La Spagna dice no alla pubblicità del gioco ma anche alle criptovalute
Come in Italia anche in Spagna dilagano le pubblicità sulle criptovalute e un'associazione chiede il divieto come per il betting.
La riflessione se la sono posta un po’ tutti: possibile che le pubblicità di siti di gioco legali siano proibite, in generale ma nello specifico nello sport, e sia dato campo libero a società di criptovalute che paradossalmente possono firmare contratti pubblicitari ma che non rientrano (ancora più in maniera bizzarra) in alcuna regolamentazione in materia? E sono noti gli azzardi di molti investitori improvvisati anche mal consigliati da broker altrettanto alle prime armi e che promettono guadagni facili facili.
Mentre in Italia assistiamo ad un proliferare di questi sponsor (se una parte del fatturato manca da una parte bisognerà pure che rientri), in Spagna è arrivata un richiesta alla National Securities Market Commission of Spain (Cnmv), dall'ONG Facua-Consumidores en Acción che chiede che al settore delle criptovalute venga vietato di sponsorizzare club sportivi e avere celebrità nelle loro pubblicità.
La proposta è in linea con le limitazioni di marketing attualmente subite dall'industria del gioco online in Spagna, dopo l'entrata in vigore del Regio Decreto sulle Comunicazioni esattamente un anno fa, anche se è ancora al vaglio della Corte Suprema.
In un comunicato ufficiale, condiviso questa mattina (1 settembre), l'organizzazione "chiede un regolamento simile a quello promosso dal ministero dei consumatori sulla pubblicità dei bookmaker".
Quindi, giustificano che all'inizio dell'anno la Cnmv aveva già emesso "una circolare che raccoglieva le regole e i principi che dovrebbero governare la promozione degli asset crittografici, costringendo a offrire" contenuti veri, comprensibili e non fuorvianti, e che includano visibilmente i rischi connessi'”.
Chiedono quindi un “regolamento completo” per il settore e che, nel frattempo, non si sostituiscano agli operatori delle scommesse negli accordi di sponsorizzazione e pubblicità con il settore sportivo.
“L'associazione ritiene indispensabile un regolamento di questo tipo per evitare che si incoraggino gli investimenti in questa tipologia di prodotti ad alto rischio e per ridurre l'esposizione dei minori e di altri gruppi vulnerabili alla comunicazione commerciale del settore, nonché per fornire un'adeguata percezione del rischio che può comportare", hanno detto.
Tra le richieste, richiedono il divieto assoluto di sponsorizzazione di piattaforme di criptovaluta e altri criptoattivi negli eventi sportivi, "impedendo che i marchi vengano visualizzati sulle divise o che facciano parte dei nomi di stadi, squadre o competizioni".
Inoltre, richiedono restrizioni pubblicitarie al di fuori delle fasce orarie abilitate, come nel caso dei bookmaker, che possono trasmettere messaggi promozionali solo dall'1 alle 5 del mattino su tutti i media.
E concludono: “Facua, invece, avverte della necessità di vietare anche l'uso dell'immagine di personaggi famosi o dei media, reali o fittizi, nella pubblicità dei crypto asset, per evitare che vengano utilizzati come hook (uncini, agganci, Ndr) commerciali.
In Italia la questione non è stata ancora affrontata ma non è sfuggito nulla agli occhi di tanti attenti osservatori. Gioco News approfondirà la questione nel prossimo numero di ottobre del magazine mensile.