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Conte (Lega): 'Serve un gioco di squadra per il settore'

05 novembre 2021 - 23:46

L'eurodeputata Conte (Lega) evidenzia l'importanza della cooperazione internazionale in tema di lotta al match fixing e chiede pianificazione in vista del riordino del gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo
Conte (Lega): 'Serve un gioco di squadra per il settore'

Verso la ripresa. Verso il post pandemia. Questo il duplice e auspicato obiettivo dell'Italia e del Governo Draghi, alle prese con le misure contenute nella legge di Bilancio 2022, senza dimenticare i tanti impegni assunti, anche sul fronte del gioco. Ne parliamo, collocando le vicende italiane in un contesto più ampio, con l'eurodeputata della Lega Rosanna Conte, iscritta al gruppo Identità e Democrazia.

“Innanzitutto penso che sia sempre essenziale ricordare il perché la Lega ha ritenuto di entrare nel Governo Draghi, senza porre particolari condizioni, se non quella che il bene del paese deve superare l' interesse personale e partitico. Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo lo abbiamo impiegato sullo sviluppo e crescita. Salvini lo aveva detto sin da subito che la Lega è a disposizione, essendo peraltro la prima forza politica del paese, una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati per cui, a differenza di altri, crediamo non si può andare avanti a colpi di no. Chiaramente i nostri punti fermi rimangono anche alla luce della legge di bilancio: investimenti su opere e infrastrutture per far ripartire il Paese, anche sfruttando e utilizzando appieno i fondi Ue del Recovery Pnrr. Inoltre riforma della giustizia con tempi rapidi e certi, un piano di digitalizzazione e di riforma dell'apparato burocratico, flat-tax al 15 percento per famiglie e imprese, pace fiscale per i milioni di atti e di cartelle esattoriali, tutela del Made in Italy in Italia e, soprattutto in Europa. Sono i cavalli di battaglia della Lega che erano e rimangono i punti fermi su cui impostare all'interno del Governo Draghi il dialogo per una vera crescita del Paese dopo i due anni di pandemia”. 

Lei pensa che l'emergenza pandemica sia stata gestita adeguatamente in Italia e che le limitazioni imposte a cittadini e imprese siano state e siano tuttora utili e necessarie?

“Credo che quello che è emerso con maggiore chiarezza in questo ultimo periodo riguardante l'operato di Domenico Arcuri (ex commissario all'emergenza Covid Ndr) con lo scandalo delle mascherine stia ampiamente e ulteriormente a dimostrare il fallimento del Conte bis nella gestione della pandemia e solo con il Governo Draghi e l'arrivo del Generale Figliuolo c'è stato un vero e proprio cambio di passo che ha permesso finalmente all'Italia di uscire dal tunnel in cui eravamo finiti. Resta sempre inteso che come Lega diamo e daremo il nostro contributo sulla base però di una politica di buon senso, contro quindi le eccessive restrizioni o limitazioni verso i cittadini e le imprese”.

La Lega continuerà a sostenere il Governo Draghi, dopo le diverse frizioni che ci sono state soprattutto con M5S e Pd?

“Le scelte politiche naturalmente spettano sempre al nostro Segretario sul quale, al di là di quanto viene spesso riportato dai giornali, c'è piena convergenza e penso che, per rispondere alla sua domanda, sia proprio necessario riportare quanto ribadito anche di recente proprio dallo stesso Matteo Salvini. Come Lega abbiamo anteposto gli interessi del Paese a quelli del partito in quanto per la situazione di emergenza in cui si era venuto a trovare il Paese, anche per il fallimento del Conte bis di cui ho detto sopra, la presenza della Lega all'interno dell'attuale era ed è ancor di più fondamentale per portare avanti le istanze non tanto del nostro elettorato quanto di quei settori come le piccole e medie imprese che vogliono politiche attente ai loro bisogni e alle loro necessità. E poi di certo non vogliamo lasciare in mano le sorti del Paese alla sinistra quanto meno  fino a quando non si tornerà ad andare al voto e quando ci sarà la vittoria del centrodestra”. 

Lei è da anni attenta alle tematiche del gioco senza vincita in denaro, uno tra i settori più colpiti dai lockdown, provvedimenti che si aggiungono a una grande incertezza normativa e sovrapposizione tra norme locali e nazionali. Come lo si può e si deve aiutare a riprendersi?

“La risposta, secondo me, è già implicita nella sua domanda, ovvero è più che mai necessario che si evitino proprio quelle incertezze cui lei fa riferimento tra le normative locali, nazionali e direi anche europee. Io a Bruxelles sono divenuta in qualche modo portavoce di un settore che effettivamente è stato tra i più colpiti dalla pandemia e che spesso viene anche visto in modo sbagliato. Credo che ci sia oggi più che mai bisogno di provvedimenti certi e su questo, per quanto mi riguarda, mi sono già impegnata e mi sto impegnando, grazie anche al dialogo costante con le singole associazioni del settore, affinchè, e mi collego anche al progetto di riordino dell'offerta di gioco che sta portando avanti il Governo, vi sia una pianificazione adeguata e concertata, che tenga conto non solo delle problematiche sociali, come parrebbe, ma anche e soprattutto dell esigenze di un settore che è stato fortemente penalizzato subendo notevoli perdite per cui è giusto contemperare tutte le necessità, comprese quindi quelle degli operatori, soprattutto per il gioco senza vincite di denaro”. 

In materia di gioco ogni Stato, come noto, è libero di stabilire le proprie politiche. Quali sono invece gli spazi europei di interventi per quanto attiene il gioco online, che per definizione sfugge i confini nazionali?

“In effetti la situazione del mercato del gioco online in Europa non è uniforme e mi pare che negli anni siano stati diversi i tentativi fatti per arrivare ad una normativa il più possibile unitaria ma, per quanto ne so, senza esito. Dapprima c'era da superare la logica dei monopoli che gestivano in modo univoco in ogni singolo Stato il settore, dopo di che ci sono stati altri interventi tesi a superare questa impostazione e oggi il sistema del multi-licenza, sembrerebbe essere quello in grado di garantire maggiori vantaggi, ovvero un controllo dei mercati online, l'aumento delle entrate fiscali e la protezione totale dei giocatori anche in termini di dipendenza e e prevenzione. Non so se questa possa essere davvero la strada giusta ma a me pare, almeno da quanto ho appreso di recente anche a Enada Rimini, la più percorribile e credo che il 2022, con la ripresa del settore, sarà un anno veramente cruciale, tenendo sempre conto che vi sono sempre tre segmenti in cui si inseriscono vari paesi dove in alcuni di essi il gioco online è legale e regolamentato, in altri non è possibile giocare mentre in altri ancora vi è una sorta di zona grigia dove non vi è una specifica normativa. Non c'è dubbio che ci sia molto da fare su questo fronte e da parte mia ci sarà sicuramente la massima attenzione nel seguire l'iter su cui l'Europa intende andare avanti, ma per me rimane sempre essenziale il gioco di squadra che si deve fare in questi casi per cui è assolutamente indispensabile il dialogo tra tutti i soggetti e trovare asssieme il giusto modo per intervenire nella maniera più adeguata”.

Quanto è importante la cooperazione internazionale, a partire dall'Unione europea, per combattere il fenomeno del match fixing?

“La cooperazione internazionale tra le autorità nazionali di contrasto al crimine è fondamentale nella lotta al match fixing. I fenomeni criminali sono ormai da tempo transnazionali e pensare di risolverli con azioni solamente locali è un'utopia. È il caso, per esempio, delle mafie, dei trafficanti di esseri umani e del terrorismo, solo per citarne alcuni. A legare il match fixing con questi fenomeni è, per esempio, il tema del riciclaggio di denaro. Su questo stiamo lavorando al Parlamento europeo. Un anno fa abbiamo votato una risoluzione in cui abbiamo chiesto agli Stati membri di accelerare l'adozione della quarta direttiva antiriciclaggio dell'Ue e abbiamo proposto un maggiore coordinamento tra gli Stati membri anche sotto il profilo delle sanzioni, e non solo della cooperazione giudiziaria. Il panorama giuridico europeo, infatti, è molto eterogeneo quando si tratta di contrasto al match fixing: alcuni Paesi si concentrano su reati generali di corruzione o frode, altri hanno implementato reati sportivi specifici. Questo provoca delle difficoltà 'operative', più che legali, nel perseguire le partite truccate a livello europeo. Altro aspetto importante è l'educazione. Lo sviluppo della dimensione europea dello sport attraverso la promozione dell'equità nelle competizioni sportive nonché dell'integrità fisica e morale degli sportivi e delle sportive è uno degli obiettivi dell'Unione europea in materia. Su questo bisogna investire di più, perché la battaglia per la legalità parte anche dalle scuole e dai centri sportivi per bambini e giovani”.

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