“La ministra è pronta ad aprire un tavolo di lavoro con noi per parlare del presente e del futuro del nostro settore”.
Lo assicura Antonia Campanella, presidente dell'associazione Emi Rebus, in seguito all'incontro avvenuto tra una delegazione delle “donne del gioco legale”ed Elena Bonetti, titolare del dicastero per le Pari opportunità e la famiglia, nella serata di ieri, 8 marzo.
Un confronto, non a caso, svoltosi in quella che è ormai celebrata in tutto il mondo come la Giornata internazionale dei diritti della donna, a seguito di una lettera inviata proprio da Campanella alla ministra, volta a farle conoscere l'iniziativa portata avanti a Roma, di fronte alla Camera dei deputati ma anche sotto le finestre dei ministeri dell'Economia e delle finanze e dello Sviluppo economico, dal 12 gennaio in poi.
“Quarantacinque giorni di ininterrotto presidio in piazza Montecitorio per chiedere solo di essere ascoltate. Quarantacinque giorni di inesauribile resistenza. Quarantacinque giorni di solitudine. Nessuno ha raccolto il nostro grido di sofferenza. Mi rivolgo a lei perché donna e mi affido a tutta la sua comprensione perché oggi, in questa drammatica situazione emergenziale che stiamo vivendo, si possa realmente promuovere e attuare la parità di genere anche in un settore economico inviso come quello del gioco pubblico”, si legge nella lettera.
Un appello raccolto da Bonetti, che ha promesso una convocazione ufficiale a breve.
Al momento il presidio romano delle “donne del gioco legale” è in fase di riorganizzazione, ma Campanella non molla nella sua volontà di portare avanti la sua opera di “sensibilizzazione” nei confronti della politica sulle sorti del comparto, uno dei più penalizzati dai lockdown per il contenimento del Covid e chiuso fino a data da destinarsi.
All'insegna di un grido che è ben più di uno slogan: “Il lavoro è la dignità“.Con il merito di aver dato il là alle manifestazioni che sono seguite, a cominciare da quella tenutasi a Roma e Milano
lo scorso 18 febbraio, in contemporanea.
Oltre che da
cassa di risonanza per il settore, protagonista – forse per la prima volta – di servizi giornalistici anche su tv e giornali generalisti, e non per i “soliti” casi di cronaca, ma mettendo al centro la drammatica situazione in cui si dibattono i suoi 150mila occupati.
Un risultato raccontato dalla stessa presidente di Emi Rebus.
In cosa la vostra iniziativa è stata ed è diversa dalle altre?
“Non si tratta di una manifestazione fine a se stessa, ma di una vera e propria battaglia che le quote rosa stanno affrontando”.
Qual è il ruolo delle donne nel comparto dei giochi?
“È innegabile che il nostro settore oggi conti una percentuale di occupati prevalentemente al femminile. Infatti, molte delle mansioni contemplate nell'indotto sono svolte da donne.
La loro presenza indubbiamente dà un valore aggiunto al comparto, un tempo visto come prettamente maschile”.
Quale richieste vorreste porre al Governo per la tutela e il rilancio del gioco legale, se, come auspicato dall'ex sottosegretario Baretta, sarete chiamate al tavolo di confronto per il riordino?“Credo sia prematuro a mio parere parlare di riordino adesso; nell'agenda del Governo ci sono troppe priorità da affrontare, come la definizione del Recovery plan e il fronteggiare lo stato di emergenza che continua a persistere. Al momento,
non è garantita neppure la sopravvivenza del nostro settore”.
Dal canto suo, il mondo del gioco legale cosa dovrebbe fare per consolidare la sua credibilità ed essere "rispettato" come baluardo della legalità e contribuente essenziale per l'Erario?
“Sarebbe necessario resettare quanto fatto fin'ora, per ripartire e ricostruire nuovamente l'immagine del settore, senza fossilizzarsi solo sulle questioni erariali. Ci si dovrebbe concentrare di più su una sana e professionale comunicazione”.