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Brasile, le risposte per il gioco d’azzardo tarderanno: Lula e Bolsonaro al ballottaggio

04 ottobre 2022 - 10:37

Il ballottaggio tra i due candidati alla presidenza allunga l’attesa per il settore del gioco d’azzardo sudamericano, occorrerà attendere il 30 ottobre per capire chi sarà il prossimo presidente.

Scritto da Ca

Si va al ballottaggio nelle elezioni in Brasile e si allunga l’attesa per il settore del gioco d’azzardo sudamericano visto che bisognerà attendere il 30 ottobre per capire chi sarà il prossimo presidente. 

Con lo scrutinio delle schede del 99,99 percento dei seggi, Luiz Inacio Lula da Silva (Pt, sinistra) ha ricevuto 57.254.672 voti, pari al 48,43 percento, mentre Jair Bolsonaro (Pl, destra) ne ha ottenuti 51.070.672, equivalenti al 43,20 percento.

Il terzo posto nella scelta degli elettori è andato a Simone Tebet (Mdb, centro-destra) con 4.915.217 voti (4,16 percento) e il quarto a Ciro Gomes (Pdt, sinistra) con 3.599.157 suffragi (3,04 percento).

L'elezione di domenica ha trasformato il Congresso nazionale del Brasile nel più conservatore nella storia del periodo democratico del Paese. Secondo la Folha de San Paolo, il Partito Liberale di Bolsonaro ha eletto almeno 99 parlamentari, portando a casa il miglior risultato in 24 anni.

Una buona notizia per il Gambling? La speranza è quella di veder vincere Lula che, però, finora non aveva mai regolato il settore. Ma, di sicuro, il veto minacciato spesso da Jair Bolsonaro nonostante le camere brasiliane abbiano lavorato per regolamentare scommesse, poker e casino terrestri oltre che il gioco online, di abbattere le leggi già approvate, dovesse venire a mancare sarebbe sicuramente una buona notizia. 

Tuttavia quei 99 parlamentari iper conservatori e crediamo vicini ai movimenti religiosi che osteggiano l’azzardo e che sono collegati proprio a Bolsonaro, non rappresentano affatto un buon vento. 

Da ora alla fine di ottobre la partita è indubbiamente tutta aperta, e per il colosso verde-oro si annunciano giorni difficili, con una nuova appendice di campagna elettorale ad alta tensione. Il rischio è che Bolsonaro getti benzina sul fuoco, incendiando le piazze ed accelerando nei suoi attacchi senza tregua per screditare il Tribunale superiore elettorale (Tse) ed il suo presidente, il giudice Alexandre de Moraes, cuore delle procedure democratiche. 

Da segnalare che in Brasile il voto è obbligatorio ma l’astensionismo è comunque cresciuto al 20,94 percento. 

Tutto in stand by quindi, per il gioco brasiliano con la sensazione che si possa slittare direttamente al 2023 per cercare di varare una legge che si spera verrà ripescata dai nuovi parlamentari

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