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Poker live d’Italia dannatamente in ritardo: a Campione si torna in primavera, Saint Vincent ci prova

02 ottobre 2024 - 17:28

Il Casino di Campione d'Italia può riaprire l'attività di poker live nel Q1 del 2025, a Saint Vincent sono arrivate tre proposte ma il settore ha perso troppo tempo e tanta raccolta dopo la pandemia globale.

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Dopo la pandemia da Covid-19, c’era il dubbio se il poker live potesse tornare ai livelli pre virus. Quanto meno, si diceva, se il mercato potesse garantire almeno un’offerta minima. Invece, non solo ci si è rimessi presto in carreggiata saltate le ultime restrizioni negli appuntamenti live, ma, anzi, il settore è esploso ed è in continua crescita. Se non fosse stato per il Casino di Sanremo sul suolo italiano (eccezion fatta per San Marino e per i club ovviamente), i player non avrebbero potuto giocare a poker in una sede deputata a farlo ufficialmente.

Difendiamo a spada tratta il poker dal vivo, dobbiamo premetterlo ancora una volta, e lavoriamo in tutte le case da gioco d’Europa e internazionali. Tuttavia, era piuttosto innaturale che la patria dei grandi tornei live avesse solo il Casino di Sanremo attivo lungo lo stivale. L’offerta che piano piano è cresciuta ha raggiunto eventi di livello internazionale con WPT, WSOP, IPO e DSO.

Senza ripercorrere tutte le tappe di una lunga storia, ricordiamo che il Casino di Campione, dopo mesi di attesa, ha finalmente affidato al gruppo Flutter, Sisal e ovviamente PokerStars, il gioco online e gli eventi dal vivo. In queste ore, il board della room ha dichiarato ad alcuni colleghi che il primo trimestre 2025 potrebbe essere il momento adatto per partire con degli eventi addirittura propedeutici al ritorno del format principe di PokerStars Live, l’European Poker Tour.

E sempre in queste ore, su queste pagine, abbiamo segnalato la raccolta di tre risposte alla manifestazione di interesse del Casino di Saint Vincent da parte di tre organizzazioni di poker dal vivo dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Sicilia. Nei prossimi giorni vi diremo di più, ma c’è già una preferenza a patto che poi la casa da gioco decida, visto che si è riservata il diritto di rigettare tutte le proposte, non essendo un bando di gara ma una semplice manifestazione d’interesse.

Tutto questo per tornare al titolo della notizia: tutti noi del settore ci auguriamo che il poker dal vivo possa continuare a crescere da qui ai prossimi 30 anni, ma qualche segno di flessione già si vede. Non per il gioco, che ha un mercato e un business molto importante, ma il problema inizia ad essere un’offerta che rischia di non essere più calibrata sulla domanda e che ha allargato tantissimo il raggio d’azione con tante location in tutti i paesi d’Europa e con una “geografia economica del poker dal vivo” radicalmente cambiata da quando si offrivano eventi nelle due case da gioco italiane. Per questo scriviamo “dannatamente” in ritardo. Potremmo dire “meglio tardi che mai” visto che le due location sono nel cuore di tutti noi e di tutto il field italiano e anche di buona parte di quello straniero. E saranno due proposte di gioco che spingeremo e sosterremo e per le quali tiferemo, per tanti motivi che elencavamo già sopra.

Ma quanta raccolta di gioco hanno perso i casinò italiani eccetto Sanremo? Ricordiamo, intanto, che Venezia sembra aver gettato nel secchio tavoli, carte e chip e non abbia nell’agenda qualsivoglia evento di poker dal vivo.

Dannatamente in ritardo, quindi, ma, come detto, la speranza è che si sia perso qualche treno (4 anni di gioco..) ma che per ancora tanti anni si cresca e proliferi il poker live. Poi se la vedranno gli organizzatori nel capire come posizionarsi sul nuovo scacchiere dell’offerta totalmente modificato. Per questo non abbiamo parafrasato l’unico libro scritto dal cantautore Sergio Caputo: disperatamente (e in ritardo cane). Forse possiamo ancora salvare il mercato interno!

 

Campione fiorirà a primavera!

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Analizziamo ora le due situazioni.

Su PokerIndustryPro ha parlato Lizzie Wilson, la portavoce di PokerStars, che non ha parlato per metafore, andando giù dritta e decisa su quel che sarà. “A partire dall’anno prossimo, nel primo trimestre 2025 (Q1 2025), abbiamo in programma di organizzare regolarmente eventi live su larga scala a Campione. Una volta che avremo valutato il successo di questa iniziativa, si potrebbe aprire un dibattito sul ritorno dell’EPT in Italia”. Quando Luca Pagano parlava di progetto ambizioso, beh, aveva ragione da vendere. Tuttavia, l’apertura di un dibattito non significa che EPT Campione (l’unico disputato in Italia fu quello del 2012, un’altra era ‘geologica pokerista’) sia già nei progetti di PokerStars Live. Anzi, non si conosce ancora l’offerta, ma tutto lascia presagire che tornei dell’Italian Poker Tour che proprio Pagano Events gestì per tanti anni e con successo. Ci sarà il cash game, anche se non era scontato. Il banco di prova non sarà altro che l’andamento generale della room e degli eventi che vi verranno organizzati. Tanti player aspettano Campione d’Italia e siamo curiosi di capire come andrà.

A Saint Vincent tre concorrenti in lizza!

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Intanto si cerca di ripartire anche al Saint Vincent Resort & Casino dopo l’ultima esperienza del DeVere Concept, andato a finire con non pochi strascichi sulla pelle degli addetti ai lavori. Lo scorso 30 settembre è scaduto il termine ultimo per manifestare il proprio interesse a “collaborare per l’organizzazione dei tornei di poker, offrendo la propria competenza in termini di promozione commerciale e gestione operativa”.

Secondo quanto ha appreso Gioconews.it, sono state tre le domande presentate, provenienti da Francia, Svizzera e Sicilia. Tuttavia, come scriviamo da altre parti, soltanto la società francese, di primissimo piano nell'organizzazione di tornei di poker nel proprio Paese e altrove, avrebbe tutte le carte in regola per passare agli step successivi. Intanto, è stata presentata la propria idea organizzativa e progettuale, “anche esplicitando il modello economico di gestione della collaborazione con la Società e le risorse umane attraverso le quali intende apportare le proprie competenze, indicando i responsabili del progetto, e che “il progetto di organizzazione dei tornei di poker definito con il fornitore prescelto dovrà essere sottoposto all'esame e all'autorizzazione della Giunta regionale”. Il cammino è ancora lungo, pare.

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