Volano in borsa, ma licenziano a raffica. È la sintesi di quanto sta avvenendo negli ultimi mesi a numerose aziende del settore tecnologico, in particolare del comparto videoludico, anche se non solo loro. Le notizie degli ultimi giorni, infatti, sembra solo una prosecuzione di quanto accaduto nel corso del 2023.
Emblematico il caso di Microsoft, che giovedì 25 gennaio, il giorno dopo aver superato i 3 mila miliardi di dollari di capitalizzazione, annuncia un taglio di 1900 dipendenti impiegati nella sezione che si occupa dei videogiochi. Una sezione, peraltro, nella quale non più tardi di tre mesi fa proprio Microsoft ha investito pesantemente, acquisendo il colosso Activisio Blizzard (a conclusione di una lunga operazione e con l'esborso di circa 70 miliardi di dollari).
Così, come anticipato in un documento pubblicato da Cnbc News, i vertici di Activision Blizzard e Microsoft hanno deciso di attuare una piano di revisione dei costi, per renderli più sostenibili in modo da garantire la crescita del core business. "Nell'ambito di questo processo", si legge nella nota congiunta delle due aziende, "abbiamo preso la dolorosa decisione di ridurre le dimensioni del nostro personale del settore gaming di circa 1.900 unità, sul totale di 22.000 persone che fanno parte del nostro team". Una nota accompagnata dalla "rassicurazione" che alle persone licenziate verranno garantite le indennità di fine rapporto, come previsto dalle leggi nazionali.
E tra le fuoriuscite si registra quella di Mike Ybarra, presidente di Actision Blizzard, anche se nel suo caso sembra trattarsi di dimissioni volontarie.
Ma Microsoft non è la sola. Anche il colosso Riot Games, infatti, ha ufficializzato il licenziamento di circa 530 dipendenti, pari a circa il 10 percento del suo organico complessivo. Il publisher del notissimo League of Legends annuncia di voler cambiare approccio e concentrarsi su pochi progetti ad alto impatto, con l’obiettivo di assicurarsi un futuro più sostenibile dal punto di vista finanziario.
A differenza di Microsoft, che ha registrato un recordo di capitalizzazione, raggungendo i 3000 miliardi di dollari (e superando la rivale Apple), a Riot Games sembrano pesare alcuni investimenti recenti che tuttavia non hanno fruttato come si sperava. Motivo che spinge l'azienda a concentrarsi su titoli più redditizi, come LoL, appunto, ma anch Valorant, Teamfight Tactics e Wild Rift.
Si tratta, comunque, di un trend che non risparmia alcuna parte del mondo, come si nota da quanto accade in TikTok. Il social cinese non è nuovo a round di licenziamenti nel periodo post pandemia, e dopo i primi due nei mesi scorsi altri sono stati annunciati entro fine gennaio. E sulla falsariga di TikTok si muove ByteDance, altro colosso cinese del settore dell'intrattenimento, che conferma il licenziamento di circa 60 persone, dopo aver lasciato a casa centinaia di dipendenti del suo studio di videogiochi Nuverse, lo scorso anno.
I 500 licenziamenti decisi da Twitch a inizio gennaio hanno quindi solo ancitipato quanto sta avvenendo anche al settore dei social network.
E continuando a scandagliare il settore tech ecco che anche eBay è pronta a salutare circa 1.000 posti di lavoro a livello globale, circa il 9 percento del proprio organico. L'azienda californiana spiega che l'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse ha ridotto gli acquisti da parte degli utenti.
Si tratta di migliaia di persone che restano senza lavoro, in un momento in cui è facile accusare l'intelligenza artificiale. L'AI, tuttavia, se già ampiamente utilizzata per compiti che fino a qualche tempo fa si pensava avrebbero sempre avuto bisogno della presenta umana, non c'entra in tutti i casi. Intanto servirà seguire il prosieguo dell'anno per comprendere si questo trend si sia assestato o se ci saranno ulteriori sviluppi per i lavoratori.