L'ora X si avvicina a grandi passi.
Le consultazioni propedeutiche alla formazione di un nuovo Governo si sono formalmente chiuse ieri, 10 febbraio, e nelle prossime ore (probabilmente domani) Mario Draghi dovrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva, mentre il giuramento dei ministri prescelti dovrebbe tenersi fra sabato e lunedì, con la calendarizzazione della fiducia al Senato e alla Camera fra mercoledì e giovedì.
Perdura il riserbo sui nomi - totoministri a parte - ma le ultime indiscrezioni parlano di un Esecutivo composto per metà da donne e metà da uomini, frutto di un'applicazione letterale dell'articolo 92 della Costituzione, deciso solo dal premier e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, compresa la scelta dei politici che eventualmente ne faranno parte.
Senza condizionamenti, a ridimensionare un po' il peso dei partiti, che in questi giorni hanno manifestato un sostegno pressoché incondizionato all'ex numero uno della Banca centrale europea, forse sperando di ottenere "qualcosa in cambio".
L'unica incognita a proposito è rappresentata dal Movimento 5 stelle, che per dire ufficialmente sì al Governo Draghi attende gli esiti del voto dei suoi iscritti sulla piattaforma Rousseau, aperto dalle 10 alle 18. Un voto sul quale non può non pesare l'endorsement espresso dal fondatore Beppe Grillo, dopo la promessa del presidente del Consiglio incaricato di istituire un ministero per la Transizione ecologica, particolarmente auspicato proprio dai grillini.
Nell'attesa di conoscere questo verdetto e di vedere Draghi salire al Colle, facciamo un passo indietro verso la giornata di ieri, teatro degli incontri fra il premier in pectore, le parti sociali e gli Enti locali.
Con richieste importanti per i vari settori economici, che potrebbero avere un riverbero decisivo anche sul comparto del gioco legale, che oltre ad aspettare la riapertura - si spera, fin da marzo - attende anche nuovi fondi previsti dal decreto Ristori V, bloccato dalla crisi di Governo. E continua a tenere alta l'attenzione tornando in piazza anche oggi, con un nuovo sit in nella piazza romana di Montecitorio con lavoratrici e imprenditrici.
IL "PIENO SOSTEGNO" DI CONFINDUSTRIA - A riassumere gli esiti del confronto è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che in un post su Twitter sottolinea di avere dato a Draghi "pieno sostegno", sottolineando di aver discusso con lui di Piano nazionale di ripresa e resilienza (il programma di investimenti che l'Italia deve presentare alla Commissione europea nell'ambito del Next Generation Eu, lo strumento per rispondere ala crisi pandemica provocata dal Covid-19, Ndr), piano vaccinale, riforma degli ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro, della Pubblica amministrazione e delle sue procedure e del fisco. Abbiamo condiviso con Draghi la necessità di una grande alleanza pubblico-privato per moltiplicare gli investimenti e concentrarli dove più servono tenendo in considerazione il peso del debito emergenziale delle imprese e la sostenibilità generazionale della finanza pubblica".
CONFESERCENTI: "TEMA DEI RISTORI FONDAMENTALE" - Anche Confesercenti ha partecipato alle consultazioni con una delegazione composta dalla presidente nazionale Patrizia De Luise, dal segretario generale Mauro Bussoni e dal direttore generale Giuseppe Capanna. Sul tavolo "le problematiche delle imprese di prossimità", del "mondo delle "piccole e piccolissime imprese", dal tema dei ristori, "uno dei punti fondamentali", alla "gestione dell'emergenza" dal piano vaccinale all'allarme per i posti di lavoro. L'associazione ha posto l'accento "soprattutto sulla ripartenza", su come mettere le imprese "in grado di ripartire e continuare a dare lavoro", e "più forti di prima".
CONFCOMMERCIO: "RISTORI TEMPESTIVI E PROROGA DELLA CASSA COVID" - Gli stessi auspici sono arrivati da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. "Nell'incontro con Draghi abbiamo sottolineato la situazione drammatica delle imprese del commercio e della ristorazione, del turismo e della cultura, dei servizi e dei trasporti: le più colpite dalla pandemia. Rischiano la chiusura oltre 300 mila imprese. Quindi ristori tempestivi ed adeguati alle effettive perdite di fatturato e proroga ampia della cassa Covid senza contribuzione addizionale e senza distinzioni dimensionali". Il presidente ha anche raccomandato "una rapida campagna vaccini per ripartire in sicurezza". Secondo Sangalli, "occorre un deciso cambio di passo e massima tempestività per contrastare l'emergenza e azzerare le tensioni i sociali. Insieme bisogna lavorare per il futuro del Paese. Per questo abbiamo chiesto che il piano di ripresa sia accompagnato da una stagione di riforme e dia spazio ai progetti di rilancio di commercio e città, dei trasporti e della accessibilità territoriale, dei servizi e della filiera turistica, dalla cui qualità e sostenibilità dipende lo stesso Made in Italy" .
"Abbiamo trovato un presidente molto attento - ha concluso Sangalli - che farà di tutto per dare risposte positive".
LE POSIZIONI DEI SINDACATI - Concertazione è la parola chiave per scrivere una sana "alleanza" con il nuovo Governo. Lo ha sottolineato Annamaria Furlan, leader della Cisl, ribadendo la volontà di contribuire all'Esecutivo che verrà "attraverso un rapporto concertativo". Registrando da parte di Draghi la disponibilità "all'ascolto delle priorità che abbiamo proposto", a cominciare dagli interventi per il lavoro. "Ci sono centinaia di migliaia di posti in meno, soprattutto donne e giovani, e abbiamo chiesto che la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid sia assolutamente confermata, con il sostegno alle imprese. Non deve essere sine die ma ci vogliono i tempi giusti per riformare gli ammortizzatori sociali e far decollare finalmente le politiche attive".
Sulla stessa linea Maurizio Landini della Cgil: "Chiediamo di essere coinvolti su Fisco, lavoro, sanità. Con i fondi del Recovery bisogna cambiare il Paese, non tornare a come eravamo prima”.
Di "concertazione, condivisione e coesione sociale" parla anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha chiesto "la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid".
LE PRIORITÀ DELLE REGIONI - La giornata di ieri ha visto sedersi al tavolo delle consultazioni anche il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
"Come conferenza delle Regioni abbiamo indicato due priorità assolute: la prima è quella della lotta alla pandemia, che rispetto allo scorso anno vede uno strumento nuovo e decisivo, i vaccini. Quindi abbiamo offerto tutta la nostra collaborazione affinché la campagna vaccinale sia la più rapida e incisiva possibile".
Sul piano di ripresa e resilienza "abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente, augurandoci che il Governo nasca il prima possibile, perché su questo non eravamo riusciti a incontrare il presidente Conte" e "perché, avendo davanti poche settimane, serve una più concertata e condivisa collaborazione. Nessun Governo senza la compartecipazione degli enti locali può riuscire a mettere a terra in pochi anni oltre 200 miliardi di euro".
IL PIANO DELL'ANCI - “Abbiamo presentato al presidente Draghi il nostro piano, ‘Città Italia’, fatto di dieci indirizzi molto concreti. In quanto sentinelle del territorio, siamo consapevoli della difficoltà del momento, in quanto mediatori naturali, siamo convinti che per il futuro del Paese non si possa fare a meno delle capacità dei sindaci”. Lo ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al termine delle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato.
“Abbiamo voluto offrire la nostra totale collaborazione anche sul piano vaccini al presidente incaricato. E naturalmente lo abbiamo ringraziato per averci ascoltato: un riconoscimento, non solo formale, del ruolo che abbiamo svolto sul territorio in questa emergenza”.
Il presidente dell’Anci ha auspicato un dialogo diretto tra gli amministratori locali e il Governo che nascerà. “Abbiamo sottolineato che riteniamo importante e strategico avere un interlocutore unico nel Governo – ha proseguito – soprattutto in questo periodo, per affrontare la sfida dell’emergenza e della ripartenza del Paese. Noi riportiamo le voci delle nostre città, i bisogni e le aspettative dei nostri concittadini. Inoltre saranno molte le risorse del recovery plan nella disponibilità dei Comuni. E richiederanno pianificazioni anche con gestioni diverse: è indispensabile un’unica cabina di regia con procedure semplificate per poter procedere speditamente e trasformare i progetti che abbiamo presentato in opere concrete”.
“Già ad agosto – ha concluso Decaro – avevamo offerto una nostra proposta al Governo sull’utilizzo dei fondi del Recovery fund: il rilancio economico e sociale del Paese non può fare a meno della complessa articolazione, delle competenze e anche delle funzioni strategiche, dei Comuni italiani”.