“Premesso che la presunzione d'innocenza vale per tutti, anche per i giocatori di calcio, e che anche chi sbaglia, dopo aver pagato i propri conti con la giustizia, ha diritto ha diritto a una riabilitazione professionale, io credo che la Nazionale di calcio Italiana darebbe una segnale di serietà e di rispetto per tutti gli italiani escludendo chi è stato coinvolto in questa inqualificabile vicenda di scommesse.”
Sono le parole di Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera ora senatore del Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, che in questo modo commenta l’ultimo scandalo che vede 12 giocatori indagati nel giro di scommesse illegali. Tra gli indagati spiccano i nomi di Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston James Earl McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri, Adames Hector Junior Firpo.
“Chi gioca in Nazionale – prosegue Casini - e veste la maglia azzurra deve essere un esempio per tanti giovani che oggi vedono ragazzi come loro, privilegiati oltre ogni misura, comportarsi in modo indegno”. Ma c’è di più, perché ai dodici indagati si aggiunge anche il nome del tennista romano, Matteo Gigante, e di altri dieci figure sempre legate al mondo dello sport. Tuttavia per quest’ultimo il discorso sarebbe legato al poker online e non a scommesse su eventi sportivi.
Tornando alla cronaca, la ragione che avrebbe spinto i giocatori a usare siti di scommesse illegali non sembrerebbe legata al tentativo di arricchirsi ma più che altro al riempire il “troppo” tempo libero durante i ritiri con le rispettive squadre e appunto con la Nazionale italiana. Inoltre sembra che nessuno degli imputati abbia manipolato partite mentre alcuni di loro hanno dichiarato di aver giocato soprattutto in altre discipline.
Il sistema adottato dai due gestori di siti di scommesse illegali era invece strutturato nei dettagli e vedeva implicati tre amministratori di una gioielleria milanese. Quest’ultima veniva utilizzata come una sorta di banca per consentire di regolatore i conti delle scommesse.
Per prima cosa infatti gli organizzatori facevano credito ai giocatori e una volta che il debito cresceva, subentrava la gioielleria. A quest’ultima infatti venivano pagati rolex o altri oggetti di lusso con bonifici tracciabili ma la merce restava poi in negozio disponibile agli organizzatori di scommesse.
Tuttavia altri dettagli si aggiungono in questa inchiesta legata al mondo delle scommesse illegali. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport c’è infatti un secondo filone che prende il nome di “Benevento Bis” legato a quello che nel 2024 portò alle squalifiche a due ex giocatori della squadra campana, ovvero Francesco Forte e Christian Pastina. Stando alla ricostruzione i tesserati avrebbero effettuato scommesse utilizzando circuiti legali e intestandosi i conti di gioco. Tuttavia questo è vietato dai regolamenti sportivi.
Tra i nomi implicati spicca quello del difensore del Parma in prestito al Genoa, Alessandro Vogliacco che stando alla Procura Figc sarebbe intestatario di quattro conti uno dei quali utilizzato per scommettere sul calcio tra campionato Primavera e altri tornei stranieri. Ma gli indagati sono diversi e tra questi risultano i nomi di Pietro Martino del Cosenza, Giuseppe Di Serio dello Spezia, Marco Sau, all’epoca dei fatti in forza alla Feralpisalò e attualmente svincolato, e gli ex Benevento Emanuele Agnello e Dejan Vokic.
Un calderone all’interno del quale è finito anche il campione d’Europa Domenico Berardi anche se la sua posizione è stata archiviata in accordo con la procura generale dello Sport. Ora le persone raggiunte dall’avviso di chiusura indagini hanno 15 giorni per presentare una difesa o per essere ascoltate dal procuratore e come previsto dall’articolo 126 hanno la possibilità di patteggiare prima di un eventuale deferimento.