L'obiettivo è sbloccare la situazione così da procedere all'auspicato e necessario riordino del gioco fisico, e in tempi brevi: anche se la Manovra si è già portata avanti, disponendo la proroga di due anni (dunque sino a fine 2026), attraverso il disegno di legge trasmesso alla Camera, per le concessioni vigenti.
Nella proposta inviata dal Mef alla Conferenza unificata che, come affermato dal direttore dei Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Mario Lollobrigida nel suo intervento a Iagr 2024, è “l'ultima offerta possibile”, l’orientamento principale è quello della valorizzazione dei punti di gioco certificati, che andranno a qualificare l’offerta sul territorio, offrendo adeguate garanzie allo Stato (in tutte le sue derivazioni) ma anche ai cittadini.
Nel documento del Mef - che GiocoNews.it ha potuto visionare in anteprima - vengono stabiliti dei criteri che dovranno essere applicati uniformemente sull’intero territorio nazionale che prevedono la certificazione dei punti vendita che rispettino degli standard minimi per i quali è previsto il superamento del vincolo del cosiddetto “distanziometro” (che, nella proposta governativa, verrebbe quindi azzerato per i punti vendita qualificati), e viene fissato l'orario massimo di limitazione del funzionamento degli apparecchi da gioco che gli enti locali possono decidere, fissando un grado di sei ore, oltre a ricalcare, nella distribuzione dei punti vendita, quelli già prestabiliti nel precedenti provvedimenti relativi alle gare.
Come detto, tuttavia, si tratta di una proposta nell’ambito di una (lunga) trattativa il cui obiettivo è di sbloccare il lungo momento di stallo: ma non si tratta necessariamente di una soluzione. Non è quindi da escludere che la proposta del Mef possa sollecitare una controproposta delle Regioni che consenta di arrivare all'auspicata mediazione. In caso contrario, invero, il governo potrebbe optare per una soluzione finale, che potrebbe passare per la legiferazione diretta, anche se la proroga che viene disposta nel frattempo in legge di bilancio, concederebbe del tempo ulteriore per la ricerca di una soluzione che non giustificherebbe pertanto la soluzione d’urgenza: la quale, al contrario, rischierebbe soltanto di portare allo scontro e all’instaurazione di un nuovo e interminabile contenzioso.
Anche se questo è lo scenario che tutti vorrebbero evitare: e lo vorrebbe evitare in primis l’industria, visto che in questa situazione di stallo continuato a farne le spese sono proprio gli addetti ai lavori, come è stato di recente dimostrato anche dallo studio condotto dalla Cgia di Mestre, delineando un declino costante del mercato del gioco terrestre e in particolare del segmento degli apparecchi da intrattenimento. A beneficio del gioco online, nella migliore delle ipotesi, quando non di quello illegale.