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Nick The Nightfly, una vita sul pentagramma

12 aprile 2025 - 09:59

Nick The Nightfly, ospite del primo appuntamento della rassegna 'Jazz Royale' al Casinò Campione d'Italia, a tutto campo sulla sua carriera scandita da tante collaborazioni eccellenti e altrettanti progetti

Scritto da Amr
foto tratta dalla pagina Facebook di Nick The Nightfly

foto tratta dalla pagina Facebook di Nick The Nightfly

Conduttore storico di Monte Carlo Nights, direttore del Blue Note Milano, produttore, compositore e cantante. La vita del dj, cantante e musicista britannico Nick The Nightfly (al secolo Malcolm MacDonald) è tutta all'insegna della musica.
Lo incontriamo al Casinò Campione d'Italia, protagonista del primo dei quattro concerti della rassegna Jazz Royale che il Blue Note Milano, di cui Nick è direttore artistico dal 2003, ha organizzato in sinergia con la Casa da gioco.

“È molto bello portare il Blue Note fuori dai suoi confini. Questo storico locale ha posizionato l'Italia sulla mappa internazionale jazzistica e portare la sua musica fuori è importante, perché la fa vivere anche a chi non può venire da noi a Milano. Si tratta di uno dei palchi più importanti d'Italia e d'Europa, anche grazie alla combinazione tra il suo marchio e quello di Radio Monte Carlo. È per me stato un piacere aprire il ciclo dei concerti al Casinò Campione con il mio quintetto, artisti con cui collaboro da oltre dieci anni, proponendo un omaggio a Pino Daniele, le musiche di Quincy Jones.... e poi è sempre interessante ascoltare uno scozzese che canta in napoletano!”

La musica ti piace di più raccontarla, organizzarla, ascoltarla, comporla o cantarla?

“Tutto fa parte della stessa gioia ma, se proprio devo scegliere, la radio è un continuo e straordinario piacere, come anche il trasferire dal vivo le musiche del mio programma. Ho avuto la fortuna di potermi diversificare in tanti aspetti di questa meravigliosa arte.”

Parliamo dunque della tua trasmissione serale, Monte Carlo Nights, che va in onda da quasi quarant'anni. Come si è evoluta nel corso del tempo e come spieghi un successo così lungo?

“Sono molto orgoglioso della mia trasmissione, che è in continua evoluzione. Ma noi non facciamo altro che cercare della buona musica. Quando ha iniziato ad andare in onda, le trasmissioni radiofoniche serali erano poco considerate, si faceva più attenzione a quelle diurne. E invece la gente, anche di notte, si collega alla radio, perché ti permette di seguirla anche mentre stati facendo altre cose, a differenza della televisione, che richiede tutta la tua attenzione. Con Monte Carlo Nights abbiamo dato spazio a tanti generi, dalla world music alla new age, per proseguire con l'acid jazz. Abbiamo messo assieme tanti stili e generi, tutti accomunati dall'essere buona musica. Cerchiamo sempre nuovi autori, come pure i grandi artisti internazionali, offrendo loro una piattaforma. Non c'è una ricetta per il successo, ma cerchiamo di fare emozionare gli ascoltatori.”

Tu sei irlandese-scozzese di nascita ma vivi da tantissimo tempo in Italia. Come ti senti: irlandese, scozzese, italiano o cosmopolita?

“Negli ultimi anni mi sento italiano visto che metà della mia vita l'ho vissuta qui. Poi, è stata l'Italia che mi ha dato la possibilità di esprimermi come artista e musicista, questo non era successo in Gran Bretagna.”

Guardando al panorama musicale italiano, quali sono gli artisti emergenti da guardare con attenzione e quelli già affermati che passeranno alla storia?

“Io più che altro mi occupo di musica jazz, soul, funky. Un'artista piena di talento e dalla  voce straordinaria è Serena Brancale, che ha tanto da regalare al pubblico in futuro, e poi c'è Giorgia con le sue emozioni e le sue raffinate scelte artistiche. Ancora, ho già detto di Pino Daniele, ma cito anche Lucio Dalla e Francesco De Gregori, lo straordinario artista Paolo Fresu, un musicista instancabile come Sergio Cammariere e un'autrice strepitosa e seria come Elisa. Nel mio programma ho promosso anche il pianista Dardust e seguo da anni Stefano Bollani, come pure Fabrizio Bosso e Ludovico Einaudi. Trovo poi che Joe Barbieri abbia una sensibilità artistica fuori dal comune e seguo fin dall'inizio del suo percorso Mario Biondi.”

Tra duetti, esibizioni, produzioni, conduzioni, la sua carriera è costellata di successi. C'è un sogno musicale che ti resta ancora da realizzare?

“Ce ne sono molti, ma il primo è il mio prossimo disco, che canterò in italiano, cosa mai fatta a parte un tributo a Lucio Dalla. Ora sto scrivendo il testo delle canzoni, con l'aiuto di autori che controllano il mio pessimo italiano scritto!”

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