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Riordino gioco, Sessa (Agic): 'Decreto ha impianto generale molto soddisfacente'

07 febbraio 2024 - 12:16

Il rappresentante di Agic auspica che si passi il prima possibile anche alla riorganizzazione del mercato retail, mentre Zamparelli (Sts) critica le quote per l'iscrizione all'albo telematico del Pvr.

Scritto da Dd

"Ci riteniamo soddisfatti dell’impianto generale del decreto legislativo, una parte del decreto porta alle aziende la necessità e l’obbligatorietà di fare investimenti per la tutela dei giocatori e anche del gettito, cose che sono già nelle linee guida delle nostre imprese".

È quanto ha detto Michele Sessa (di Snaitech, ma in tal occasione rappresentante della nuova realtà Agic, associazione che unisce Igt, Lottomatica, Sisal e Snaitech) alla commissione Finanze e tesoro del Senato oggi, 7 febbraio, nel corso della sua audizione nell’ambito dell’esame del decreto relativo alle Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza.

"L’impianto generale del decreto ci soddisfa", spiega Sessa, "i 7 milioni sono adeguati al mercato, e siamo d’accordo anche sull’avere finalmente gare per assegnare nuove concessioni chiudendo le proroghe che vanno avanti dal 2016. Chiediamo tuttavia che si passi il prima possibile anche alla riorganizzazione del mercato retail".

L'unica altra richiesta da parte di Agic, aggiunge Sessa chiudendo il suo conciso intervento, è relativa a un chiarimento sul fatto che "soggetti terzi non possano agire nella raccolta online al posto dei concessionari, cosa concessa dalla normativa attuale, ma che riteniamo una distorsione".

Su altri interventi sull'impianto normativo, essendoci grandi tecnicalità rispetto al testo generale, spiega Sessa, "riteniamo che dovrebbe essere dato mandato all'Agenzia dogane e monopoli per fotografare al meglio la realtà di mercato rispetto alla norma che verrà approvata."

Dopo Sessa interviene Emilio Zamparelli, rappresentante di Sts - Sindacato totoricevitori sportivi, che ha di recente creato il tavolo comune con Agic e Fit - Federazione italiana tabaccai. 
"Dopo oltre un decennio di stasi e di rinvii finalmente il governo mette mano al riordino del settore", esordisce Zamparelli, parlando anche a nome della Fit. "L’articolo 13 del decreto individua i luoghi dove saranno posizionabili punti vendita di ricarica, che pone fine a un vuoto normativo che ha finora consentito aperture di Pvr anche al di fuori dalla rete del settore attuale. Si potrà avere una maggiore facilità di controllo, e l'aver inserito le tabaccherie è sicuramente una scelta adeguata, basandosi su una rete adeguatamente formata per un ruolo di operatori che si spera venga poi riconosciuto anche nel riordino del settore fisico".

L'auspicio espresso da totoricevitori e tabaccai è che "ai titolari di una tabaccheria venga confermato, anche nella futura rimodulazione della rete fisica, il ruolo di operatore professionale di gioco, unitamente a reti specializzate e generaliste in possesso di specifici requisiti soggettivi e oggettivi.
In tema di dislocazione degli esercizi e diversamente da quanto recentemente osservato, il riconoscimento dell’attività dei Punti di vendita ricariche con un albo nazionale non estende in alcun modo l’offerta e, quindi, la platea dei potenziali giocatori".
In proposito, viene puntualizzato che "la rete dei punti vendita di ricarica non vada confusa con la rete di raccolta di gioco su rete fisica, con le inevitabili conseguenze che ne deriverebbero in relazione alla loro localizzazione e al possesso di requisiti ed eventuali vincoli ulteriori rispetto a quelli di cui al citato art. 13.
Esplicitare che la rete di vendita delle ricariche non costituisce un’estensione della rete di vendita terrestre (la cui regolamentazione peraltro è demandata a un separato e successivo provvedimento), e che la commercializzazione delle ricariche non è assimilabile a un’attività di gioco in senso stretto,
avrebbe un sicuro vantaggio in termini di interpretazione e applicazione della normativa di settore".

L'unica critica riguarda l'iscrizione all'albo telematico dei Pvr. Se il principio è buono "perché dà al giocatore la possibilità di verificare se sta utilizzando un’attività riconosciuta", sono penalizzanti le cifre per l'iscrizione: "200 euro di tassa per il primo anno e 150 per il secondo anno per l’iscrizione all’albo sono troppi per un Pvr che rende mediamente un centinaio di euro all'anno agli esercizi", per questo, aggiunge Zamparelli, "chiediamo che la quota sia abbassata a 50 euro una tantum".

Definisce quindi incomprensibile il limite di 100 euro settimanali alle ricariche dei conti gioco. "Il giocatore è già censito e identificato, prevedere 100 euro di ricarica settimanale è assolutamente inutile e non porta nessuna ulteriore garanzia per il giocatore. Il giocatore viene censito ad ogni ricarica e anche quando fa un prelievo della vincita. A maggior ragione quindi risulta incomprensibile il limite dei 100 euro considerando che i soldi versati nel conto non sono prelevabili se non giocati".

Sts, insieme con Fit, rileva che "la tenuta e il funzionamento dei conti per il gioco online sono strettamente regolamentati e disciplinati dalla normativa di settore, e qualsiasi movimentazione, dall’attività di ricarica alla singola operazione di gioco fino all’attività di prelievo (nelle modalità consentite) è specificamente tracciata.
Introdurre, pertanto, una limitazione ulteriore all’attività di ricarica, non ci appare coerente con alcuna finalità di controllo, considerato che il sistema che regola la tenuta del conto gioco rappresenta già di per sé, come appena ricordato, adeguati livelli di garanzia e sicurezza".

Inoltre, come noto, "il decreto in questione opera a monte una selezione qualitativa dei punti vendita abilitati alla vendita delle ricariche (ossia rivendite di generi di monopolio ed esercizi commerciali dotati di licenza di pubblica sicurezza ex artt. 86 e 88 del Tulps). Parimenti, il disposto impone ai Pvr specifici requisiti, quali l’affissione all’esterno di insegne o targa di specifico riconoscimento, demandando all’Agenzia delle dogane e monopoli l’individuazione di caratteristiche e dimensioni.
Parrebbe, dunque, che se da una parte il disposto mira ad implementare la tutela del giocatore tramite una rete di Pvr qualificata e agevolmente individuabile, dall’altra ne limita irrimediabilmente l’operatività mediante l’introduzione di una soglia massima di transazioni settimanali che rischia di estrometterli dal mercato".
In linea più generale, rilevano le due associazioni che "la misura in questione non appare in linea con l’attuale politica sull’utilizzo del contante che, ai sensi dell’art. 49, comma 3-bis, D. Lgs 21 novembre 2007, n. 231, ha fissato in 5.000 euro la relativa soglia. Introdurre un limite così stringente all’unico canale che consente l’attività di ricarica dei conti di gioco tramite contante, rappresenta dunque una contraddizione in termini.
In sintesi, la disposizione che qui si discute rischia di avere un effetto dirompente in ordine all’eccessivo restringimento della rete fisica dei punti vendita di ricarica che partecipa in maniera funzionale, anche se indiretta, alla costruzione del sistema di raccolta e gestione del gioco a distanza.
In conclusione, per quanto di interesse della categoria rappresentata, si chiede di ridurre l’importo del
costo di iscrizione all’albo dei cosiddetti Pvr nonché, in considerazione dell’ampia tracciabilità delle operazioni connesse, di rimodulare al rialzo l’ammontare della ricarica settimanale dei conti gioco costituendo l’attuale limite di fatto una esclusione dal mercato dei punti di ricarica che con il comma 1 dell’articolo 13 lo stesso legislatore ha voluto individuare come rete affidabile".

 

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