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Play Safe: Unicef lancia l’app per riconoscere la violenza di genere online

01 agosto 2024 - 10:56

Unicef lancia in collaborazione con il centro Diotima l’app Play Safe che ha l’obiettivo di aiutare a riconoscere e reagire alle forme di violenza di genere online.

Scritto da Cc

Unicef official website

Riconoscere e reagire alle forme di violenza di genere online attraverso un app. Questo l’obiettivo di Unicef che in collaborazione con il centro Diotima lancia l’applicazione Play Safe, disponibile gratuitamente su Google Play e App Store in italiano, greco, inglese, farsi e francese. Si tratta di un gioco educativo che si sviluppa su tre livelli e serve anche a sensibilizzare sui temi del consenso, reazioni sane e confini personali.

Il primo offre scenari di violenza di genere online, mostrando alcune opzioni su come potrebbe svilupparsi la storia. Il secondo è un gioco di anagrammi, dove bisogna individuare la terminologia corretta legata a forme di violenza di genere online. Il terzo è invece a risposta multipla e sonda la conoscenza delle differenti forme. Le istruzioni sono dettagliate e alla fine si totalizza un punteggio

Ma non è tutto perché oltre a offrire supporto diretto ad adolescenti e giovani Play Safe è indirizzata anche a genitori e a insegnanti e offre loro gli strumenti per supportare i più giovani in caso di violenza o di riconoscerne i campanelli d’allarme.

Diamo adesso uno sguardo ai dati: nel 2023 sono stati circa 800 i casi di violenza sul web che sono stati intercettati dalla Polizia postale e non è un caso che la violenza di genere online continua a destare preoccupazioni sempre maggiori. Nonostante sia stato registrato un leggero calo nello scorso anno le ricerche confermano il coinvolgimento di una fascia di giovani tra i 10 e 13 anni.

Le statistiche dicono che in almeno 200 casi i preadolescenti sono stati coinvolti in interazioni sessuali mentre una recente analisi condotta proprio da Unicef conferma che circa il 37 percento tra bambini e giovani sono esposti a messaggi di odio e il 34 percento a immagini violente.

Tra gli esempi più comuni ci sono la diffusione non consensuale di contenuti sessuali, controllo di dispositivi digitali, minacce e stalking cibernetico.

I mezzi attraverso i quali si manifesta questa forma di violenza digitale sono soprattutto come social media, forum online, app di messaggistica e ambienti di gioco virtuali. Le conseguenze per chi ha sperimentato tutto questo sono fisiche e psicologiche tra cui ansia, depressione, vergogna e isolamento e possono avere anche effetti nel lungo periodo.

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