mila tra bar e tabacchi a 34mila, mentre le sale dedicate dovrebbero scendere a 2.250 anziché alle 5mila proposte, e così pure i punti scommesse dovrebbero essere 8mila anziché 10mila. Misure, evidentemente, che avrebbero contraccolpi seri sia sull'industria che pure per l'erario.
Stessa filosofia anche per quanto riguarda gli apparecchi: se il Mef propone di passare dalle attuali circa 250mila a 200.000. come previsto dalla legge Finanziaria 2020, secondo le Regioni si deve scendere a 180mila, mentre per quanto attiene le Vlt, se per il Mef si può passare dalle attuali circa 55mila Vlt a 45mila, le Regioni chiedono un taglio più drastico, arrivando sino a 41.250 apparecchi.
I LUOGHI SENSIBILI – Venendo a un altro dei punti centrali della trattativa, per il Mef i luoghi sensibili da considerare sarebbero gli Iistituti scolastici, limitatamente alle scuole secondarie di primo e secondo grado, e le strutture sanitarie che ospitano centri per la cura delle dipendenze, mente le Regioni chiedono di definire tali anche luoghi di culto, strutture di aggregazione giovanile (palestre/oratori) e centri anziani.
IL DISTANZIOMETRO – Notevoli distanze, per fare un facile gioco di parole, anche sul distanziometro, se per il Mef dovrebbe valere la distinzione tra locali certificati (per i quali non varrebbe)e non certificati, per le Regioni dovrebbe comunque restare una distanza di 150 metri anche per i luoghi certificati, mentre per i non certificati sarebbe di 200 metri, e non i 250 proposti dal Mef per i luoghi, appunto, non certificati.
ORARI – Chiusure più lunghe anche sul fronte degli orari: sei ore - dalle 5 alle 9 e dalle 13 alle 15 - per i negozi certificati, otto ore (5-10 e 13-16) per i non certificati.