Si allarga il fronte dei politici favorevoli all'allargamento dell'obbligo di green pass anche ai lavoratori delle attività economiche per le quali è già previsto per la clientela.
In attesa del nuovo decreto in materia, che dovrebbe arrivare giovedì 16 settembre, a prendere posizione è Giovanni Toti, governatore della Liguria in quota centrodestra, con il partito politico Cambiamo!, di cui è leader.
“Per la sicurezza del Paese, per il suo benessere economico, è fondamentale allargare il green pass a tutte quelle categorie di lavoratori in contatto con il pubblico. La certificazione verde attiene alla sicurezza sul lavoro alla pari delle misure antinfortunistiche. Non si può rimanere senza soprattutto per chi lavora in mezzo alla gente”, afferma in un'intervista a La Stampa.
Le categorie di lavoratori a cui fa riferimento sono i “settori sensibili: dalla cultura, l'intrattenimento, il sociale, alle banche, assicurazioni, commercio e trasporto pubblico locale. Per non parlare dei dipendenti di bar e ristoranti: non ha senso dover essere muniti di green pass per sedersi al tavolo al chiuso di un ristorante mentre il cameriere che ti serve o il cuoco possono esserne sprovvisti. Ricordiamoci che non possiamo limitarci a pensare solo a ciò che succede a settembre, dobbiamo guardare avanti”.
Toti quindi commenta anche le “resistenze” del leghista Matteo Salvini, che la scorsa settimana hanno fatto slittare il varo di una normativa da subito più stringente.
“Salvini è costretto a negare l'estensione del green pass perché incalzato da Meloni, ma i governatori della Lega sono contro di lui. È un problema politico che Salvini deve risolvere all'interno del suo partito”.
Con una certa urgenza, vista la necessità di trovare una quadra “di Governo” al più presto e scongiurare un altro lockdown. Un'eventualità che potrà rimanere nel cassetto delle possibilità solo se andrà avanti la campagna vaccinale e se, “appunto, il green pass verrà ampiamente potenziato. Non possiamo permetterci nuove chiusure, nuovi stop and go. Il Paese deve proseguire nella sua fase di rilancio economico, abbiamo da attuare il Recovery plan e non possiamo ipotizzare nuovi lockdown. E ancora: la scuola, l'università, i luoghi della cultura devono rimanere aperti. Dobbiamo tenere ben a mente queste cose se non vogliamo impantanarci un'altra volta”.