Senato, Gravina (Figc): 'Effetti negativi sul calcio dal divieto di pubblicità al gioco'
In audizione in commissione Cultura del Senato sulle 'Prospettive di riforma del calcio italiano' il presidente della Figc – Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina, torna a sottolineare gli effetti negativi del divieto di pubblicità al gioco.
“Ci sono stati degli impatti negativi a livello legislativo, per noi, come alcuni adempimenti fiscali, l'abolizione del vincolo dovuto alla riforma dello sport, il divieto di pubblicità da parte delle betting companies, il decreto Crescita, la possibilità concessa alle nostre società di ricorrere alla ristrutturazione del debito, innovazioni introdotte da Uefa e Fifa nell'ampliamento dei campionati internazionali”.
A dirlo il presidente della Figc – Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina, nel corso dell'audizione sulle “Prospettive di riforma del calcio italiano” tenutasi oggi, 16 aprile, alla commissione Cultura del Senato.
Gravina rimarca: “Il nostro mondo ha accumulato perdite, negli ultimi anni, per 7 miliardi e 700 milioni (di cui 1 miliardo e 300 milioni nell'ultimo anno). È chiaro che ci sono stati dei fatti negativi che hanno influito come la pandemia (abbiamo perso 23 milioni di spettatori), poi ci sono stati una serie di fattori che hanno messo a rischio la sostenibilità economico- finanziaria del sistema. Come la scarsità di investimenti in asset importanti, i vivai, le infrastrutture, sicuramente la debolezza della struttura finanziaria dei club, l'estensione dell'area del professionismo , profilo demografico non concorrenziale delle rose delle squadre, temi che hanno avuto un impatto significativo anche attraverso una percentuale altissima di stranieri, che oggi è al 65 percento, e che hanno generato delle tensioni interne.
Pensare che la soluzione possa essere l'eliminazione del diritto d'intesa, che esiste nel mondo del calcio, è sicuramente una barriera, ma lungi da questa Federazione permettere di pensare o aver permesso di pensare di strumentalizzare che l'idea che si sarebbe poi pensato di ridurre il format della Serie A da 20 a 18 squadre. E' stato strumentalizzato solo per creare inutili tensioni nel mondo del calcio, è stata lasciata piena autodeterminazione alla Lega di Serie A per scegliere il format più opportuno”.
Ed ecco le proposte del numero uno della Figc: “Il piano strategico della Federazione: riconoscimento del valore economico e sociale del calcio italiano in linea con quanto previsto dalla Costituzione, piena assunzione di responsabilità da parte delle componenti del sistema calcio attraverso il rafforzamento dei criteri di ammissione ai campionati, potenziamento dei sistemi di controllo e monitoraggio con l'obiettivo di mettere in sicurezza i sistemi in 5 anni, realizzazione di azioni concrete e misurabili per lo sviluppo dei vivai, valorizzazione dei giovani talenti, la semplificazione dei modelli di governance, l'utilizzo dell'innovazione a supporto del calcio, collaborazione con le istituzioni di riferimento (Governo e tutta la parte del legislativo), al quale noi chiediamo comunque pari dignità di trattamento di altri settori. Mi riferisco alla tax credit, se sport è cultura noi rivendichiamo una pari dignità. Poi chiediamo una percentuale sulle scommesse, noi riteniamo che la tutela del diritto d'autore collegato alle scommesse così come sancito in alcuni lavori della Commissione europea deve essere un diritto sacrosanto così come avvenuto in Francia, Regno Unito, Portogallo ed altri Paesi europei. Infine chiediamo l'esaurimento graduale del vincolo sportivo e un sostegno concreto per la realizzazione degli stadi per Euro 2032”.
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