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Riordino gioco fisico, spunta l'ipotesi di una nuova proroga delle concessioni

29 maggio 2024 - 10:50

Visto lo stallo del dialogo fra ministero dell'Economia e delle finanze e rappresentanti delle Regioni, si profila all'orizzonte una nuova proroga delle concessioni. Sempre che non arrivino proposte più 'morbide'.

Scritto da Redazione

© Hassan Pasha / Unsplash

Stavolta sembrava davvero essere “la volta buona”, ma nuovi ritardi sembrano profilarsi all'orizzonte per la concretizzazione del riordino del gioco fisico, attesa dall'accordo in Conferenza unificata Stato-Regioni del 2017, ma in realtà anche da prima, e necessario per porre fine al continuo ricorso alla proroga delle concessioni in essere.

Lo stallo del tavolo tecnico aperto al ministero dell'Economia e delle finanze fra Governo e rappresentanti delle Regioni per trovare una soluzione che possa mettere d'accordo tutte le parti in causa è evidente, dopo la presentazione di proposte piuttosto restrittive da parte dei territori e una risposta dell'Esecutivo che ha riscosso pochi entusiasmi.

Ma ora, stando a quanto riporta il quotidiano Il Messaggero, più che di stallo si potrebbe parlare di “muro contro muro”, con la conseguenza di diluire ancora i tempi e quindi, appunto, di non fare in tempo per la prossima scadenza delle concessioni – prevista per il 31 dicembre di quest'anno – e di dover quindi ricorrere ancora a una proroga.

Le ultime notizie parlano di un 5 percento del gettito erariale derivante dal gioco offerto alle Regioni come contropartita - trecento milioni l’anno – chiedendo in cambio un distanziometro “più mite”.

Trecento milioni l’anno per tutta la durata della concessione, e, considerando che le concessioni valgono 1,8 miliardi, lo Stato alla fine dovrebbe girare ai governatori più soldi di quanti ne incasserebbe.

Ma, almeno per il momento, sembra non ci siano aperture, con le Regioni in difesa di quelli varati in questi anni.

Fino alle elezioni europee – in calendario l'8 e il 9 giugno – sicuramente non si muoverà una foglia.

Dopo, ma solo dopo, si potrà valutare l'efficacia di alcune proposte, come l'applicazione di una “distanza giuridica”, cioè il percorso pedonale che separa due punti: 250 sarebbero i metri di distanza da mettere fra un “luogo sensibile” e un'attività di gioco per essere sicura che quest'ultima rispetti la legge, tutelando i minorenni, gli anziani e i fragili, più esposti al pericolo di incorrere in una dipendenza patologica dal gioco.

Norme che però verrebbero applicate solo alle sale di nuova apertura, facendo salve quelle già autorizzate al momento della loro entrata in vigore.

La palla ora è in mano alle Regioni, dal quale si attende un nuovo documento, con la redazione affidata non più al “Gruppo tecnico delle regioni e delle province autonome sub area dipendenze”, ma agli assessori regionali. Con l'auspicio che le loro proposte possano essere meno restrittive delle precedenti.

E che, alla fine, i tempi si accorcino, come chiesto anche dal direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, e anche da diversi parlamentari della maggioranza, a cominciare dal presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, che in più occasioni ha sostenuto la validità della proposta della compartecipazione degli enti territoriali al gettito del gioco.

  

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