Manovra 2024, accordo sulle date: in Aula alla Camera il 27
Maggioranza e minoranza raggiungono un accordo sulle tempistiche per il dibattito in Aula della Manovra 2024, mentre sui contenuti si attendono nuovi emendamenti.
Stallo sui contenuti, compresi quelli sul gioco, ma accordo sulle tempistiche dell'approdo in Aula.
Potremmo riassumere così la situazione della legge di Bilancio per il 2024, attesa al voto del Parlamento entro la fine dell'anno per evitare l’esercizio provvisorio, prospettiva critica che obbligherebbe il Governo a gestire solo le operazioni di ordinaria amministrazione e che si è verificata nel nostro Paese già 33 volte, l'ultima delle quali nel 1988.
Uno scenario che sembra essere stato definitivamente scongiurato, dato l'accordo raggiunto fra maggioranza e opposizioni per chiudere la Manovra con la fiducia in Aula al Senato entro il 22 dicembre per poi trasmetterla alla Camera lo stesso giorno, in modo da incardinare il testo, stabilire il termine degli emendamenti e avere i pareri delle altre commissioni alla commissione Bilancio prima di Natale, consentendo quindi l'approdo in Aula il 27-28 del mese.
Un timing che soddisfa il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, che a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato, dopo l'accordo raggiunto con le parti in causa, commenta: "Abbiamo già iniziato a votare secondo una scansione di tempi che faremo stasera (ieri, 24 dicembre, Ndr). Votiamo venerdì, sabato, domenica e lunedì e usciremo con un mandato al relatore intorno a ora di pranzo di lunedì. Siamo molto contenti e dobbiamo molto ringraziare il ministro Ciriani (ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ndr) per l'accordo raggiunto, perché è solo grazie alla sua ottima volontà e capacità di mediazione che l'accordo è stato raggiunto. E questo va detto per onestà intellettuale e va detto subito. Siamo contenti perché è un accordo che rispetta i diritti sacrosanti dell'opposizione ed è un accordo che ci consentirà di rispettare i diritti anche della Camera, consentendo di arrivare alla Camera prima di Natale. L'accordo sui tempi è un accordo che è stato fatto grazie alla buona volontà di tutti e alla mediazione del ministro dei Rapporti col Parlamento per garantire il rispetto dei diritti del Senato e della Camera".
Proprio Ciriani, al convegno “Manovra 2024: tempo di bilanci” organizzato da Conflavoro a Roma il 12 dicembre, ha rassicurato gli intervenuti sul rispetto dei tempi della Manovra e anche e soprattutto in merito ai suoi contenuti: “Il dibattito sulla Manovra lo affronteremo anche con i correttivi, alcuni di natura tecnica, che non stravolgono la finanziaria, ma vanno nella direzione di accogliere alcune richieste del mondo sindacale sulle pensioni e per garantire la copertura dei contratti delle forze di polizia. Il quadro complessivo della Manovra non è stato assolutamente messo in discussione. Lo spread è sotto controllo e a livelli inferiori a quelli durante il Governo Draghi e le agenzie di rating che hanno rovesciato i presagi dei profeti di sventura hanno addirittura modificato in senso migliorativo le previsioni sul nostro Paese. A conferma che la scelta di responsabilità fatta ha pagato ed è l’unica che potevamo fare”.
A proposito di contenuti, dopo che il Governo ha presentato quattro emendamenti al testo del disegno di legge relativi a pensioni, sicurezza, investimenti ed enti locali e i relatori ne hanno depositato alcuni riferibili a demanio e immobili, sociale, investimenti, assunzioni di personale nelle varie amministrazioni, Ucraina e Giubileo, affitti e mutui, è lecito domandarsi se nel testo della Manovra ci sarà posto anche per il gioco, “argomento” che finora è stato trattato solo da alcuni emendamenti presentati dalla minoranza, di cui si ignora la sorte, eccezion fatta per quello che chiedeva l'introduzione di un distanziometro nazionale differenziato solo a seconda della popolazione dei comuni (il 39.7, di Sironi, Pirro, Patuanelli, Castellone, Damante, Castiello del Movimento cinque stelle), ritenuto inammissibile dalla commissione per problemi di copertura finanziaria.
Gli altri ancora in campo, al momento, sono l'emendamento 50.0.65, di Sbrollini e Paita (Italia viva), sulle "Misure in materia di contrasto alla ludopatia e agli altri disturbi correlati al gioco d'azzardo", e quelli focalizzati sull'aumento dell'aliquota dell'imposta unica sui giochi (contrassegnato dal numero 11.42, a firma di Magni, De Cristofaro,Cucchi, Aurora Floridia, del Gruppo misto) e il rifinanziamento del fondo per la prevenzione e la cura del gioco patologico (il 39.0.16, di Croatti, Bevilacqua, Patuanelli, Castellone, Damante del Movimento cinque stelle).
Non è ancora noto se il tema verrà ripreso anche dalla maggioranza.
Forse, se verrà posta la fiducia sul testo della Manovra, potrebbe arrivare un maxi emendamento che raccoglierà tutto quanto detto in commissione, oppure, si attenderà il confronto in Aula, ma questa seconda ipotesi, se concretizzata, potrebbe allungare ulteriormente i tempi di discussione, già fin troppo dilatati.
Senza dubbio l'argomento gioco si è fatto molto delicato, considerando la scomparsa dei radar del decreto attuativo sul riordino del settore previsto dalla legge delega per la riforma fiscale, dopo che le associazioni di rappresentanza dello stesso hanno moltiplicato gli appelli per addivenire a una riforma unitaria e parallela del comparto terrestre e online, opponendosi fermamente allo spacchettamento proposto dal Governo nella prima bozza del decreto circolata a novembre. Che, come ampiamente noto, si concentrava solo sul gioco a distanza, per consentire l'emanazione di un bando in cui il costo di ogni concessione è fissato a 7 milioni. Una cifra ritenuta assurda dagli operatori, impossibile da pagare per le piccole e medie imprese che costituiscono l'ossatura del mercato italiano e a solo vantaggio delle grandi società internazionali.
In questo caso quindi l'incertezza regna sovrana sia sui tempi che sui contenuti, anche se il vice ministro all'Economia e alle finanze, Maurizio Leo, ha promesso che il decreto attuativo sul riordino verrà sottoposto all’approvazione del Consiglio dei ministri prima di Natale, una promessa che sembra concretizzarsi soprattutto dopo che nelle ultime ore si è appreso che il tema sarà nel pre-Consiglio dei ministri fissato per il 18 dicembre.
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