Il tema è dibattuto ormai da anni: cosa fare per assicurare il benessere dei cavalli protagonisti delle corse ippiche?
A fornire alcuni spunti a riguardo è Elena Lucchini, deputata della Lega e capogruppo nella commissione Ambiente, territorio, lavori pubblici, nonché prima firmataria della proposta di legge “Nuova Primavera”, che si pone come obiettivo la tutela della salute psicofisica dei cavalli, in primis con la graduale abolizione dell'uso della frusta nell’ippica e negli sport equestri secondo le varie discipline.
Il titolo della proposta si ispira alle imprese di una cavalla italiana del trotto, Primavera As, considerata una perdente fino a che veniva condotta con la coercizione, ma capace di raggiungere risultati ragguardevoli una volta guidata da una donna, Jessica Pompa, senza frusta.
Lei ha presentato la proposta di legge "Nuova Primavera" per la tutela della salute psicofisica dei cavalli sportivi. Come nasce questa iniziativa e cosa l'ha spinta a portarla avanti?
"Pensare a tutelare il benessere dei cavalli, cosa che va oltre la loro salute psicofisica e spesso coincide con il rispetto reciproco e con il nostro grado di civiltà e intelligenza, con le nuove sensibilità dei cittadini e della società e perfino con economia, lavoro, cultura e immagine di un Paese, è un atto dovuto, come sancito tra l'altro dall'inserimento in Costituzione dell'obbligo di rispetto degli animali e anche, ancor più recente, della tutela della salute attraverso lo sport. Un vuoto legislativo che va senza dubbio colmato, con urgenza, anche per puntare a un rilancio di un settore, come quello dell'ippica e degli sport equestri, dalle enormi potenzialità. Personalmente poi, oltre alla passione per gli animali e al fascino dei cavalli in particolare, già in Lombardia, per il mio partito mi occupo della tutela degli animali e ho imparato come sia fondamentale per il buon funzionamento di un comparto, partire proprio dal rispetto dei protagonisti, nel caso dello sport dei cavalli, appunto, i cavalli stessi".
L'ippica da tempo vive una situazione di crisi generale, a suo avviso come potrebbe essere superata?
"Prioritarie tre mosse: rimettere il cavallo e appunto il suo benessere al centro del progetto, come arma pacifica e green di seduzione di massa, riqualificarla nell'immagine, nei fatti, nella credibilità, vendibilità, accessibilità e nello spettacolo riportando il tutto a dimensione di sport, passione, aggregazione, socialità e divertimento e, soprattutto, portarla fuori dal ghetto autoreferenziale in cui si è messa da sola con la complicità di qualche politico e amministratore incapace o male interessato - peggio ancora le due cose insieme - ma con enormi responsabilità di sedicenti ippici che tutto hanno fatto tranne il bene del settore. Lo slogan 'l'ippica agli ippici' ha fatto, risultati alla mano, danni maggiori e peggiori di quelli della peggior politica. Però non guardiamo al passato se non per correggere il tiro, siamo qui per pensare al futuro e garantircelo cambiando il presente. Si può. Il potenziale c'è e lavorando da subito c'è anche il tempo per traguardi da sogno".
Il Governo cosa potrebbe fare per incentivare il settore e rilanciare gli ippodromi?
"Intanto, maggioranza e opposizione, diamoci da fare per approvare in modo trasversale questa proposta di legge che non considero solo mia ma una grande occasione di buona politica al di là di bandiere e schieramenti. Dal presidente del Consiglio ai membri di commissione, a tutti i parlamentari: abbiamo il dovere di renderla legge e nel tempo più breve tempo possibile. Per civiltà, rispetto, Costituzion,e ma anche perché da settore assistito e male, si può e si deve renderlo asset prezioso per il Paese e, nel medio termine, riportarlo in attivo, capace di funzionare bene da solo, conquistare nuovi clienti, appassionati, sponsor, media, proprietari, scommettitori, operatori, professionisti e posti di lavoro, una nuova base amatoriale. Quanto agli ippodromi, non vanno abbandonati ma serve che lo Stato li sostenga e li premi secondo parametri e risultati, come fornitori di servizi, con un'indispensabile nuova classificazione e con accreditamenti, contratti e convenzioni all'insegna della massima trasparenza, di principi di equità e pragmatismo, con incentivi importanti per una nuova Primavera dell'ippica".
Secondo lei l'ippica è un volano per il turismo?
“In passato lo è stato senz'altro almeno a livello territoriale, ora deve tornare a esserlo e ancora di più. Non solo l'ippica, anzi, soprattutto gli sport equestri. Volano per il turismo, per i percorsi culturali, di svago ed enogastronomici. Il cavallo piace a ogni latitudine, in ogni parte del mondo. Qui, in Italia, puoi incontrarlo insieme a posti meravigliosi, di mare, in montagna, al lago, in collina e nelle città d'arte. Aggiungo volano non soltanto per il turismo, ma per l'intera economia, per la socialità e l'appeal del territorio e a livello comunale, regionale, nazionale".
In che modo gli ippodromi possono attrarre nuovamente pubblico?
"Rimettendo, appunto, il cavallo al centro, tornando a essere teatri di sport, spettacolo e aggregazione, uscendo anche loro dall'autoreferenzialità e dalla routine. Investendo e rivolgendosi incassando anche da altri clienti, istituzionali, pubblici e privati".
Secondo lei l'ippica avrebbe bisogno di una promozione e di una comunicazione differente?
"Allo stato attuale delle cose dovrei essere io a chiedervi di quale promozione e comunicazione state parlando, ma, battute a parte, quello della comunicazione e del marketing è, insieme alle riforme e alle norme per il benessere dei cavalli e di chi opera con loro, punto cardine della proposta di legge: parlare il linguaggio della gente e non dei commentatori ippici, raccontare le tante fantastiche storie che cavalli e uomini di cavalli possono farci vivere e, di nuovo, rimettere il cavallo al centro, insieme allo sport dei cavalli, che è, anche, benessere per noi uomini, donne e bambini. Primavera e Jessica in copertina su tutti i principali media italiani e riprese anche all'estero sono la prova provata di quanto sostengo.
Era dai tempi dell'immenso Varenne che l'ippica non aveva una pagina intera sul Corriere della Sera e servizi nei tg di Rai e Mediaset se non per qualche scandalo o per qualche fallimento. Invece per una proposta di legge come la nostra, ispirata a loro, ricevo tante domande da dover selezionare con cura gli interlocutori.
Il cavallo e le loro storie, il loro fascino, l'anima empatica sono fuori discussione e infatti vedo cavalli negli spot dei prodotti più vari, per cavalcarne bellezza e messaggio ma l'ultimo cavallo a promuovere l'ippica è stato quello, oltretutto pitturato di verde, del Totip, poi sostituito da un frate.
L'ippica non è - almeno non è solo - quella del film 'Febbre da cavallo', peraltro un capolavoro, è quella di Jessica, di Primavera, di un puledro che nasce, cresce e diventa atleta, amico, compagno di giochi e di vita, di sogni e passioni. Dei loro fantini, di chi li allena, di chi divide con loro attimi e battiti, in corsa come in scuderia, quando si vince e quando invece ti battono. Tanto, per vincitori e vinti, ci può sempre essere un'altra sfida da affrontare o, perché no, una rivincita".
Cosa si augura per il futuro di questo settore?
"Non vorrei limitarmi ad auguri ed auspici o a facili promesse. Credo fortemente che il settore possa recuperare, come per esempio avviene quasi ovunque, all'estero, valori e valore, dignità, indipendenza e soprattutto interesse da parte dei cittadini. Riforme, piani industriali e di marketing devono andare in quella direzione. L'ippica ha bisogno del mondo esterno mentre il mondo esterno, al momento, non solo non ha bisogno dell'ippica ma addirittura una generazione, e forse più di una, non sa che esistono le corse dei cavalli e quali emozioni e passioni possono regalare, tra favole, vita, poesia e bellezza".