I poker player chiedono il licenziamento da PokerStars di Sam Grafton: perché è sempre preferibile non commentare a caso
Il pro inglese ambassador di PokerStars ha commentato (e continua a farlo) l'attacco di Hamas a Tel Aviv lasciando intendere un appoggio al terrorismo e non solo alla Palestina.
Scritto da Ca
Foto Twitter
Lungi da noi parlare su queste pagine di un tema decisamente più grande di un fold o di una 3bet nel Texas Hold’em ma quello che si è scatenato contro Sam Grafton, ambassador di PokerStars, dopo l’attacco terroristico di Hamas, è impossibile da ignorare.
Il professionista di poker inglese sponsorizzato dalla room di proprietà di Flutter Plc ha pubblicato una serie di articoli, statistiche e post su X solo in sostegno della Palestina contro Israele. Ma tutto è partito dalla condivisione della bandiera palestinese da parte di Grafton con 90 like riscossi e oltre 100 commenti con la maggioranza che chiede alla room dalla “picca rossa” di cacciare Grafton dal suo team.
In queste ore abbiamo già sentito di tutto e di più e anche chi ha detto correttamente che, un conto è sostenere i palestinesi, un conto i terroristi che hanno ucciso decine di ragazze al rave party vicino alla striscia di Gaza o hanno ucciso centinaia di civili nello stato democratico di Israele.
Secondo alcuni Grafton sostiene anche gli attacchi. Ciò non si deduce dalla bandiera palestinese postata singolarmente proprio dopo l’attacco ma per alcuni post o articoli specifici. Su tutti uno che fa il bilancio di morti tra Israele e Palestina negli ultimi 15 anni. Come per dire: era giusto attaccare Tel Aviv quasi come per compensare quel saldo a sfavore dello stato palestinese.
Una logica assai bizzarra con il principio base che dovrebbe essere sempre contrario a qualsiasi forma di violenza.
La questione è davvero intricata e di una complessità assoluta per di più stratificata negli anni, nei secoli, ma esaltare attacchi di questo tipo è davvero e sempre vile.
La percezione di coloro che hanno commentato i post è che il signor Grafton si stia divertendo con queste atrocità. Altri chiedono che i poker pro e i player di qualsiasi altro gioco, o sport del resto, dovrebbero esimersi dal sostenere queste cose.
Finora non abbiamo riscontrato altri esempi e, intanto, vari utenti hanno chiesto a PokerStars di “cessare la sponsorizzazione e il coinvolgimento con Sam Grafton in quanto è sgradevole, fuori luogo e poco professionale.”
Ovviamente il sostegno puro è ai civili e anche ad alcuni colleghi israeliani con cui abbiamo collaborato in questi anni visto che Israele è un hub importante da anni per il gioco online. Per quanta stima proviamo per i poker pro il nostro consiglio è di pensare più alla Gto o al bluff catching che alle “interessantissime” opinioni che avranno della guerra in Medio Oriente.