Il legame tra Michael Jordan e il gioco è una delle narrazioni più controverse, e per certi versi affascinanti, della sua leggenda. Se da un lato non esistono dati ufficiali sulle cifre spese dall’ex stella Nba nei casinò di mezzo mondo, le testimonianze di compagni, amici e semplici conoscenti hanno nel tempo alimentato l’immagine di un Jordan sempre in cerca di nuove sfide, anche lontano dal parquet.
Negli ultimi giorni, a riaccendere i riflettori sull’argomento è stato Brendan Haywood, ex compagno di squadra ai Washington Wizards, che ha rivelato un aneddoto mai raccontato prima su una lunga notte trascorsa da Jordan ai tavoli di blackjack. Un episodio che si somma a una serie di indizi, più o meno noti, che tracciano un filo rosso tra l’agonismo sfrenato di MJ e il brivido del rischio.
Brendan Haywood ha raccontato nei giorni scorsi un aneddoto emblematico di quegli anni ai microfoni dell’emittente 670 The Score. Una scena vissuta in prima persona durante una partita di preseason dei Wizards, disputata al Mohegan Sun Casino, in Connecticut:
“Ho capito subito che tipo di tenore di vita avesse Michael Jordan durante il mio anno da rookie. Dovevamo giocare una partita di preseason, credo fosse al Mohegan Sun, e io stavo chiacchierando con Mike. Mentre cammino per il casinò, vedo lui insieme a Patrick Ewing, che allora era uno dei nostri assistenti allenatori. Pat stava perdendo qualcosa come 40.000 dollari. Era lì, sudato, nervoso, chiaramente non si stava divertendo. Poi vedo Mike un po’ più in là, che ride, scherza, fuma il suo solito sigaro.”
Haywood racconta di avergli chiesto se stesse vincendo, vista l’aria rilassata. La risposta di MJ fu semplicemente: "Amico, sono sotto di circa 800.000 dollari".
"Me lo ha detto con una risata", ha raccontato Haywood, "e io ero tipo: 'Oh mio Dio', mentre lui se la rideva"
E ha aggiunto che quella notte MJ “ha passato la notte intera al tavolo da gioco, senza mai dormire. Quando siamo saliti sul pullman della squadra, era lì con in mano 200.000 dollari vinti. È stato in quel momento che ho capito la vera differenza tra una grande banca e una piccola banca.”