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Riforma calcio, Riberti (Withers worldwide): 'Risorse da pubblicità gioco e proventi scommesse'

18 luglio 2024 - 16:56

In audizione alla commissione Cultura del Senato sulla riforma del calcio italiano, l'avvocato Stella Riberti (Withers worldwide) propone di attingere alla pubblicità e ai proventi delle scommesse per risollevarlo.

Scritto da Fm
Stella Riberti, senior associate nel team corporate di Milano dello studio legale internazionale Withers worldwide

Stella Riberti, senior associate nel team corporate di Milano dello studio legale internazionale Withers worldwide

L'abolizione, o almeno l'allentamento del divieto di pubblicità dei giochi con vincita in denaro e l'utilizzo di una quota proporzionale dei proventi derivanti dalle scommesse sportive per permettere ai club di far fronte alla perdita causata dalla pandemia stimata in circa 1,2 miliardi di euro a stagione, rafforzare il sistema di giustizia sportiva e sostenere il settore giovanile.

Sono alcune delle soluzioni alla crisi del calcio proposte da Stella Riberti, senior associate nel team corporate di Milano dello studio legale internazionale Withers worldwide, nell'ambito dell'audizione alla commissione Cultura del Senato tenutasi oggi, 18 luglio.

Riberti risponde ai quesiti posti dalla commissione permanente per acquisire elementi informativi e suggerimenti nell'ambito dell'affare n° 373 “Prospettive di riforma del calcio italiano” ed approfondire le principali tematiche afferenti a tale sport, con particolare riguardo ad eventuali iniziative che può promuovere il Parlamento finalizzate al supporto economico e alla promozione degli aspetti sociali e culturali, nel rispetto dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, e al rilancio dell’asset economico del calcio, attraverso il contenimento dell’indebitamento complessivo del sistema e il rafforzamento della credibilità e delle potenzialità del settore calcistico nel suo complesso.

Per quanto riguarda le “misure di aumento di altre voci di ricavo”, secondo Riberti, “il sistema calcio, al pari di altri sport, beneficerebbe dall'abolizione o, quanto meno, allentamento del divieto di pubblicità relativa a giochi o scommesse introdotto dal c.d. decreto Dignità (art. 9 del Dl 87/2018), i cui ricavi erano stimati in oltre 100 milioni di euro a stagione al momento dell'introduzione del divieto.

La reintroduzione di tali sponsorizzazioni contribuirebbe anche a disincentivare le tecniche di 'aggiramento' del divieto stesso, diffuse tra diversi club professionistici, nonché la (ampiamente dibattuta, seppur legittima) sponsorizzazione sulla base della visibilità concessa ai c.d. 'spazi quote', ossia le rubriche ospitate dai programmi televisivi o web sportivi che indicano le quote offerte dai bookmaker (considerate 'informazione' e non pubblicità, e pertanto legittimate dalle linee guida sulle modalità attuative del divieto di pubblicità di giochi e scommesse pubblicate dall'Agcom ad aprile 2019).

Una soluzione di compromesso a bilanciamento delle contrapposte necessità di (i) garantire un più efficace contrasto del disturbo da gioco d'azzardo, che purtroppo costituisce una problematica (talvolta malattia) di grande rilevanza in Italia, nonché all'estero, e (ii) consentire preziose risorse economiche per i club, potrebbe essere di limitare il divieto oggetto del decreto Dignità alla sponsorizzazione front shirt (come entrerà in vigore in Premier league dalla stagione 2026/27) o più in generale alla sponsorizzazione di maglia e/o dei Led a bordo campo nonché, per Leghe o la Federazione, a titolo di naming right.

In tal modo, si perseguirebbero i doverosi obiettivi sociali, senza depauperare eccessivamente ed modo sproporzionato le società calcistiche. Un'ulteriore misura può consistere nel riservare al sistema calcistico una quota proporzionale dei proventi annuali derivanti dalle scommesse sportive (pari a circa 16 miliardi di euro annui), anche per permettere ai club di far fronte alla perdita causata dalla pandemia stimata in circa 1,2 miliardi di euro a stagione. Tuttavia, onde evitare la dispersione di tali risorse economiche l'utilizzo dei fondi dovrebbe essere, almeno in parte, vincolato al finanziamento di specifici progetti sportivi, quali investimenti negli impianti sportivi o nel settore giovanile”.

In tema di soluzioni normative da “intraprendere per incentivare investimenti nei vivai e la crescita di talenti italiani anche per le nostre nazionali”, per l'avvocata di Withers worldwide è “auspicabile introdurre un meccanismo di sgravio fiscale e/o di premialità (traendo le risorse ad es. dai proventi derivanti dalle scommesse sportive) a favore delle società che effettuano investimenti su infrastrutture sportive o progetti dedicati al settore giovanile”.

Quanto alla riforma dell'attuale disciplina federale, ritenuta da molti non più rispondente alle attuali esigenze, Riberti propone di “revisionare, almeno in parte, il meccanismo di finanziamento della Commissione indipendente, attualmente gravante integralmente sulle società, prevedendo un finanziamento tratto ad esempio dai proventi delle scommesse sportive, o analogo sistema, ad esempio con riferimento alla quota parte prevista alla lettera 9 a) del comma 11 dell'art. 2 del fecreto-legge, al fine di non drenare le risorse economiche esclusivamente da fondi altrimenti destinati correntemente alle società, le già un livello di indebitamento per la maggior parte superiore ai ricavi”.

Per incidere positivamente sulla credibilità del sistema, con particolare riguardo al rafforzamento dell’indipendenza delle strutture preposte alle attività di controllo e garanzia (oggi affidati, a seconda degli ambiti, alla Covisoc, alla giustizia federale e all’attuale sistema arbitrale), per la legale “sarebbe opportuno rafforzare il sistema di giustizia sportiva, aumentando il numero minimo di anni di iscrizione all'albo degli avvocati, quanto meno in relazione ai componenti delle Corti federali di appello e del Collegio di garanzia del Coni al fine di assicurare maggiore professionalità. Si renderebbe inoltre opportuno trovare una fonte di finanziamento (es. proventi delle scommesse sportive) idonea a garantire un'equa remunerazione in considerazione della rilevanza del ruolo esercitato e del tempo impiegato”.

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