Riordino gioco fisico, incontro Mef-Regioni rinviato a data da definire
Slitta l'incontro sul riordino del gioco fisico che era in programma per oggi, giovedì 14 novembre.
Problemi di coordinamento tra i vari soggetti istituzionali chiamati a sedersi al tavolo. Ma forse, anche qualche altro motivo in più. Fatto sta che l'incontro di oggi 14 novembre fra i rappresentanti del ministero dell'Economia e delle finanze e quelli delle commissioni Sanità e affari finanziari della Conferenza delle regioni e delle province autonome è stato rinviato, su richiesta delle Regioni, e senza che per ora sia stata fissata una nuova data.
Come noto, le posizioni sembrano distanti: all'ultima proposta del Mef ha fatto riscontro una controproposta, da parte delle Regioni, che prevede tra l'altro una forte e ulteriore riduzione del numero delle location di gioco e degli apparecchi, con conseguenze anche sull'erario che difficilmente collimeranno con le previsioni e le stime del ministero dell'Economia.
Da un lato, dunque, ci si aspetta che le Regioni riformulino le loro proposte, così che possano fungere da base per una vera trattativa, dall'altro, tuttavia, sono stati mossi dei rilievi anche allo stesso Mef. In particolare, secondo quanto si apprende, la proposta del Mef pare a giudizio di alcuni rappresentanti delle Regioni troppo orientata alla realizzazione delle gare senza che sia indicato, come auspicato, un quadro chiaro e specifico di soluzioni a tutela del giocatore, per esempio le modalità di autoesclusione o le innovazioni tecnologiche peraltro richiamate dalla stessa legge delega che prevede il riordino del gioco fisico.
Sullo sfondo di questa trattativa che si complica e allunga, la considerazione appunto che le gare per il gioco fisico sono subordinate al riordino, che è dunque indispensabile. Per l'intanto, come noto, il disegno di legge di Bilancio per il 2025 proroga le concessioni fisiche, che scadrebbero tutte a fine 2024, per altri due anni.
PROPOSTE A CONFRONTO
Analizzando sinteticamente le due proposte, i rappresentanti delle Regioni intendono ridurre ulteriormente il gioco legale, riducendo gli esercizi generalisti dai proposti 40mila tra bar e tabacchi a 34mila, mentre le sale dedicate dovrebbero scendere a 2.250 anziché alle 5mila proposte, e così pure i punti scommesse dovrebbero essere 8mila anziché 10mila. Misure, evidentemente, che avrebbero contraccolpi seri sia sull'industria che pure per l'erario.
Stessa filosofia anche per quanto riguarda gli apparecchi: se il Mef propone di passare dalle attuali circa 250mila a 200.000. come previsto dalla legge Finanziaria 2020, secondo le Regioni si deve scendere a 180mila, mentre per quanto attiene le Vlt, se per il Mef si può passare dalle attuali circa 55mila Vlt a 45mila, le Regioni chiedono un taglio più drastico, arrivando sino a 41.250 apparecchi.
I LUOGHI SENSIBILI – Venendo a un altro dei punti centrali della trattativa, per il Mef i luoghi sensibili da considerare sarebbero gli Iistituti scolastici, limitatamente alle scuole secondarie di primo e secondo grado, e le strutture sanitarie che ospitano centri per la cura delle dipendenze, mente le Regioni chiedono di definire tali anche luoghi di culto, strutture di aggregazione giovanile (palestre/oratori) e centri anziani.
IL DISTANZIOMETRO – Notevoli distanze, per fare un facile gioco di parole, anche sul distanziometro, se per il Mef dovrebbe valere la distinzione tra locali certificati (per i quali non varrebbe)e non certificati, per le Regioni dovrebbe comunque restare una distanza di 150 metri anche per i luoghi certificati, mentre per i non certificati sarebbe di 200 metri, e non i 250 proposti dal Mef per i luoghi, appunto, non certificati.
ORARI – Chiusure più lunghe anche sul fronte degli orari: sei ore - dalle 5 alle 9 e dalle 13 alle 15 - per i negozi certificati, otto ore (5-10 e 13-16) per i non certificati.