Nella seduta di ieri, mercoledì 9 aprile, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge governativo per prorogare al 31 dicembre i termini per attuare la riforma fiscale, prevedendo quindi più tempo anche per portare a termine il riordino del gioco, come anticipato nei giorni scorsi.
Nel comunicato pubblicato sul sito del Governo si legge: “Il testo proroga dal 29 agosto 2025 al 31 dicembre 2025 il termine entro cui il Governo può esercitare il potere di delega previsto dalla legge 9 agosto 2023, n. 111, in materia di riforma del sistema fiscale e, di conseguenza, il termine per l’adozione dei decreti correttivi e integrativi al 31 dicembre 2027.
Inoltre, modifica un principio di delega, prevedendo la possibilità di rendere applicabile anche ai tributi delle regioni e degli enti locali la disciplina fissata dal codice della crisi d’impresa in materia di transazione fiscale e quella relativa agli accordi sui debiti tributari e in materia di concordato nella liquidazione giudiziale e nell’ambito della procedura di regolazione della crisi o insolvenza del gruppo, nonché di introdurre analoga disciplina per l’istituto dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Infine, introduce un nuovo principio di delega che demanda al legislatore delegato: la disciplina dell’ordinamento, dello stato giuridico e del ruolo dei magistrati tributari, uniformandoli, in quanto compatibili, a quelli della magistratura ordinaria; la previsione, fatte salve le prerogative dell’avvio del procedimento disciplinare in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri o al presidente della corte di giustizia tributaria di secondo grado nonché quelle decisorie del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria, delle fattispecie disciplinari con le relative sanzioni e procedure e del regime delle incompatibilità, della dispensa dal servizio e del trasferimento di ufficio”.
Nella stessa seduta su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il Documento di finanza pubblica (Dfp) 2025 (l'ex Def - Documento di economia e finanza, primo documento dell'anno sull'andamento dei conti pubblici, che solitamente riguarda da vicino anche il comparto del gioco, e che da quest'anno dopo un passaggio normativo cambierà nome in Dfp) da inviare alla Commissione europea entro il 30 aprile dopo esame del Parlamento.
Il documento arriva dopo appena sei mesi dall’invio alle Camere del Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psbmt) 2025-2029. È pertanto principalmente incentrato sulla rendicontazione dei progressi compiuti in questo breve lasso di tempo, in ottemperanza alla normativa dell’Unione europea, che prevede l’invio alla Commissione europea di una Relazione annuale sui progressi compiuti (Annual progress report).
Nel comunicato dell'Esecutivo si legge: “A fronte dell’elevato grado di incertezza che caratterizza il contesto internazionale, il Governo conferma l’approccio prudenziale delle stime elaborate. Le previsioni relative al Pil reale indicano per il 2025 una crescita dello 0,6 percento, in aumento allo 0,8 percento nel 2026 e 2027. Tale andamento viene confermato, in base ai dati attualmente disponibili, anche nel 2028. Il quadro di finanza pubblica conferma sostanzialmente quanto previsto nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 dello scorso autunno.
I dati di consuntivo per il 2024 hanno mostrato un deficit in miglioramento, ancor più marcato rispetto a quanto previsto nel Piano e nel Def, che si è attestato al 3,4 per cento del Pil (anziché al 3,8 per cento previsto nel Psbmt e al 4,3 percento nel Def). Per l’orizzonte di previsione del documento, si conferma il profilo di deficit previsto dal Piano. In particolare, il deficit del 2025 è ancora previsto al 3,3 per cento del Pil. Per quanto riguarda il 2026, le previsioni confermano la stima del 2,8 per cento, coerente con l’obiettivo di uscire dalla Procedura per disavanzo eccessivo. Nel 2027 si prevede un’ulteriore riduzione al 2,6 per cento, per poi chiudere al 2,3 nel 2028.
Con riferimento al rapporto debito/Pil, nel periodo oggetto del Dfp, si prevede un andamento leggermente più basso di quello indicato nel Piano, con differenze che tendono ad azzerarsi nel corso del periodo stesso’”.